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Benzina e diesel: perché il prezzo sale nonostante i tagli alle accise

di Valentina Iorio

I prezzi di benzina e diesel continuano a salire per le quotazioni dei prodotti petroliferi nel Mediterraneo in forte rialzo, con la verde che in modalità self supera 1,90 euro. In base ai dati comunicati dai gestori all’Osservaprezzi del ministero dello Sviluppo economico, aggiornati al 31 maggio, il prezzo medio nazionale della benzina in modalità self sale a 1,914 euro/litro (valore precedente 1,902). Il diesel self è arrivato a 1,831 euro/litro (da 1,821). Quanto al servito, per la benzina il prezzo medio aumenta a 2,049 (da 2,037), il diesel servito sale a 1,973. Eni ha aumentato di due centesimi al litro i prezzi consigliati della benzina e del gasolio. Stesso rialzo per Ip e Q8. Per Tamoil +4 cent/litro sulla verde e +3 sul diesel.

 

Le ragioni dei rialzi

La ragione principale dell’impennata dei prezzi alle stazioni di servizio sono le quotazioni del greggio in continua salita. Dopo l’ottovolante della giornata di martedì 31 maggio, aperta con un’impennata ma chiusa poi in calo, il petrolio riprende a correre, con il Wti e il Brent in rialzo dell’1,5% in vista della riunione dell’Opec+, rispettivamente a 116,3 e 117,3 dollari al barile. Anche le notizie sull’embargo deciso dall’Unione Europea nei confronti del petrolio russo e la progressiva revoca delle restrizioni anti-Covid in Cina hanno contribuito a far oscillare i prezzi.

 

 

 

Il taglio delle accise non basta

L’intervento del governo sulle accise, che ha ridotto la tassazione di 30,5 cent, è stato prorogato fino all’8 luglio 2022. Tuttavia i prezzi hanno continuato a crescere. Per questo potrebbe essere necessaria una ulteriore proroga della misura. È «molto probabile» che il governo intervenga ancora ha detto la sottosegretaria all’Economia, Maria Cecilia Guerra, intervenendo a Mattina 24 su Rainews 24. «Banalmente l’aumento dei prezzi fa anche aumentare il gettito dell’Iva, che non vogliamo mettere nelle casse dello Stato, ma lo utilizziamo per abbassare le accise e tenere calmierato il prezzo», ha spiegato Guerra, ricordando che per l’energia «il governo ha fatto già interventi per 30 miliardi».

 

Una crisi « molto più grande» di quella degli anni ‘70

Il direttore esecutivo dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (Aie), Fatih Birol, ha avvertito che l’Europa dovrà affrontare una stagione estiva in cui ci saranno problemi di approvvigionamento per tutti i tipi di combustibili, a causa dell’attuale contesto. «Quando inizierà la stagione estiva in Europa e negli Stati Uniti, la domanda di carburante crescerà. E poi potrebbero verificarsi colli di bottiglia, ad esempio con il diesel, la benzina o la paraffina, soprattutto in Europa», ha dichiarato Birol in un’intervista a Der Spiegel. Birol ha spiegato che i Paesi europei sono particolarmente vulnerabili ai problemi di approvvigionamento di petrolio perché non dipendono solo dal greggio, ma anche dalle importazioni di prodotti derivati e di raffineria. «Alcuni Paesi, come la Cina, stanno imponendo i primi divieti all’esportazione, per proteggere i propri consumatori», ha aggiunto. Secondo il direttore dell’Aie all’orizzonte potrebbe esserci una crisi «molto più grande» di quella del greggio degli anni ‘70, che si verificò dopo la decisione dell’Opec di embargare le esportazioni di petrolio verso alcuni Paesi a seguito della guerra dello Yom Kippur. A differenza di quella di cinquant’anni fa, che fu solo una crisi petrolifera, ora ci troviamo di fronte a una crisi congiunta di petrolio, gas naturale ed elettricità.

 

Sorgente: corriere.it

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