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Comunali, il centrosinistra ha vinto il secondo turno: conquistate Verona, Parma, Piacenza, Monza, Alessandria, Catanzaro. Il centrodestra tiene Lucca e Sesto San Giovanni. Affluenza in calo

Il centrosinistra ha vinto nettamente il secondo turno delle elezioni Comunali, conquistando al ballottaggio molte delle principali città al voto: da Verona a Parma, da Piacenza a Catanzaro, da Monza ad Alessandria.

Il centrodestra, che al primo turno aveva conquistato Genova, Palermo e L’Aquila, conclude il secondo turno con la vittoria a Lucca, Sesto San Giovanni e Frosinone. Le tensioni politiche tra gli alleati sono destinate, nelle prossime ore, ad aumentare: specie in seguito al risultato di Verona, città tradizionalmente di centrodestra dove uno scontro interno ha contribuito al trionfo — imprevisto, fino a poche settimane fa — di Tommasi.

Erano chiamati alle urne solo due milioni di elettori in 65 comuni (dei quali 13 capoluoghi): eppure la tornata elettorale ha tenuto con il fiato sospeso le maggiori forze politiche. E un segnale ai partiti arriva sicuramente dall’affluenza molto bassa, intorno al 42%.

Il punto, città per città (qui trovate tutti i dati, Comune per Comune)

• Verona
L’ex calciatore Damiano Tommasi sarà il prossimo sindaco di Verona e consegna al centrosinistra una città che da quindici anni era una roccaforte incontrastata del centrodestra. Tommasi ha conquistato il 53,4 per cento dei voti, contro il 46,6 per cento del sindaco uscente, Federico Sboarina.

Il centrodestra paga le divisioni interne: tra Sboarina, esponente di Fratelli d’Italia appoggiato anche dalla Lega, e l’ex leghista Flavio Tosi, passato a Forza Italia dopo il primo turno. Neppure per il ballottaggio hanno saputo trovare un accordo.

• Catanzaro
Anche in questo caso il centrosinistra ha vinto, a sorpresa: e anche in questo caso il centrodestra ha combinato un pasticcio, presentando come candidato Valerio Donato, proveniente dal centrosinistra. Al primo turno Donato aveva superato nettamente Nicola Fiorita (civico sostenuto da Pd e 5 Stelle). Ieri però Fiorita ha superato il 58% delle preferenze, ottenendo un successo che il centrosinistra in città inseguiva da 16 anni.

• Parma
Nella città emiliana il successo del «campo largo» che unisce Pd e 5 Stelle porta la firma di Michele Guerra, delfino di Pizzarotti: ha incassato il 66% dei voti, stracciando il forzista Pietro Vignali, appoggiato al ballottaggio anche da Fratelli d’Italia.

• Piacenza
Katia Tarasconi (Pd, Azione e liste civiche) con il 53,5% ha battuto Patrizia Barbieri (46,5%). Qui, a Walter Veltroni, aveva raccontato la sua storia, segnata dalla morte del figlio.

• Alessandria
Dopo cinque anni il centrosinistra ha riconquistato Alessandria con Giorgio Angelo Abonante.

• Cuneo
La città piemontese resta al centrosinistra: è stata eletta Patrizia Manassero, ex senatrice dem, che succede a Federico Borgna.

• Monza
Un po’ a sorpresa il «campo largo» guidato dal Pd si è imposto anche a Monza con Paolo Pilotto, che con il 51,19% dei voti ha avuto la meglio sul forzista Dario Allevi (48,81%), infrangendo il piccolo sogno di Berlusconi che avrebbe voluto vincere questa sfida nell’anno della promozione in A della squadra brianzola che lui stesso ha rilanciato dopo aver venduto il Milan.

• Como
Il nuovo sindaco è il civico Alessandro Rapinese che ha battuto Barbara Minghetti, del centrosinistra.

• Lucca
Il centrodestra ha vinto a Lucca con Mario Pardini su Francesco Raspini.

• Frosinone
Anche qui, il centrodestra è riuscito a vincere, ottenendo la conferma con Riccardo Mastrangeli.

• Gorizia
Rodolfo Ziberna (centrodestra) ha vinto con il 52.2 per cento dei voti, battendo Laura Fasiolo (47.8): il sindaco uscente, Rodolfo Ziberna, era del centrodestra.

• Sesto San Giovanni
Il sindaco leghista di Sesto, Roberto Di Stefano, ha vinto ancora, con il 52 per cento dei voti, battendo Michele Foggetta.

• L’affluenza
Più alta in città in cui la competizione era più sentita, come Verona, 46,8%, ben al di sotto del 40% in molte altre. Ovunque in netto calo rispetto al primo turno. L’affluenza ai ballottaggi è crollata: 42,2% (dati relativi ai 59 Comuni seguiti dal sito del Viminale) alla chiusura dei seggi, cioè quasi 12 punti in meno rispetto a due settimane fa (54%): un salto verso il basso più deciso rispetto a quello registrato al secondo turno delle Comunali di ottobre 2021. Maglie nere per partecipazione, Alessandria (37,1%), Cuneo (36,7%) e Monza (36,1%).

• I dati politici, in sintesi
– Centrosinistra
Il Pd esulta, ed è convinto che il risultato «rafforzi il governo». Nelle parole di Maria Teresa Meli: «“Da domani ci mettiamo a testa bassa sulle politiche”. Enrico Letta, il vero vincitore di questa tornata elettorale, ha appena finito di esultare per il «risultato straordinario» (il Pd nel 2017 aveva vinto in due dei tredici capoluoghi andati al ballottaggio, ieri in otto) che già dà la linea ai suoi. “Alla fine della festa vincono la linearità e la serietà. Vinciamo perché la responsabilità è più importante di tutto. Il campo largo è stato preso in giro, le ironie si sono rivoltate contro chi le ha fatte perché invece questa strategia paga”. Ma in realtà queste amministrative hanno fatto scoprire al Pd che lì dove si allea con il M5S non è affatto detto che vinca. Anzi».

– Centrodestra
È l’ora della resa dei conti. Scrive Paola Di Caro: «Alla fine, nel disastro inatteso di un secondo turno che fa da contraltare alle vittorie di Palermo e Genova del primo, nel centrodestra perdono tutti. Perde Giorgia Meloni, leader del partito più votato, il cui candidato Federico Sboarina non si riconferma sindaco a Verona consegnando una città di destra a Damiano Tommasi. Perde Silvio Berlusconi, che pur vedendo eletti due sindaci vicini(Gorizia e, a sorpresa, Lucca), subisce un’umiliazione nella «sua» Monza, portata in serie A, coccolata con comizi dedicati, ma capace di far vincere il candidato (sfavoritissimo alla vigilia) del centrosinistra. E perde anche Matteo Salvini, visto che la sua Lega non si dimostra più trainante al Nord, dove la coalizione vince solo un capoluogo sugli 8 al voto. Sarebbe sufficiente per chiudersi in conclave, fare un generale mea culpa e ripartire. Ma per ora a prevalere sono le recriminazioni, le accuse incrociate, i veleni trasversali».

27 giugno 2022 (modifica il 27 giugno 2022 | 08:11)

Sorgente: corriere.it

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