0 3 minuti 2 anni

Esattamente 70 anni fa avvenne la fondazione unilaterale dello Stato d’Israele, ricorrenza che dalla popolazione palestinese viene ricordata come la #Nakba (la catastrofe) e che ha determinato l’ufficializzazione del progetto sionista di colonizzazione della Palestina, un progetto che è stato appoggiato sin da subito dall’imperialismo inglese e, in seguito, dal blocco a guida Usa col fine di mettere le mani sul Medio Oriente.
A pagarne le spese, come sempre, sono i popoli e in particolare il popolo palestinese. La Palestina venne letteralmente cancellata: in tutto furono rasi al suolo 370 villaggi arabi, sulle cui rovine vennero costruiti gli insediamenti coloniali dello Stato d’Israele, furono uccisi 10000 palestinesi e 800000 furono costretti all’umiliazione dell’esilio e della vita da profugo.
A 70 anni di distanza, la decisione degli Stati Uniti di riconoscere Gerusalemme come capitale dello Stato sionista ed il conseguente trasferimento della propria ambasciata in quella città, segna un nuovo passo storico nel progetto coloniale in Palestina, determinato dalla necessità dell’imperialismo statunitense di rafforzare il legame con il partner sionista in questa fase di avanzamento della guerra.
Tale scelta, inoltre, rappresenta l’ultima conferma del fallimento degli Accordi di Oslo, che erano il contenitore della (non) soluzione del conflitto arabo-sionista, attraverso la formula dei 2 popoli 2 stati, svelando una bufala internazionale durata un quarto di secolo.
Con questa decisione, finisce il tempo dei negoziati, compromessi, autorità nazionali burocratiche che amministrano il nulla territoriale palestinese e che collaborano in materia di sicurezza (gli arresti e la repressione dei palestinesi che lottano non avvengono solo per mano dell’occupante, ma anche da parte dell’ANP).
Si palesa quindi che la Resistenza e la lotta sono le uniche vie da percorrere contro il sionismo e l’imperialismo: la colonizzazione di Gerusalemme, in quanto capitale dello stato sionista, potrà essere cancellata solo con la liberazione di tutta la Palestina e della sua capitale Al Quds.
E’ questa la parola d’ordine, assieme a quella del Diritto al Ritorno di tutti i profughi, con cui tutte le forze di Resistenza palestinesi si sono unite in queste settimane, dando l’ennesima prova della loro forza e determinazione, scendendo in piazza contro il nemico sionista per la liberazione della Palestina tutta.
La Resistenza palestinese rappresenta un faro per tutti i popoli oppressi, è una delle lotte più avanzate contro l’imperialismo e va supportata fino alla vittoria, consci che la sconfitta del progetto sionista è condizione necessaria per la pace in Medio Oriente e della sconfitta delle mire imperialiste, alimentate dalla perversa dialettica tra crisi capitalista e guerra imperialista.

 

Please follow and like us:
0
fb-share-icon0
Tweet 20
Pin Share20