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di Giorgio Cremaschi

Oggi il Corriere della Sera ha superato un confine che già da tempo gli era precario, quello dell’antifascismo. Nella sua sempre più dissennata foga guerrafondaia e militarista, il giornale arriva ad esaltare i tagliagole del battaglione Azov. E per fare ciò arriva a negare ciò che la storia e ogni documentazione provano; e che il revisionismo nazionalista ucraino e ora il giornale italiano negano.
Stepan Bandera, il padre cantato dai miliziani, era un delinquente nazista, collaborazionista di Hitler nello sterminio di ebrei, polacchi, russi, rom e naturalmente comunisti.
Ora per il primo giornale italiano anche il Mussolini ucraino diventa “controverso”, e i suoi crimini, elencati dal Centro Wiesenthal, diventano semplici accuse dei filo russi. Sono Fake News di guerra ed il Corriere le diffonde.
L’Ucraina sta subendo un’aggressione militare dalla Russia, ma riconoscere questo non significa dare legittimità al fascismo ucraino. Quando abbiamo condannato l’aggressione della Nato in Afghanistan non abbiamo per questo simpatizzato con i talebani. Perché invece il Corriere simpatizza coi nazisti?
C’è una sola spiegazione razionale in tutto questo: che si voglia che il nostro paese sia sempre più coinvolto e partecipe in questa guerra. E per questo bisogna che i nazifascisti di ieri e di oggi siano esaltati come combattenti per la libertà, assieme ai quali sembri giusto e glorioso combattere.
Questo è il veleno di questa sporca guerra che parte dall’Ucraina e arriva fino a noi: per farla fino in fondo bisogna dimenticare l’antifascismo.
Noi non lo dimentichiamo e anche per questo siamo contro la guerra e contro l’Italia ed i suoi giornali in guerra.
Antifascismo sempre.

Sorgente: Giorgio Cremaschi | Facebook

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