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La grande stampa italiana celebra Mario Draghi per il piano di pace, ma appare evidente che l’Italia ha ben poca voce in capitolo.

Miracoli della grande stampa italiana. A mostrarci il prodigio è stata per prima l’edizione online di Repubblica, ripresa a ruota da tv e altri giornali. La guerra in Ucraina – è lo scoop – può finire grazie al piano italiano per la pace elaborato da Mario Draghi, quello che usava il bazooka persino per le faccende monetarie e unico tra i leader europei non si è mai visto né a Kiev né a Mosca.

Eppure, se non si annega nel mare di bava cosparsa sul premier, appare evidente che in questo conflitto l’Italia ha ben poca voce in capitolo, in quanto mera esecutrice degli ordini americani: dall’invio delle armi a Zelensky all’aumento delle spese militari, unico diktat parzialmente bloccato per l’argine di Conte e Cinque Stelle.

Certo, il ministro degli Esteri, Di Maio, ha tenuto in piedi tutti i canali diplomatici, ha riaperto l’ambasciata nella capitale ucraina e incassato il colpo del personale espulso dalla Russia per ritorsione alle presunte spie cacciate dal nostro Paese.

Ma poi ci siamo fatti subito riconoscere con l’apertura del conto in rubli dell’Eni, in palese violazione delle sanzioni internazionali, e a scanso di equivoci Draghi è volato a Washington a prendere disposizioni direttamente da Biden. Un faccia a faccia nel quale – sempre secondo i soliti giornali amici – il nostro premier avrebbe spiegato al presidente americano cosa fare e non fare, copiando in buona sostanza la strategia di Macron, come se tra la Casa Bianca e l’Eliseo non ci fosse campo per i telefoni.

Una perfetta commedia all’italiana, insomma, utile a puntellare Palazzo Chigi, dove è sempre più difficile tenere insieme i partiti della maggioranza con la testa già alle elezioni. Ma se Draghi è capace di fermare una guerra, che volete che sia tenere a bada Letta e Salvini, Conte e Meloni.

A meno che non si metta di mezzo pure l’esercito dei balneari, in trincea contro il decreto che mette a gara dopo decenni le loro concessioni. Questi sì che sono terribili, altro che il battaglione Azov! E senza giornali scendiletto, i miracoli di un tale livello nemmeno Mario nostro li sa fare.

Sorgente: Per i miracoli ci stiamo attrezzando | LA NOTIZIA

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