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Le autorità israeliane devono porre fine alle uccisioni illegali, ai ferimenti gravi e alle punizioni collettive nei confronti dei palestinesi, molti dei quali minorenni.

L’ultimo episodio ha avuto per vittima la giornalista palestinese Shirin Abu Akleh, colpita da un proiettile al capo l’11 maggio mentre stava seguendo un’incursione dell’esercito israeliano nella città di Jenin.

Molti palestinesi sono stati uccisi o feriti a causa dell’uso eccessivo della forza da parte dei militari israeliani durante le proteste o nel corso di perquisizioni e raid. In alcuni casi le uccisioni sono avvenute con modalità equivalenti a esecuzioni extragiudiziali, che sono un crimine di diritto internazionale.

“L’uccisione di Shirin Abu Akleh, una giornalista di lungo corso, è un sanguinoso monito del sistema mortale con cui Israele circonda i palestinesi, che vengono impunemente uccisi ovunque. Quanti altri di loro dovranno essere uccisi prima che la comunità internazionale chiami Israele a rispondere di questi continui crimini contro l’umanità?”, ha commentato Saleh Higazi, vicedirettore di Amnesty International per il Medio Oriente e l’Africa del Nord.

La violenza ha conosciuto un’escalation dal 21 giugno 2021, giorno dell’insediamento del primo ministro israeliano Naftali Bennett. Marzo e aprile del 2022 sono stati i mesi col più alto numero di palestinesi e israeliani uccisi in un contesto diverso dal conflitto armato: mai dal 2008 c’era stato un bimestre così sanguinoso.

Secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari e i dati di Amnesty International, dal 21 giugno 2021 all’11 maggio 2022 le forze israeliane hanno ucciso almeno 79 palestinesi, tra i quali 14 minorenni, nei Territori palestinesi occupati. Solo nel marzo 2022, le forze israeliane hanno ucciso 12 palestinesi, tra i quali tre minorenni. Un altro palestinese è stato ucciso da un colono israeliano.

Nell’aprile 2022, le forze israeliane hanno ucciso almeno 22 palestinesi, tra i quali tre minorenni. In diversi attacchi da parte di uomini armati palestinesi all’interno di Israele, dal 22 marzo 2022 sono stati uccisi 18 israeliani.

Questo preoccupante aumento delle violazioni dei diritti umani avviene mentre le autorità israeliane stanno minacciando ulteriori violenze nei confronti dei palestinesi. Il primo ministro Bennett, oltre ad aver dato l’ordine di sparare a palestinesi il cui operato non costituisce un’immediata minaccia, ha più volte fatto dichiarazioni che incitano alla violenza e incoraggiano l’uso illegale della forza. Altri esponenti politici hanno apertamente incitato alla violenza, evidenziando fino a che punto sia arrivata la discriminazione istituzionalizzata nei confronti dei palestinesi.

Mentre le autorità palestinesi della Cisgiordania hanno condannato tutti gli attacchi contro i civili israeliani, alcuni gruppi armati palestinesi li hanno incoraggiati.

“Gli stati del mondo hanno la responsabilità morale e giuridica di agire immediatamente per porre fine ai continui crimini che Israele commette contro i palestinesi per mantenere quella calamità che si chiama apartheid. Il procuratore del Tribunale penale internazionale dovrebbe impostare la rotta verso la giustizia, la verità e la riparazione, onde spezzare quell’impunità che favorisce i crimini in atto”, ha aggiunto Higazi.

Amnesty International ha parlato con nove testimoni oculari e tre avvocati che difendono detenuti palestinesi. Ha inoltre esaminato prove fotografiche e filmate, svolto osservazioni sul campo e raccolto informazioni da organizzazioni per i diritti umani. Ciò al fine di analizzare modalità ripetute di uccisioni illegali, arresti arbitrari, maltrattamenti e torture e punizioni collettive ai danni dei palestinesi. Amnesty International ha anche raccolto informazioni su attacchi mortali da parte di palestinesi armati contro civili israeliani.

 

Uccisioni di minorenni palestinesi

Dall’inizio del 2022 fino all’8 maggio le forze armate israeliane hanno ucciso otto minorenni palestinesi, in circostanze che sembrano indicare che si sia trattato di uccisioni illegali attraverso l’uso eccessivo o immotivato della forza letale. Nello stesso periodo, un altro minorenne palestinese è stato ucciso da un colono armato israeliano.

Il 13 aprile 2022 le forze israeliane hanno ucciso Qusai Fuad Mohammad Hamamra, 16 anni, nelle operazioni di ordine pubblico durante una protesta in corso a Husan, nei pressi di Betlemme. Almeno uno dei diversi proiettili esplosigli contro lo ha colpito al capo. L’esercito israeliano ha dichiarato di aver ucciso una persona che aveva lanciato una bottiglia Molotov contro i soldati, nessuno dei quali è rimasto ferito.

 

Attacchi brutali alla moschea di al-Aqsa

Durante il Ramadan, dal 3 aprile e fino all’8 maggio, le autorità israeliane hanno limitato l’accesso ai fedeli musulmani diretti alla moschea di al-Aqsa, a Gerusalemme Est, e allestito posti di blocco semi-permanenti per bloccare l’accesso alle strade che portano al luogo di preghiera.

Le forze di polizia israeliane hanno brutalmente attaccato i fedeli dentro e intorno alla moschea e hanno fatto ricorso a livelli di violenza che costituiscono maltrattamenti e torture per disperdere i fedeli.

Secondo la Mezzaluna rossa palestinese, il 15 aprile le forze israeliane hanno arrestato oltre 400 palestinesi, molti dei quali minorenni, dopo un’escalation di violenza durata sei ore in cui almeno 150 palestinesi sono stati feriti da proiettili di gomma e manganellate.

Testimoni oculari hanno riferito che i proiettili di gomma erano diretti a parti superiori del corpo, come la testa, la schiena e il petto. Sono stati presi di mira anche giornalisti, donne, personale paramedico, anziani e persone con disabilità.

 

Attacchi contro cittadini israeliani

In vari attacchi portati a termine da palestinesi armati, dal 22 marzo 2022 sono stati uccisi 18 cittadini israeliani, fra cui tre agenti di polizia e due persone di nazionalità straniera. Sei palestinesi responsabili degli attacchi sono stati uccisi dalle forze israeliane, un altro da un cittadino israeliano armato.

Il 7 aprile un palestinese del campo rifugiati di Jenin ha aperto il fuoco in un ristorante di Tel Aviv uccidendo tre persone e ferendone oltre una decina. Dopo l’attacco le autorità israeliane hanno arbitrariamente limitato la libertà di movimento di tutti gli abitanti di Jenin fino al 17 aprile. I due principali check-point attraverso i quali si esce da Jenin e vi si rientra sono stati chiusi.

“Attaccare i civili è un fatto scioccante che giustamente viene condannato in ogni parte del modo. Israele ha il dovere di proteggere tutte le persone che sono sotto il suo controllo e di dare il giusto valore alla vita di tutti. Per farlo, deve affrontare le cause di fondo della violenza e agire per porre fine all’apartheid. Israele ha dato prova più volte di non tenere in considerazione il diritto internazionale e, pertanto, sono gli stati del mondo a dover agire chiamando Israele a rendere conto del suo operato e a smantellare il sistema di apartheid contro i palestinesi”, ha concluso Higazi.

Sorgente: Israele e Territori palestinesi occupati: aumento delle uccisioni illegali, urgente porre fine all’apartheid israeliano contro i palestinesi – Amnesty International Italia

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