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Anarchico e volto della Rivoluzione Messicana contro i latifondisti e la dittatura.
Cresce bilingue parlando sia spagnolo che nahuatl (un’antica lingua messicana).
Cresce in una famiglia contadina estremamente povera e numerosa e rimane orfano a 16 anni. E’ un gran lavoratore oltre che un ragazzo curioso ed intelligente. A vent’anni comincia la sua attività politica in contrasto al regime di Diaz.
Verso la fine del 1910, Zapata inizia la lotta armata, diventando capo indiscusso della rivoluzione del Sud.
La guerriglia zapatista é inafferrabile, i guerriglieri colpiscono e spariscono.
Dopo varie vittorie, nel 1914 ad Aguascalientes ci sarà una convenzione tra le differenti fazioni rivoluzionarie che però non riusciranno ad accordarsi fra loro. In seguito alla rottura con Venustiano Carranza, che rappresentava la borghesia agraria del nord (e che successivamente sarà complice del suo omicidio), le truppe contadine di Villa e Zapata entrano trionfanti a Città del Messico sventolando i vessilli della Vergine di Guadalupe, patrona dei popoli indigeni. Zapata in quella occasione rifiuterà di sedersi sulla poltrona presidenziale dicendo: “Non combatto per questo. Combatto per le terre, perché le restituiscano”.
Dichiarerà che il suo scopo è semplicemente quello di restituire le terre a chi le lavora, come recita la scritta sulla bandiera nera zapatista “tierra y libertad”. (“la casa è di chi l’abita, la terra è di chi la lavora”, come recitava un vecchio stornello libertario.)
Mantenendo un forte senso di disciplina rivoluzionaria, lx seguaci di Zapata non commetteranno saccheggi né atti di violenza sui civili.
Nel 1915, nello Stato del Morelos, viene sperimentato un esempio di democrazia diretta, passato alla storia con il nome di “Comune di Morelos”. Gli zapatisti, a cui si erano aggiunti numerosi giovani ed intellettuali provenienti da Città del Messico, iniziano a distribuire terre e “potere” decisionale al pueblo.
Zapata verrà ucciso in un’imboscata 4 anni dopo.
Non aveva ancora compiuto 40 anni.
All’uomo rappresentativo della rivoluzione popolare
all’apostolo dell’agrarismo
al visionario che mai perse la fede
all’immortale Emiliano Zapata.

Sorgente: da ricerca Facebook – Parliamone

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