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L’elezione a deputato e gli interessi con le ambasciate. Il giudizio dell’ex FI Cosentino intercettato dalla Dda

di Concita Sannino

NAPOLI – A pensar male, la politica arriva prima di tutti. E allora chissà se sul conto di Antonio Capuano, il superconsulente sbucato dal nulla sotto l’ala di Matteo Salvini, non avesse ragione il vituperato Nicola Cosentino, buonanima (istituzionale) di Forza Italia, quasi un secolo fa, quando gli capitò di commentare il profilo dell’allora collega deputato come quello di “un imbroglione”. Era un gratuito insulto, o forse aveva visto giusto il pragmatismo dell’allora potente Nick ‘o mericano, mentre la Distrettuale antimafia ne registrava i colloqui con colleghi o imprenditori di camorra?

Fatale che vengano fuori, adesso, su Capuano l’acchiappa-Putin i casuali natali della sua elezione nel 2001, o le misteriose connessioni internazionali di oggi. “Fu inserito in lista perché nel collegio arrestarono il direttore generale della Asl sciolta per camorra, pochi giorni prima della chiusura delle liste”, racconta qualche consigliere senior di Frattaminore. Per la cronaca: era la “Napoli 4” e al posto di quel manager designato alle politiche nel collegio 16, ecco comparire l’ambizioso trentenne che allora si presentava solo come “diplomato perito elettronico”. Solo dopo sarebbero arrivate le lauree (con le Università digitali). Ma Capuano s’era comunque fatto notare, dai berluscones: aveva fatto crescere Forza Italia nelle urne con un espediente non da poco. “Prometteva l’apertura di una cartiera in zona, tra Frattaminore e Acerra. Parlava di progetti sicuri, mostrava cartine, aprì ai colloqui con i giovani del territorio”. I voti arrivarono, la cartiera ovviamente nessuno l’ha vista mai.

 

 

Un profilo di bluffatore si affaccia, dietro quello dell’esperto di “diplomazia giuridica”. Mentre l’imbarazzo dilaga nella Lega e lui, il fautore del fantomatico Piano della Pace in quattro punti, alza le mani – “Ora lasciatemi pensare a questa vita che nasce”, si difende Capuano, che sta per diventare papà – riemergono frammenti che l’avvocato ha evidentemente rimosso. E fanno a pugni sia coi presunti affari internazionali, sia con le “perle” che riempiono la sezione del suo sito web “Il Capuano Pensiero” (tutto maiuscolo, solo frasi lapidarie. Tipo: “Le tasse sono giuste quando eque e ingiuste quando inique. Punto”).

Capuano si fa chiamare “professore” presentandosi a Tor Vergata con l’ex ministro della Cultura del Qatar, Hamad Bin Abdulaziz Al-Kawari: ma l’Ateneo gli riconosce temporaneamente solo un incarico in Diritto internazionale, da mille euro l’anno. Appare come titolare di una società, la Rhenda Europe Ltd, collegata fino a poco tempo fa a un ufficio piantato a Roma nel cuore di Piazza di Spagna. E tra i suoi incarichi c’è quello di avvocato dell’ambasciata del Kuwait: sebbene, su una recente pubblicazione on line The Italian Insider, la cronaca sia impietosa: “La solenne promessa dell’avvocato dell’ambasciata del Kuwait in Italia, Antonio Capuano, di provvedere al pagamento dell’annoso debito con Italian Insider accumulato per il lavoro commissionato dal precedente ambasciatore, si è purtroppo risolta in un nulla di fatto”. Eccetera. Vogliono 10mila euro.

 

 

Saranno anche datate, ma sembrano allora schegge illuminanti, oggi, le parole che pronunciò sul suo conto Nicola Cosentino, l’ex deputato e sottosegretario berlusconiano poi travolto dalle indagini sul clan dei casalesi (è stato condannato, anche in appello, a dieci anni, nel processo principale sul consorzio dei rifiuti). Beninteso, Capuano mai ha sfiorato quegli ambienti opachi né ha mai coltivato ombre di connivenza: era solo un “collega”.

Ed è il 3 luglio 2004, tarda mattinata, quando l’ex sottosegretario è intercettato mentre parla con Michele Orsi, imprenditore colluso che sarà poi ucciso dal killer Giuseppe Setola, lo stragista del gotha dei casalesi (perché l’uomo d’affari stava per pentirsi e aveva cominciato a riempire alcuni verbali dinanzi ai pm). Orsi riferisce a Nicola che lo ha cercato l’onorevole Capuano, vuole sapere di alcune assunzioni, ma – come riferisce all’amico Nicola – lo stoppa: “Guarda che il nostro riferimento è Cosentino”. Il parlamentare liquida così la questione: “Ma Capuano ha imbrogliato mezzo mondo”.

Sorgente: “Capuano è un imbroglione”: gli affari e i bluff del consulente di Salvini – la Repubblica

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