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Sergey Razov improvvisa una vera e propria conferenza stampa fuori dal tribunale di piazzale Clodio. “Ci preoccupa che armi italiane uccidano russi”

di Andrea Ossino

guarda il video cliccando qui: https://roma.repubblica.it/cronaca/2022/03/25/news/ambasciatore_russo_in_italia-342790914/

“L’operazione speciale in Ucraina”, “i rapporti con il governo”, le armi fornite dall’Italia, la vendita di gas e i sospetti, sugli aiuti forniti dalla Russia durante la prima ondata del coronavirus, che l’ambasciatore Sergey Razov liquida così: “Abbiamo teso una mano di aiuto agli italiani e se qualcuno vuole mordere questa mano ciò non fa onore”.

Fuori dai cancelli del tribunale romano di piazzale Clodio, quella che doveva essere una dichiarazione, dove “non sono previste domande”,  su un esposto presentato dall’ambasciatore russo in Italia si è trasformata in un’improvvisata conferenza stampa.

 

 

Il diplomatico russo ha convocato i giornalisti

L’appuntamento è alle 9:00 del mattino. E, puntuale,  Sergey Razov è sceso da una Mercedes marrone con i vetri oscurati. Breve visita in procura e poi davanti a decine di giornalisti: “Penso che avete fatto caso che il 22 marzo su La Stampa è stato pubblicato un articolo – dice l’ambasciatore riferendosi alla notizia dal titolo “Guerra Ucraina -Russia: se uccidere Putin è l’unica via d’uscita” – dove “si considera la possibilità dell’uccisione del presidente della Russia. Non c’è bisogno di dire che questo è fuori etica, morale e fuori dalle regole del giornalismo”, continua ricordando le accuse di “istigazione a delinquere ed apologia di reato”.

Quindi il motivo della sosta in tribunale: “Mi sono recato alla Procura della Repubblica per depositare una querela con la richiesta alle autorità italiane di esaminare imparzialmente il caso. Confido nell’alta professionalità della giustizia italiana”, spiega l’ambasciatore che ha sentito il bisogno di informare tutta la stampa italiana della denuncia fatta contro il quotidiano. Nessuno si aspettava che il diplomatico rispondesse alle domande dei giornalisti sulla crisi internazionale. Ma lo ha fatto e ha ringraziato tutti per la possibilità di far sentire la sua voce.

 

“Quando finirà l’operazione speciale? Prima è e meglio è”

A chi chiede quando terminerà la guerra l’ambasciatore risponde: “Vuole sapere quando vogliamo finire l’operazione speciale? Prima è e meglio è. Come sapete sono in corso trattative tra la delegazione russa e quella Ucraina e noi speriamo in un esito positivo”.

Sergey Razov afferma di guardare alle vittime “con grande rammarico per quelle sofferenze che provano civili”, ma spiega anche che è “lo stesso sentimento che ho provato negli ultimi 8 anni, quando vedevo ciò che accadeva in Donbass. Sapete che sono morte 14 mila persone tra cui tantissimi bambini? Hanno passato anni nei sotterranei”.

Secondo l’ambasciatore sarebbero gli ucraini a bombardare la regione: “le forze ucraine continuano a bombardare il Donbass con armamenti pesanti”, dice.

“Ricordo quando il presidente Putin parlava degli obiettivi e dava ordini e questi venivano eseguiti”, continua: “i bombardamenti erano solo su siti militari. I militari russi propongono di aprire corridoi umanitari per fare uscire civili da zone di combattimento”, spiega evitando di parlare dei numerosi corridoi umanitari falliti e costati la vita a civili in fuga dalla guerra.
“Quando volete entrare in dettaglio dovreste sentire ambedue le parti, non solo le notizie divulgate dalla parte Ucraina”, afferma snocciolando anche un proverbio russo: “si dicono tante menzogne solo dopo la pesca e le azioni militari”.

“Ci preoccupa che gli armamenti italiani saranno utilizzati per uccidere russi”

Il diplomatico si è anche soffermato sui rapporti tra la Russia e l’Italia: “Ci preoccupa che gli armamenti italiani saranno utilizzati per uccidere cittadini russi, intendo i militari”, dice ricordando che si tratta di una “decisione del parlamento italiano che è stata presa il giorno della prima tappa delle trattative”. Poi il parallelismo con l’Afghanistan: “Adesso vediamo la situazione in Ucraina, gli armamenti, che i fucili vengono distribuiti senza controllo anche ai cittadini. Non si capisce come e quando saranno usati – continua – Voglio ricordare cosa è accaduto in Afghanistan (…) le armi sono arrivate nei paesi confinanti”.

L’ambasciatore Sergey Razov ha lavorato con i governi Letta, Renzi, Gentiloni, Conte “e adesso con Draghi”. “Abbiamo fatto di tutto per costruire i ponti, sviluppare e rafforzare la collaborazione in campo economico e in altri campi”, sottolinea esprimendo rammarico per i passi indietro, come se i rapporti si fossero incrinati quasi per caso.

La speranza, almeno secondo le parole di Razov, è quella di una normalizzazione della situazione con l’Italia: “Io penso che le crisi vanno e vengono, anche questa andrà via, ma gli interessi nazionali rimangono sempre. Io credo che l’interesse chiave del popolo Russo e di quello italiano è mantenere questo rapporto”.

E ancora l’ambasciatore si è soffermato sui contratti grazie ai quali l’Italia compra gas dalla Russia, “23 miliardi cubi lo scorso anno”, sottolinea il diplomatico dicendo che dal 2014 sono state introdotte migliaia di limitazioni e sanzioni: “In realtà è quasi impossibile calcolare tutte le sanzioni e la logica di questi atti non corrisponde a nessuna analisi”.

 

 

Bergamo: virus, spie e vaccini

 

“Abbiamo teso una mano di aiuto agli italiani e se qualcuno vuole mordere questa mano ciò non fa onore”

L’ambasciatore ha anche risposto alle domande sulla missione russa in Italia, quando una delegazione speciale di medici ed esperti è arrivata nel pieno della pandemia: “I colleghi russi facevano solo ciò che veniva detto dai colleghi italiani. La missione è terminata quando lo hanno chiesto gli italiani”, risponde a chi fa presente i recenti sospetti emersi sul reale scopo della missione russa: “Abbiamo teso una mano di aiuto agli italiani e se qualcuno vuole mordere questa mano ciò non fa onore (….)Io come rappresentante della Russia provo vergogna e rammarico per questa caccia alle streghe che vediamo. Devo dire che negli ultimi tempi ogni dichiarazione della parte russa viene riportata come una minaccia”.

 

 

Nessuna minaccia sulle dichiarazioni relative al nucleare

Un inciso viene fatto anche sulle armi nucleari: “Come in ogni altro caso si deve leggere molto attentamente quello che dicono le dichiarazioni ufficiali. Non ho visto nessuna minaccia in questa dichiarazioni. C’era la riflessione di scenari possibili in caso di attacchi alla Russia”.

Evitate accuratamente le domande sul caso “Biot”, quello che ha coinvolto il militare della Marina Italiana adesso in carcere con l’accusa di aver venduto segreti di Stato ai russi. Due esponenti dell’ambasciata, a ridosso dei fatti, sono stati allontanati dall’Italia: “Volete analizzare su tutti episodi anche spiacevoli? Il tema era chiuso, le spiegazioni sono state presentate tramite canali ufficiali”, dice prima di allontanarsi con una speranza: “quando farete i vostri servizi, presentate quanto è stato detto con spirito di ottimismo”. Ma l’ottimismo, guardando all’Ucraina, non abbonda.

Sorgente: L’ambasciatore russo, Sergey Razov, accusa l’Italia per le armi all’Ucraina – la Repubblica

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