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Oggi la Commissione europea metterà sul tavolo la proposta di embargo graduale al petrolio russo, da completare in un periodo tra i sei e gli otto mesi. La presenterà a Strasburgo la presidente Ursula von der Leyen alla plenaria del Parlamento europeo. Poi sarà compito del Consiglio europeo, che si riunirà subito dopo, trovare la quadra con i governi nazionali, fra cui già due Paesi, Slovacchia e Ungheria, hanno messo le mani avanti, chiedendo una deroga speciale per quest’anno e il prossimo. Il presidente Charles Michel è ottimista: “Sono fiducioso che il Consiglio imporrà in via imminente altre sanzioni, in particolare sul petrolio russo”, ha detto ieri. Ma sulle tempistiche proposte dalla Commissione, che la Germania ha già dichiarato di condividere, l’unanimità dei 27 non c’è ancora. Per l’Italia non sarà un grave problema, perché la dipendenza dal petrolio russo non supera il 10% della domanda nazionale, ma la riduzione di greggio russo sul mercato mondiale provocherà un ulteriore aumento del prezzo del petrolio, destinato a impattare sulle famiglie e le imprese. Un elemento di criticità in più è la Isab di Priolo, controllata dal gruppo russo Lukoil, che pur non essendo per ora soggetta a sanzioni è costretta a comprare il greggio dalla Russia per le difficoltà di credito. Si tratta di una raffineria che occupa oltre 3.500 persone tra diretto e indotto, rappresenta il 20% della capacità di raffinazione nazionale ed è un importante produttore di gasolio: senza un intervento governativo rischia di bloccarsiEmbargo al petrolio russo entro 6 mesi in Ue, l’annuncio della von der LeyenSul fronte del gas, invece, la situazione italiana è più critica. Gli stoccaggi si stanno riempendo al ritmo di circa un miliardo e mezzo di metri cubi al mese e sono al 40%, per cui ci vorranno sei mesi per raggiungere il 90% necessario ad affrontare il prossimo inverno “con una certa tranquillità”, ha spiegato alla Camera il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani. Uno stop immediato alle forniture dalla Russia “renderebbe critico il superamento dell’inverno 2022-23”, con la probabile necessità di razionamenti. Un’interruzione potrebbe essere decisa da Mosca, che pretende il saldo in rubli per le forniture di gas. Già a metà mese alcuni operatori dovranno fare dei pagamenti e rischiano di essere considerati inadempienti. Cingolani ha ribadito la sua richiesta a Bruxelles di dare direttive “al più presto”, ma ha smentito le sue aperture al pagamento in rubli, uscite nell’ambito di un’intervista a Politico: “La posizione dell’Europa è unita in questo, serve una posizione unitaria, qualunque sia”. La posizione italiana è invece molto chiara sulla questione del tetto al prezzo del gas. Il cosiddetto price cap, “chiesto dall’Italia fin dall’inizio della crisi”, consentirebbe di “ridurre i costi esorbitanti che gravano sulle nostre economie” e “diminuire le somme che ogni giorno inviamo a Putin” e finanziano la guerra, ha ricordato ieri il presidente del Consiglio Mario Draghi all’Europarlamento.

Sorgente: Gas russo, Cingolani: indispensabile, seri rischi per l’inverno – Cronaca – quotidiano.net

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