0 7 minuti 2 anni

La manifestazione da piazza della Repubblica fino in piazza San Giovanni. La Cisl si smarca: “Giusto armare Kiev”

ROMA – Un corteo pieno di bambini, avvolti nelle bandiere arcobaleno, in passeggino, sulle spalle dei genitori. O in prima fila a portare striscioni e bandiere, come Emilia e Matteo che dicono: ” Siamo qui perché non vogliamo vedere morire altri bambini sotto le bombe” o come Stefania: ” La guerra dovremmo studiarla solo nei libri di storia”. Il movimento pacifista è  tornato in piazza a Roma, con migliaia di persone che hanno formato un unico colorato serpentone. Quando la coda era ancora ferma a piazza della Repubblica la testa del corteo era già a metà di via Merulana diretto a Piazza San Giovanni sotto il palco dal quale sono programmati decine di interventi tra cui quello del segretario generale della Cgil, Sergio Landini.


 

Assente, come preannunciato, la Cisl che non condivide la posizione degli organizzatori della manifestazione, oltre a Cgil anche Arci, Amnesty e decine di associazioni che aderiscono al movimento pacifista, che si dicono contrarie all’invio di armi a sostegno dell’Ucraina e spingono perché l’intervento dell’Italia e dell’Europa punti tutto sulla diplomazia. “Bisogna fermare la guerra, chiedere l’intervento dell’Onu, che sia presente al tavolo delle trattative. La strada non è l’invio delle armi, ma il ricorso alla massima diplomazia – ha detto Landini  sfilando – Non possiamo accettare la guerra come strumento di relazione tra stati. Serve ogni sforzo per fermarla. È importante che il movimento sindacale e della pace sia in piazza”, ha sottolineato. E sulla scelta della Cisl di non aderire alla manifestazione di oggi: “La rispetto”.

 

 

“Fermatw Putin” ma anche “L’Italia fuori dalla Nato” scandiscono gli slogan e gli striscioni dei manifestanti tra cui anche molti immigrati con sulle spalle le coperte termiche utilizzate dai soccorritori durante i naufragi nel Mediterraneo. Chiedono che non vi sia alcuna discriminazione tra i profughi che scappano dell’Ucraina. Ma se la manifestazione è una, tanti sono i volti del pacifismo. Almeno quanti gli appelli, una quarantina, che sono stati lanciati nelle ultime ore. C’è infatti un punto di disaccordo. Riguarda l’invio delle armi a Kiev, che i pacifisti nella (quasi) totalità condannano.

 

 

(ansa)

Anche per questo il manifesto della piazza è stato scritto e riscritto più volte, per cercare di accontentare tutti, ma non è riuscito appunto a convincere la Cisl. Il sindacato di Luigi Sbarra si è sfilato, smarcandosi ancora una volta dalla Cgil e da Maurizio Landini. In una lettera Sbarra ha spiegato le ragioni del no della Cisl, la contrarietà sull’altro punto della piazza pacifista, cioè la “neutralità attiva”. Dice ora Sbarra: “Non si può essere neutrali, noi siamo con il governo italiano, stiamo con le misure che sono state prese. Non ci possono essere equivoci e equidistanze tra aggressori e aggrediti, noi siamo con l’Ucraina e contro Putin”. Così come la Resistenza in Italia fu aiutata anche con le armi dagli Alleati, lo stesso va sostenuta adesso la resistenza ucraina: è il ragionamento.

 

 

Dalla Cgil un diverso punto di vista, che Landini sottolinea: “Lavoratori e lavoratrici, pensionati, studenti sfilano per le strade di Roma per dimostrare la solidarietà con la popolazione ucraina, vittima di una assurda e inaccettabile aggressione militare da parte della Russia. Aggressione che condanniamo “senza se e senza ma”, però non è con l’invio delle armi ma con il negoziato, la diplomazia, la forza della democrazia, la cooperazione che riusciremo a costruire una Europa di pace, consentendo al popolo ucraino e al popolo russo di vivere in libertà senza oppressori”.

 

 

Se armare o meno la resistenza ucraina, è diventato quindi il dilemma del pacifismo. E attraversa la folta “Rete per la pace e il disarmo”, che ha organizzato la manifestazione, chiamando a raccolta molte associazioni, da Anpi, Arci, Acli, Libera, Legambiente, Emergency, Greenpeace, i comitati per la Costituzione, appunto al sindacato. La Cisl nazionale non c’è ufficialmente, però potrebbero esserci militanti in ordine sparso. In piazza anche Leu, Sinistra italiana di Nicola Fratoianni e una delegazione del Pd guidata dal vice segretario Peppe Provenzano e da Gianni Cuperlo. Per i Dem si tratta di tenere insieme le ragioni della pace e il mondo del pacifismo senza, dicono, alimentare controversie.

 

 

Sul palco le voci di tutte le guerre, non solo di quella Ucraina, e perciò testimonianze dalla Siria, dai Balcani , dall’Afghanistan, dalla Palestina. Presente Beatrice Fihn, direttrice esecutiva della “International campaign to abolish nuclear weapons”, premio Nobel per la pace nel 2017. E poi gli artisti, come probabilmente Fiorella Mannoia. Francesco Vignarca, coordinatore della Rete per il disarmo, ribadisce: “Inviare le armi non serve a migliorare niente”. A concludere dal palco sarà Gianfranco Pagliarulo, il presidente dei partigiani.

 

Le fratture nel movimento per la pace ci sono, ma si punta alla riuscita di una grande manifestazione che è stata preceduta da altre piazze e flash mob in molte città italiane. E che ha un nuovo importante appuntamento, lanciato dal sindaco di Firenze, Dario Nardella che è anche presidente di Eurocities: una manifestazione europea di pace il 12 marzo. Arrivano subito le adesioni, a cominciare da Parigi, ma anche Nizza, Marsiglia, Rotterdam, le città rumene Cluj-Napoca e Brasov. Oggi una catena umana per la pace anche a Napoli. Alla piazza per la pace aderisce la Uil, e il segretario Pier Paolo Bombardieri rimarca: “Attraverso la nostra Ong, Progetto Sud, abbiamo voluto inviare un camion di aiuti al confine polacco con l’Ucraina”.

Sorgente: Manifestazione per la pace a Roma: appuntamento a Piazza San Giovanni – la Repubblica

Please follow and like us:
0
fb-share-icon0
Tweet 20
Pin Share20