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Fotografia: Omicron è responsabile dei lockdown in Cina (ansa)
In Sudafrica stanno alimentando una nuova ondata, ma la 4 è stata isolata anche in Italia. Perno (Bambino Gesù): “Questo virus sembra non smettere mai di evolversi per diventare più contagioso”. Con la popolazione infettata arrivata a due terzi nel mondo, “possiamo difenderci con una buona immunità”

Omicron impara a contare. E a ogni nuova cifra fa increspare le acque della pandemia. Se l’Italia oggi è alle prese con la variante numero 2 – e i contagi stentano a scendere come ci si attendeva – il Sudafrica è molto più avanti. La nazione che è considerata patria di Omicron è arrivata alla quinta ondata, alimentata dalle varianti 4 e 5.

La curva, complice l’autunno, è di nuovo in salita. E il resto del mondo si domanda se è solo questione di tempo e lo stesso film arriverà ovunque, anche da noi. In Italia Omicron 4 è già stato “avvistato” da due laboratori a Reggio Calabria il 21 aprile e a Monza il 29.

“Omicron è una variante diversa dalle altre” spiega Carlo Federico Perno, direttore dell’unità di Microbiologia del Bambino Gesù di Roma. “Ha una capacità straordinaria di evolversi e raffinarsi. Purtroppo è un virus patogeno, ma Darwin lo potrebbe considerare un esempio da manuale della sua teoria”.

Ogni nuova subvariante, finora, si è mostrata più abile nell’infettarci rispetto alla precedente, tanto che Omicron e i suoi fratelli oggi sono considerati i virus più contagiosi fra quelli noti nella storia.

 

 

Il consigliere per la pandemia della Casa Bianca, Ashish Jha, ha avvertito che in pratica nessuno sfuggirà: “Sarà assai arduo evitare che qualcuno prenda il Covid. E non è nemmeno il nostro obiettivo”. Jha la settimana scorsa commentava la positività della vicepresidente Kamala Harris (guarita ieri senza gravi sintomi), arrivata dopo il suo quarto vaccino.

Dal Sudafrica intanto cominciano ad arrivare le prime scene del film cui potremmo assistere anche noi. La salita di Omicron 4 e 5 è stata molto rapida. Si stima che le ultime due sorelle di Omicron siano dell’8% e del 12% più contagiose di Omicron 2. Da marzo, in un mese, i contagi sono passati da mille a 6mila e le subvarianti 4 e 5 dal 5% al 50% dei casi, dividendosi la “piazza” più o meno a metà fra l’una e l’altra.

Ricoveri e decessi, però, in quel paese sono aumentati in modo lieve. “La storia dei virus ci insegna che l’evoluzione li porta a diventare più contagiosi, ma non necessariamente più aggressivi” spiega Perno.

Ancora incerti, invece, sono i dati sulla probabilità di reinfettarsi. Dal Sudafrica arriva un primo studio pubblicato su MedrXiv dall’Africa Health Research Institute che non contiene ottime notizie: gli anticorpi di 24 persone contagiate con Omicron 1 alla fine dell’anno scorso, e non vaccinate, non sono stati in grado di contrastare Omicron 4 e 5. Gli altri 15 volontari, sempre contagiati con Omicron 1, ma vaccinati, hanno invece nel sangue anticorpi capaci di neutralizzare le nuove subvarianti.

Un campione di 39 persone è considerato troppo piccolo per fornirci indizi certi. “Ma sospettiamo che se oggi ci ammaliamo di meno è più per merito dei vaccini che per l’evoluzione del virus” spiega Perno.

 

 

Il caso di Hong Kong lo dimostra. La regione asiatica ha affrontato a marzo un’ondata di Omicron 2 con due terzi degli anziani non vaccinati, toccando i 300 morti al giorno con 7,4 milioni di abitanti. L’equivalente, per l’Italia, sarebbe stato superare quota 2mila vittime. Prima di chiamare Omicron “buona”, insomma, bisognerebbe pensarci due volte.

 

 

Con due anni di pandemia sulle spalle, poi, l’umanità non può certo più dirsi naif. “Immunità di gregge non è il termine corretto” premette Perno. “Però tra vaccini e guarigioni stiamo sviluppando una sorta di protezione”. Anche perché tutti gli indizi suggeriscono che il numero ufficiale dei contagi sia assai più alto di quel che vediamo. “Gli asintomatici sono numerosissimi. Molti poi preferiscono fare il tampone casalingo e non dichiararlo per non affrontare l’iter burocratico del Covid”.

In Africa, che ha vaccinato il 15% dei suoi adulti, l’Organizzazione mondiale della sanità stima che due persone su tre si siano contagiate finora, con una percentuale di asintomatici molto più alta della nostra: il 67%. E anche nei paesi occidentali il coronavirus ha quasi completato il suo primo giro di giostra all’interno della specie umana.

I Centers for Disease Control americani hanno condotto dei test sierologici assai indicativi, che riescono a osservare gli anticorpi rivolti contro proteine del coronavirus diverse dalla spike (quella offerta dai vaccini): solo chi ha avuto il virus può contenerli nel sangue, non chi è vaccinato.

Il risultato: il 58% degli adulti e il 75% dei bambini sono stati contagiati, pari a 200 milioni di persone su 330, oltre un terzo in epoca Omicron (da dicembre). I casi ufficiali negli Usa sono 81 milioni, 3,7 volte di meno rispetto a quelli reali.

 

 

Il panorama dell’Unione Europea non è diverso. Qui, secondo il Commissario per la Salute Stella Kyriakides, i casi ufficiali rappresentano il 30% della popolazione, ma i contagi reali potrebbero arrivare a 350 milioni: il 77% della popolazione. Il primo giro di giostra, per Sars-Cov2, è stato sicuramente vorticoso. “E non ci permette ancora di abbassare la guardia” avverte Perno. “Ma al momento, con i fratelli di Omicron, non sembra che il virus sia lanciato verso una nuova fuga in avanti”.

Sorgente: Covid, Omicron: ecco le varianti 4 e 5 più contagiose dell’attuale 2 – la Repubblica

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