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10 giugno 1924.ROMA. Il parlamentare socialista Giacomo MATTEOTTI è rapito e ucciso. Il cadavere verrà ritrovato il 16 agosto.
Il 10 giugno alle 16:15, Matteotti esce di casa per recarsi in Parlamento a Montecitorio. Una Lancia Kappa è ferma sul bordo della strada; a bordo ci sono cinque persone, membri della « polizia politica » di Mussolini: Amerigo Dumini, Albino Volpi, Giuseppe Viola, Augusto Malacria e Amleto Poveromo.
Aspettano.
Aspettano che il deputato ribelle spunti dal fondo della strada per passare vicino alla macchina. Due ragazzini poco distanti assistono pietrificati alla terribile scena.
Due degli aggressori escono dal veicolo e si gettano su Matteotti, afferrandolo per la giacca. Egli si divincola, oppone resistenza e riesce persino a gettare a terra uno dei due energumeni. Solo l’intervento di un terzo uomo riduce Matteotti all’impotenza, colpendolo violentemente al volto con un pugno e stordendolo. Sembra la scena di un film di gangster. Il suo corpo viene caricato bruscamente nell’automobile che riparte sgommando tra il fumo dei pneumatici che slittano sull’asfalto. Matteotti si riprende in tempo per lanciare da uno dei finestrini aperti la sua tessera di parlamentare, che viene ritrovata più tardi sul selciato dagli investigatori.
Ma gli uomini del Duce non riescono a controllare la situazione. Nell’abitacolo si scatena una rissa, con Matteotti che non vuole arrendersi al suo destino, pur sapendo che quelli sono gli ultimi istanti della sua vita. Scalcia, tira pugni alla cieca, cerca di aprire la portiera per gettarsi fuori dal veicolo ma Giuseppe Viola tira fuori un coltello dalla giacca e lo pugnala sotto l’ascella e al torace.
L’agonia di Matteotti dura ore, mentre il sangue scorre lentamente dal suo corpo spargendosi sui tappetini della macchina.
I cinque lasciano Roma per dirigersi verso le campagne circostanti, 25 km a nord. Qui, nel mezzo di una boscaglia i sicari seppelliscono il cadavere piegato in due e abbandonano la vettura in un garage, non prima di aver avvisato dell’omicidio Filippo Filippelli, fondatore del Corriere italiano (che aveva fornito ai sicari la Lancia Kappa) e il capo della Polizia Emilio Del Bono, da sempre fiancheggiatore del fascismo.
Il cadavere verrà ritrovato il 16 agosto.

 

Sorgente: Resistenza Antifascista | Facebook

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