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La richiesta di un’audizione congiunta per capire se gli ospiti della tv di Stato che ripropongono la propaganda del Cremlino si muovano come rappresentanti della stampa estera o come funzionari del governo di Putin

Lorenzo De Cicco

ROMA – “Ma sono giornalisti russi o agenti di Mosca?”. Se lo chiede la Commissione di Vigilanza Rai, pronta a chiedere – sarebbe la prima volta – un’audizione congiunta con il Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica. L’obiettivo è capire, tramite le informazioni in possesso della nostra Intelligence, se gli ospiti della tv di Stato che ripropongono in loop la propaganda del Cremlino si muovano effettivamente come rappresentanti della stampa estera o piuttosto come funzionari del governo di Putin. La richiesta di audizione congiunta è stata avanzata martedì sera da Andrea Romano, deputato Pd e membro della Vigilanza. Ma ha il sostegno di altri commissari, tanto che il presidente dell’organismo, il forzista Alberto Barachini, ha deciso di sottoporre il tema al numero uno del Copasir, Adolfo Urso di FdI. Secondo fonti della Vigilanza, se il Copasir desse il via libera, la seduta potrebbe essere calendarizzata già la prossima settimana, forse in coincidenza con l’audizione dell’amministratore delegato Rai Carlo Fuortes, in programma il 4 maggio.

 

“Vogliamo capire se si tratta di giornalisti russi che operano liberamente o addirittura di funzionari del governo russo che diffondono la propaganda del Cremlino”, spiega Michele Anzaldi, deputato di Italia Viva in Vigilanza. Del resto l’altro ieri a CartaBianca, su Rai 3, è stata ospitata, in collegamento da Mosca, Nadana Fridrikhson, giornalista di “Zvezda”, emittente controllata direttamente dal Ministero della Difesa russo. Sul terzo canale, Fridrikhson ha sostenuto concetti così: “L’operazione militare speciale russa ha il compito di terminare la guerra iniziata dal regime di Kiev sostenuto dagli Stati Uniti”. Secondo Anzaldi, “alla luce della pericolosa deriva presa dall’informazione del servizio pubblico, sarebbe davvero opportuno che i presidenti delle due commissioni, Barachini e Urso, quanto meno si parlassero e valutassero insieme la situazione”. Se non si potesse procedere a un’audizione congiunta, per le ragioni di riservatezza che regolano le sedute del Copasir, aggiunge Anzaldi, “serve comunque una forma di lavoro comune tra Vigilanza e il Comitato parlamentare sulla sicurezza della Repubblica, perché siamo nel pieno di una guerra e in guerra l’informazione diventa ancora più a rischio di propaganda militare”. Tesi condivisa dal dem Romano: “Sarebbe estremamente importante che la Vigilanza audisse insieme al Copasir l’ad Fuortes”. Per il parlamentare del Pd, la seduta congiunta “avrebbe l’obiettivo di coinvolgere tutto il Parlamento in un passaggio delicatissimo nella vita del servizio pubblico radiotelevisivo, chiamato a esercitar

e il massimo equilibrio”. Senza accendere le telecamere per i propagandisti a libro paga del Cremilino.

 

 

La richiesta a Urso sarà formalizzata in queste ore, proprio mentre in Vigilanza si litiga sui gettoni per le ospitate nei talk, dopo il caso di Alessandro Orsini, a cui CartaBianca, dopo le polemiche, ha azzerato il contratto da 2mila euro a puntata. Barachini, con l’appoggio di quasi tutti i partiti, ha proposto un regolamento che chiede alle trasmissioni di evitare l’effetto pollaio, di invitare solo esperti qualificati e soprattutto di privilegiare le ospitate gratuite. Ma il progetto si è arenato: il voto sulla risoluzione era in programma l’altro ieri, ma è stato rinviato a data da destinarsi. Il motivo? Si è messo di traverso il M5S, passato dall’offensiva contro gli “stipendi stellari” dei conduttori Rai alla difesa strenua dei cachet. “Abolendo i compensi per gli ospiti si fa un favore a Mediaset e alle reti private”, è la tesi dei grillini. Quindi nessuno tocchi i gettoni.

 

Sorgente: “Giornalisti russi o spie nei talk Rai?”. La Vigilanza chiede lumi al Copasir – la Repubblica

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