0 6 minuti 2 anni

La frase di ieri del ministro della Difesa ha scatenato le polemiche. Per alcuni celerebbe dietro la possibilità di un intervento dell’Italia al conflitto non più solo difensivo. Conte vuole una mozione M5S da votare in Parlamento. E il leader leghista ribadisce: “La priorità è il cessate il fuoco no l’invio di nuovi armamenti”

Il governo di Mario Draghi va avanti. L’Italia continuerà a sostenere la resistenza ucraina dopo l’aggressione russa, anche continuando a inviare armi a Kiev. A confermare la linea dell’esecutivo è stato ieri il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini. “Continueremo a supportare l’Ucraina nella sua difesa anche con dispositivi in grado di neutralizzare le postazioni dalle quali la Russia bombarda indiscriminatamente le città e la popolazione civile”, ha detto ieri il ministro dem davanti alle commissioni riunite Difesa e Esteri di Camera e Senato. Una frase che ha scatenato la polemica tra le forze di maggioranza, soprattutto nel M5S e anche nella Lega, dove ora il leader Matteo Salvini inizia ad avanzare dubbi sull’invio di armamenti a Kiev. “Guerini? Dopo due mesi e mezzo domandiamoci a chi stanno andando queste armi. Difendere l’Uraina è doveroso, ma penso che lo stesso popolo abbia disperatamente voglia di cessate il fuoco, di piace – dice il segretario leghista ospite di Radio Capital – Spiegatemi la differenza tra offensivo e difensivo, dopo migliaia di morti è giunto il momento di costringere Russia e Ucraina a sedersi a un tavolo”.

 

 

La frase di Guerini per alcuni celerebbe dietro la possibilità di una partecipazione attiva dell’Italia al conflitto, al fianco della Nato. Un intervento non più soltanto difensivo. Per questo subito dopo il dicastero ha corretto il tiro e in una nota ha precisato che Guerini “si riferisce a munizionamenti a cortissimo raggio funzionali al solo scopo difensivo e per proteggere città e cittadini”. Il ministro della Difesa, sempre ieri, parlando delle armi donate a Kiev ha elencato: “Sistemi contro carro, di difesa aerea a cortissimo raggio, mortai, munizionamenti di artiglieria, sistemi di comunicazione, dispositivi di protezione individuale e kit sopravvivenza”, spiegando in dettaglio le ragioni delle segretezza sull’elenco degli armamenti. Tre ragioni. La prima: “Evitare di palesare eventuali criticità o vulnerabilità delle forze di sicurezza ucraine. La seconda: non enfatizzare dal punto di vista comuncativo gli invii di armi avendo cura di non far percepire in termini provocatori alla parte russa questo tipo di attività”. E infine, ha concluso Guerini, un motivo “tecnico”. Cioè “che in particolari casi sono oggetto di cessione alcuni armamenti di fabbricazione straniera in dotazione alle nostre forze armate e in cui i Paesi produttori hanno chiesto di mantenere la necessaria riservatezza”.

Nella sua audizione il titolare della Difesa ha tracciato anche il quadro della possibile evoluzione dei combattimenti, destinati ad intensificarsi nei giorni che precedono la data simbolica del 9 maggio ed ha indicato con nettezza la ragione del sostegno militare al Paese aggredito. Gli obiettivi finali dell’offensiva di Mosca, infatti, secondo il ministro, “potrebbero essere rivisti sulla base delle capacità di resistenza dell’Ucraina ovvero ampliati qualora si assistesse ad un suo cedimento, con potenziale espansione dell’occupazione russa sino ad Odessa, per precludere all’Ucraina l’accesso al Mar Nero”.

Ma è stata sopprattutto la frase: “A Kiev armi per neutralizzare le postazioni dalle quali la Russia bombarda” a innescare le polemiche politiche. Subito è intervenuto il leader del M5S, Giuseppe Conte, che pur riconoscendo a Guerini “di aver fatto una precisazione assolutamente doverosa”, ha commentato: “Quella espressione appena l’ho letta dalle agenzie mi ha molto preoccupato poi è stata corretta perché presa così come è stata diffusa è preoccupante: significa che siamo disponibili a distruggere postazioni russe in territorio russo”. Ribadendo la necessità “che il premier Draghi e il ministro della Difesa vengano in Parlamento e si confrontino con i rappresentanti del popolo”. Ma non solo. I grillini faranno di più: vogliono un voto. Come ha spiegato Conte a Repubblica: “Come Movimento stiamo lavorando a un atto parlamentare che ribadisca quanto abbiamo detto in queste settimane: no all’escalation, no all’invio di armi sempre più offensive e letali”. L’obiettivo, ha precisato l’ex premier, “è fare chiarezza sulla posizione italiana rispetto al conflitto”.

 

 

Oggi a Radio Capital interviene anche Matteo Salvini: “Domandiamo a chi stanno andando queste armi, ricordiamoci la fuga dall’Afghanistan. Difendere l’Ucraina credo sia assolutamente giusto, doveroso e corretto ma lo stesso popolo ucraino credo che abbia disperatamente voglia di cessate il fuoco. Credo che sia giunto il momento di costringere e convincere le parti a sedersi attorno a un tavolo” per la pace. E ha ribadito: “Non penso che dopo due mesi e mezzo la risposta sia altre armi. Due mesi e mezzo fa abbiamo votato con convinzione (il decreto Ucraina, ndr) ma ora bisogna domandarsi cosa allontana la pace e cosa la avvicina”.

Sorgente: “Neutralizzare le postazioni russe”. Cosa ha detto Guerini sulle armi all’Ucraina. Salvini: “Chiediamoci a chi vanno”. Conte: “Votiamo in aula” – la Repubblica

Please follow and like us:
0
fb-share-icon0
Tweet 20
Pin Share20