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dal nostro corrispondente Antonello Guerrera

Fotografia: Il Palazzo di Westminster, a Londra

I continui scandali delle ultime settimane hanno macchiato la fama del Parlamento britannico. Ora si cerca disperatamente di salvare il buon nome della ‘culla della democrazia occidentale’. Ma non sarà facile

LONDRA – Sarà anche la “culla della democrazia dell’Occidente”, ma oggi è sempre più associato a scandali sessuali, sessismo, machismo, misoginia, bullismo. Il glorioso Parlamento britannico di Westminster non solo dovrà essere ristrutturato dal prossimo autunno (dopo lo splendido Big Ben appena rimesso a nuovo), ma dovrà presto rifarsi anche la reputazione visti gli avvenimenti delle ultime settimane e le macchie che si stanno spargendo sulla sua leggendaria storia. Non a caso, per Westminster, a Londra è sempre più in voga il suo soprannome dispregiativo: “Pestminster”. O “Pornminster”.

 

 

Un luogo speciale

Chi scrive ha accesso libero a Westminster da oltre tre anni in quanto giornalista parlamentare, e ci sono pochi luoghi politicamente più emozionanti. È un labirinto di fascino borgesiano, tra i suoi infiniti corridoi, piani, stazone e stanzette, scalette, scantinati segreti, cripte, la maestosa terrazza sul Tamigi, l’irta torretta dove fino al Covid ci si incontrava con i portavoce del primo ministro. E ovviamente la Camera dei Comuni, con la sua spettacolare teatralità e i dibattiti unici al mondo, ma anche le stanze delle commissioni, gli arredamenti, la moquette verde e i rivestimenti di Pugin, le tantissime convenzioni non scritte ma che bisogna rispettare, come per esempio le foto vietate o il tenere le mani in tasca per far capire al deputato che si parla “off the record”. Fino alle statue di Lloyd George, Churchill, Attlee e Thatcher dopo il colossale atrio della Westminster Hall, la dorata Camera dei Lord, la cosiddetta Gallery (gli invisibili spalti della Camera dei Comuni per giornalisti), la Lobby (cioè l’atrio dove bazzicano e si può approcciare i deputati all’uscita dal portone dell’aula del Parlamento).

 

La "Central Lobby" del Parlamento di Westminster
La “Central Lobby” del Parlamento di Westminster 

 

Il “dark side”

Poi c’è il lato oscuro di Westminster. Non la Congiura delle Polveri di Guy Fawkes ma quello che accade intorno al lavoro quotidiano. Che è di certo tanto: i deputati lavorano quasi tutta la giornata e quando il Parlamento non si riunisce (come in questi giorni fino al discorso della Regina del 10 maggio che inaugurerà la nuova sessione dei Comuni e dei Lord) tornano nelle loro circoscrizioni per incontrare costantemente gli elettori locali nelle cosiddette “surgery”. Perché qui il sistema elettorale è uninominale secco e quindi, al di là dell’etica del lavoro, tocca davvero spendersi e impegnarsi per la collettività altrimenti si rischia di non venire rieletti al prossimo giro.

L’alcol e il bar “degli sconosciuti”

Qualcuno ha giustificato errori e malefatte dei deputati anche per il troppo lavoro. Che però non può essere certo una scusante per ciò che sta avvenendo e gli scandali di queste settimane. Un’altra possibile causa dei disdicevoli comportamenti nel Parlamento britannico, secondo altri, è la cultura dell’alcol. È infatti quotidiano che giornalisti, deputati, consiglieri e portavoce si ritrovino informalmente nel tardo pomeriggio per bere pinte e alcolici al cosiddetto bar ‘The Strangers‘ (‘gli sconosciuti’ o ‘gli estranei’). Che oltre ad avere una bellissima terrazza sul Tamigi, è anche l’unica zona franca in cui i giornalisti possono passare del tempo (sempre tutto “off the record”) con i deputati e i rappresentanti dei partiti.

Tutti gli altri bar e locali (a parte quelli della luminosa estensione moderna Portcullis House del Parlamento, sempre sulla sponda nord del Tamigi ma dall’altra parte di Bridge Street) sono divisi per classi: ci sono solo quelli per politici, quelli solo per giornalisti, e quelli esclusivamente per visitatori.

 

La sala cena "The Strangers", di fianco all'omonimo bar nel Parlamento britannico
La sala cena “The Strangers”, di fianco all’omonimo bar nel Parlamento britannico 

 

Molestie e palpeggiamenti

Durante il dopolavoro alcolico in Parlamento possono succedere tante cose. Molto spesso ci si diverte e soprattutto si approfondiscono conoscenze professionali utili per il proprio lavoro. Altre volte, però, possono accadere episodi inquietanti. Qualche giorno fa la ministra del Commercio internazionale britannica, Anne Marie-Trevelyan, ha rivelato che una volta un ex anonimo deputato, dopo qualche birra, l’avrebbe palpeggiata più volte e spinta verso il muro, prima che la parlamentare tory riuscisse a divincolarsi. Oggi il deputato laburista e attivista gay Chris Bryant ha raccontato come, soprattutto all’inizio della sua carriera in Parlamento dopo essere stato appena eletto vent’anni fa, sia stato molestato da “alcuni deputati più anziani mai dichiaratisi omosessuali”.

I giornalisti vittime

Lo stesso è capitato, secondo il suo stesso resoconto, a un giornalista dello Scotsman, Alexander Brown, che ha accusato un altro anonimo deputato anche di avergli rivolto offese antisemite. Mentre un altro reporter parlamentare e di famiglia con origini cinesi, Henry Dyer di Business Insider, ha denunciato affermazioni e gesti razzisti e sinofobi contro di lui da parte di un deputato laburista, Neil Coyle, proprio sulla terrazza dello Strangers. Coyle si è scusato e ha conservato il posto, ma questo caso ha fatto molto discutere. L’altro giorno il ministro della Difesa britannica, Ben Wallace, ha esortato i suoi colleghi a Westminster “a rinunciare all’alcol dopo le 18 e tornare a casa in famiglia”.

Il caso ‘Basic Instinct’

Non solo. Ovviamente è in corso il Partygate, il grave scandalo delle feste proibite in lockdown che ha coinvolto e che potrebbe far cadere il primo ministro, Boris Johnson. Ma la settimana scorsa è stata la volta del caso ‘Basic Instinct’. Tutto è nato da un articolo del Mail On Sunday di due domeniche fa che ha destato scandalo e scalpore per un racconto firmato dal capo della redazione politica, l’esperto Glen Owen. Il quale ha riportato, senza filtro e apparentemente dando credito alla ricostruzione, i rumor e i pettegolezzi misogini e sessisti di alcuni anonimi deputati conservatori. Secondo questi ultimi, Angela Rayner, vice del leader del partito laburista Keir Starmer, nel question time alla Camera dei Comuni mercoledì scorso “avrebbe volontariamente accavallato più volte le gambe dai banchi dell’opposizione di fronte a Boris Johnson, mentre quest’ultimo parlava, per distrarre il primo ministro nella sua esposizione. Insomma, come Sharon Stone in Basic Instinct“.

L’illazione ha scatenato un putiferio sin dalle anticipazioni di sabato sera, e il Mail On Sunday è stato travolto da sdegno e proteste durissime su Twitter, da lettori, cittadini comuni ma anche dai colleghi di altri giornali, e soprattutto colleghe. Tra le altre, Kate McCann, una delle giornaliste più rispettate nella cerchia dei reporter parlamentari (ex SkyNews, ora capo del politico della nuova TalkTv di Murdoch), ha subito twittato: “Vedete tutte le donne e le giornaliste furiose contro quell’articolo? Ecco, è perché quasi ognuna di noi nella sua carriera è stata prima o poi vittima di qualcosa del genere, e più di una volta. Sinceramente, siamo stufe, disgustate e non ne possiamo proprio più”.

 

 

Decine di deputati sotto accusa

Tra l’altro, il caso di misoginia contro Rayner è arrivato nel giorno di uno scoop del Sunday Times che, paradossalmente, è stato oscurato da questa vicenda ma che contiene accuse gravissime. Secondo il settimanale della domenica, addirittura 56 deputati del Parlamento britannico sono stati segnalati nei mesi scorsi per “comportamento sessuale inappropriato” all’Independent Complaints Grievance Scheme (piattaforma nata dopo lo scandalo #MeToo). Addirittura, tra loro ci sarebbero tre ministri in carica e due ministri “ombra” dell’opposizione laburista.

John Bercow e il bullismo

Insomma, lo scandaloso caso occorso a Rayner sembra purtroppo essere solo la punta dell’iceberg. E un’altra polemica è esplosa per alcune recenti denunce per bullismo di donne che però sono state rese pubbliche dalle autorità di Westminster senza schermare i loro nomi, esponendo così le vittime anche a possibili vendette e ritorsioni da parte dei loro datori di lavoro in Parlamento. E se non fosse abbastanza, l’ex speaker della Camera, l’istrionico e celebre John Bercow, è stato condannato pure lui per ripetuto bullismo verso i suoi collabaratori da una inchiesta interna di Westminster, che ha intimato all’ex presidente dei Comuni di non mettere più piede in Parlamento.

 

John Bercow, speaker della Camera dei Comuni fino al 2019
John Bercow, speaker della Camera dei Comuni fino al 2019 

 

Il porno in aula

Ma, tornando agli scandali sessuali, il partito conservatore non ne è nuovo a Westminster. La settimana scorsa è stato beccato a guardare porno in aula il 65enne deputato conservatore ed ex contadino Neil Parish, che ha provato a giustificarsi dicendo di stare googlando la ricerca di un trattore “Dominator” e di essere finito per sbaglio su un sito porno. Un alibi inconsistente, tanto che ieri Parish ha annunciato le sue dimissioni “dopo la vergogna causata anche a mia moglie”. Nel 2017, per fare un altro esempio, il “primo segretario di Stato” Damian Green, 66 anni e uno dei più fedeli alleati di Theresa May, venne beccato a guardare porno sul suo computer di lavoro nell’ufficio del Parlamento, e poi costretto a dimettersi per aver detto il falso.

 

Il deputato conservatore Neil Parish
Il deputato conservatore Neil Parish (afp)

 

Il deputato tory e le molestie a un 16enne

Non solo. Solo tre settimane fa un altro deputato conservatore inglese, il 48enne Imran Ahmad Khan, è stato sospeso e si è dimesso dal suo seggio di Wakefield per essere stato giudicato colpevole in primo grado di aver molestato sessualmente un ragazzino 16enne a una festa nel 2011. Khan ha promesso di fare ricorso, ma il suo caso ha scatenato polemiche anche contro un altro parlamentare tory.

 

 

Ovvero il 61enne Crispin Blunt, gay come Khan e a capo della Commissione anti discriminazioni sessuali e di genere, che ha definito il processo contro il suo collega una farsa e “l’ennesima caccia alle streghe contro la comunità omosessuale”. Parole che hanno provocato una furia di polemiche da parte di associazioni e genitori, fino alle scuse di Blunt. Lo stesso che oggi ha annunciato di non ricandidarsi alle prossime elezioni per la sua circoscrizione di Reidgate, che sinora lo ha eletto ininterrottamente addirittura dal 1997, per lasciare per sempre la politica.

Sesso e coca

Non è finita qui. Perché fino a qualche giorno prima a Westminster non si parlava d’altro che del 56enne deputato tory David Warburton, anche lui protagonista di uno scandalo nazionale che sta facendo molto discutere, con tuttora molti lati oscuri: accuse di molestie sessuali da due donne, una foto con quella che sembra cocaina in cucina, il ricovero in ospedale psichiatrico, il sospetto di qualche esponente conservatore che sia una trappola di qualche “potenza straniera maligna”, le indagini dell’MI6.

 

Ecco perché il nuovo speaker della Camera, il 64enne Sir Lindsay Hoyle, ha chiesto una urgente review interna per cercare di salvare la reputazione di Westminster, prima che diventi un covo di scimmie, come nella straordinaria opera del misterioso artista Banksy Devolved Parliament. Uno dei primi provvedimenti potrebbe essere il divieto di alcol in Parlamento. Ma, a vedere la valanga di casi degli ultimi giorni, il problema sembra ben più ampio, esteso e culturale. Dio salvi la Regina, ma anche Westminster.

 

 

L'opera "Devolved Parliament" di Banksy
L’opera “Devolved Parliament” di Banksy 

Sorgente: Dal sesso alla cocaina, dal bullismo all’alcolismo: perché la reputazione di Westminster è in pezzi – la Repubblica

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