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23 April 2024
0 5 minuti 2 anni

Sempre Più Gas. Stima preliminare dell’Istat sul mese di agosto. Landini: così non si regge, aiuti a salari e pensioni usando gli extraprofitti delle aziende

La corsa del prezzo del gas ammanta gran parte dei prodotti, portando a un nuovo picco di inflazione. Che non ferma la sua corsa nemmeno ad agosto e fa segnare un nuovo rialzo. Vola all’8,4% annuo, crescendo ancora di più rispetto al già elevato picco del 7,9% di luglio: un livello che non si registrava da oltre 36 anni. Esattamente dal dicembre 1985, quando si toccò l’8,8%.
La stima preliminare dell’Istat è trascinata dal costo dell’energia elettrica che ha un aumento a tre cifre rispetto all’anno scorso. Ma a salire è anche il carrello della spesa – che mette insieme i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona – che cresce del 9,7% (dal +9,1% del mese precedente), più del livello generale e con un aumento che, in questo caso, non si vedeva da giugno del 1984.

A parzialissima compensazione, in Europa – oltre che nel Regno Unito – c’è chi sta peggio. Nell’area Euro l’inflazione continua a mietere record su record, toccando un nuovo primato al 9,1% ad agosto (dall’8,9% di luglio), come indica la stima flash di Eurostat.

Un andamento al rialzo che non può che aumentare le preoccupazioni di famiglie e imprese. Perché, tra i timori di ulteriori razionamenti del gas da parte della Russia, la carenza ed i rincari delle materie prime, la corsa dei prezzi finisce con l’erodere anche il potere d’acquisto, oltre che mettere a dura prova la tenuta produttiva e occupazionale del paese.

Del resto, i dati non sono affatto rassicuranti: l’accelerazione annua dell’inflazione italiana all’8,4% (rispetto a luglio l’aumento è dello 0,8%) si deve soprattutto ai prezzi dei beni energetici (+44,9%) ed in particolare alla crescita di quelli non regolamentati (+41,6%), con l’impennata dei prezzi dell’energia elettrica a mercato libero (+135,9%) e del gas di città e gas naturale (nel complesso +62,5%). Salgono però anche i beni alimentari: +10,2%.

Al momento, sulla base dei dati Istat, l’inflazione acquisita per il 2022, ovvero quella che si otterrebbe ipotizzando una variazione nulla nella restante parte dell’anno, è pari a +7%.
«Con l’inflazione all’8,4% le chiacchiere non servono: così non si regge – attacca il segretario della Cgil Maurizio Landini – . Il decreto aiuti bis mette risorse inadeguate per i lavoratori e i pensionati: c’è bisogno subito di un intervento urgente per tutelare salari e pensioni già impoveriti. A questo quadro – aggiunge il leader della Cgil – vanno aggiunti gli effetti economici e sociali della crisi energetica causata dalla guerra in Ucraina, che stanno già adesso determinando enormi difficoltà per il sistema produttivo e quindi per il lavoro e l’occupazione, oltre che per le persone. È un momento straordinario – conclude Landini – e bisogna rispondere con strumenti straordinari, esattamente come abbiamo fatto durante la pandemia e come chiediamo da mesi al governo. Le risorse ci sono e vanno ridistribuite, a partire dagli extraprofitti. Far prevalere la logica del profitto a scapito delle persone, sarebbe una doppia ingiustizia oltre che uno schiaffo a chi si trova in difficoltà. Tutelare e proteggere l’occupazione e i redditi non è una scelta ma una necessità».

Il Codacons calcola una maggiore spesa pari a 2.580 euro annui per la famiglia «tipo», che raggiunge i 3.352 euro annui per un nucleo con due figli. Solo per mangiare e bere, calcola invece l’Unione nazionale consumatori, una famiglia pagherà in media 598 euro in più su base annua, cifra che sale a 815 euro per una coppia con due figli e a 974 euro per chi ha tre figli.

Un esborso che in molti casi costringe a tirare la cinghia. Per Coldiretti, si sono già tagliati gli acquisti di frutta e verdura che crollano nel 2022 dell’11% in quantità rispetto allo scorso anno. Con ricadute, quindi, sui consumi e sulla crescita. Secondo Confesercenti, la corsa dell’inflazione unita al caro bollette «rischia di produrre un pesante effetto domino sui consumi delle famiglie e sul Pil»: senza un’inversione di tendenza, avverte, l’aumento di prezzi e utenze «porterà nei prossimi due anni ad una minore spesa di 34 miliardi, oltre 1.300 euro in meno a famiglia». Intanto, l’industria fa i conti anche i maggiori costi per tenere in moto le filiere: a luglio i prezzi alla produzione registrano un aumento del 5% su base mensile e del 36,9% su base annua.

 

Sorgente: ilmanifesto.it

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