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Come ricostruire una memoria collettiva, creando ponti tra diverse generazioni? Genova Venti ZeroUno è un progetto, iniziato nell’estate del 2019, che risponde con un documentario, un progetto educativo nelle scuole, uno spettacolo teatrale

Oggi è il 20 luglio. Il 20 luglio 2021 sono stati 20 anni dalla morte di Carlo Giuliani, ucciso in Piazza Alimonda il 20 luglio 2001, durante il G8 di Genova. Nell’estate del 2019 è iniziato il percorso di Genova Venti ZeroUno – Il mondo che verrà. Questo progetto è nato da un’idea di Giulia Paoli, attrice e educatrice che racconta al fattoquotidiano.it le origini, il senso politico e gli obiettivi che stanno alla base e verso cui si proietta Genova Venti ZeroUno. Giulia ha 31 anni e non ha vissuto direttamente il G8. Tuttavia, la condivisione di quell’esperienza da parte delle generazioni che vi avevano partecipato e tutto ciò che ne era derivato, hanno sempre segnato con forza l’attivismo di Giulia e dei suoi coetanei.

Giulia però è anche educatrice e si è trovata piuttosto spaesata perché, parlando del G8 alla sua classe, si è trovata costretta a riconoscere che nessuno ne sapeva nulla. Da lì è nata un’esigenza, quella di rielaborare una memoria condivisa. “L’idea è quella di costruire un racconto di quei momenti, che interpelli la generazione precedente, che reinterroghi la sua generazione sulla propria memoria di Genova, che trasmetta consapevolezza alle nuove generazioni, su cosa è stato Genova, sulle realtà e tematiche politiche che hanno attraversato Genova grazie al movimento altermondialista che, per quanto il mondo sia completamente cambiato in vent’anni”, spiega Giulia, “in larghissima parte sono ancora assolutamente attuali e non risolte: le questioni legate al lavoro, all’ambiente, alle migrazioni, al diritto alla cura, ai diritti delle donne”. Genova Venti ZeroUno intende fare da ponte tra le diverse generazioni, ricostruendo una memoria collettiva e condivisa, che possa essere capace di riaccendere anche quella conflittualità sociale necessaria alla riattualizzazione dell’azione di movimento. In questo senso è sottolineata l’importanza di una maggior consapevolezza della rilevanza di determinate rivendicazioni: “avere consapevolezza ti fa capire meglio in che contesto vivi e ti può dare spunti sul tuo modo di vivere il presente e capire che tutto è politica, e che quindi la voce del singolo conta eccome”.

Giulia sottolinea con passione questo aspetto, riconoscendo che “le giovani generazioni arrivano da un momento storico in cui abbiamo vissuto tanti fallimenti, dove anche la capacità di incidere in una protesta di piazza è diminuita e c’è tanta disillusione” e che “anche l’atteggiamento della politica nei confronti dei movimenti è cambiato, passando dalla repressione pura di Genova a una fase di totale indifferenza e non ascolto nei confronti di chi scende in piazza, iniziata nel 2004 e proseguita nel 2010 con le lotte all’austerità e la questione del debito”. Proprio per questo, afferma, “il linguaggio artistico può aiutare a stimolare nuovi impulsi creativi, anche politicamente, fornendo un quadro che non sia piatto o superficiale, ma che riesca a tenere dentro le contraddizioni che la realtà ha”. Il progetto ha preso avvio con una ricerca di fonti e materiali scritti e soprattutto orali, elaborati grazie alle testimonianze di chi era presente a Genova nel 2001 e parlando anche con chi c’era per il ventennale: l’intenzione era quella “di costruire un documentario, da girare direttamente a Genova per il ventennale”.

Come racconta Giulia, l’atmosfera trovata a Genova è stata molto bella e accogliente: “ci hanno accolto con cura, entusiasmo e gratitudine. Hanno considerato che il nostro non essere stati a Genova vent’anni fa fosse un motivo ulteriore per aprirsi con noi. Siamo proprio entrati in intimità con quelle persone, sembrava di conoscerle da sempre”. Il documentario è adesso in uscita e verrà portato nelle scuole, per creare occasioni di formazione e condivisione. A partire da qua si vorrebbe costruire uno spettacolo teatrale sul G8, con ragazze e ragazzi e in modo molto partecipato, sulla base delle loro reazioni, impressioni, anche per interrogarsi sul bisogno politico di oggi da parte delle generazioni giovani. La prima presentazione del documentario sarà il 22 luglio a Genova, e sarà organizzata dal comitato Carlo Giuliani, presso il centro sociale Buridda. Da settembre inizieranno i primi incontri con le scuole e momenti laboratoriali diffusi, sempre con i più giovani. Il primo in calendario sarà a Coltano, durante il festival “Altrevisioni”. L’obiettivo è anche quello di andare in scena con lo spettacolo teatrale per il luglio 2023.

Sorgente: G8 di Genova, 21 anni fa la morte di Carlo Giuliani: un documentario e un progetto per costruire un ponte tra le generazioni – Il Fatto Quotidiano

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