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Il dialogo c’è, ma non procede. La guerra in Ucraina entra nella quarta settimana con un nuovo bilancio di morti e distruzione nelle città sotto assedio. Le bombe sul teatro-rifugio di Mariupol resta ancora «da chiarire». Macron: «Pronti a una guerra ad alta intensità in Europa»

Applausi e completi gialloblu. Ma la via militare è esclusa

Sebastiano Canetta

Zelensky «incontra» il Bundestag. Dietro la facciata il clima è teso fra parlamento tedesco e il presidente, che evoca il muro di Berlino. E ieri è scoppiato lo scandalo della fornitura di armi a Putin anche dopo l’embargo

Suprematisti e neonazisti in partenza contro Putin

Marina Catucci

Intelligence in allarme: stimano 20mila combattenti in partenza verso l’Ucraina, organizzati sui social e i canali Telegram. Come ricostruisce un’inchiesta del Washington Post, hanno un obiettivo: combattere la Russia per creare un modello di Stato etnico ultranazionalista da esportare

REPORTAGE

Mykolaiv si difende dietro i copertoni

Sabato Angieri

Nella città ucraina le tracce di bombe a grappolo. Ai check point è caccia ai «sabotatori russi», mentre in periferia sono già cominciati i bombardamenti. L’amministrazione comunale di Mariupol: ogni giorno qui cadono fino a 100 ordigni

Economia

Incertezza economica, la Bce non decide

Anna Maria Merlo

Lagarde non alza i tassi, a differenza di Fed e Bank of England. L’Ocse rinuncia alle stime, ma mette in guardia con l’Fmi: l’aumento dei prezzi di grano e cereali avrà conseguenze tragiche, sociali e politiche, nel mondo, a cominciare dall’Africa e dal Medioriente

Cultura

La filosofia africana e il mondo che verrà

Jamila Mascat

Una intervista con il filosofo senegalese e direttore dell’Institute for African Studies alla Columbia University di New York. «Alcune cosmologie, come quella Dogon o Serer, suggeriscono di ricollocare l’umano in seno al vivente. Credo sia possibile risignificare l’universale a partire dal paradigma della traduzione; è infatti con quest’ultima che l’umanità ha reagito alla maledizione di Babele»

La ricerca di un spazio dei piccoli lettori facendo i conti con povertà e analfabetismo

Sandra Tamele

Dal Mozambico, l’intervento della fondatrice di Editora Trinta Zero Nove. Dei trentasei editori e librai esistenti nel Paese, pochissimi si rivolgono all’infanzia e ai giovani adulti. Io stessa posso considerarmi una editrice per ragazzi di ultima acquisizione, essendo entrata nel settore casualmente attraverso un progetto di promozione della traduzione letteraria tra i giovani

Storytelling, una strategia salvifica

Swaady Martin

L’autrice è editrice e scrittrice, ha lanciato l’indipendente Lovingkindness Boma. L’Africa è il continente più giovane con oltre il 75% della popolazione sotto i 35 anni e il 41% sotto i 15 anni. Per questo, potenzialmente rappresenta il più grande mercato di libri per bambini al mondo. Le sue sfide possono sembrare insormontabili, ma rendono anche l’Africa uno dei luoghi migliori per immaginare un differente funzionamento dell’industria dei libri

Katsudo benshi, «la voce» dello schermo muto

Matteo Boscarol

Antica arte giapponese dove un narratore accompagnava con commento e spesso dando parola ai vari personaggi sul grande schermo, il cinema giapponese prima dell’avvento del sonoro

Commenti

Al servizio del pensiero unico

Vincenzo Vita

L’informazione è oggi una componente attiva della guerra: in Russia si rischia la prigione se viene rotta l’omertà e il dissenso è proibito con logiche fasciste; nel democratico occidente censure e autocensure impazzano.

Ucraina, una «grande» Nato e un piccola Europa

Alberto Negri

L’unica europea ad avere ascolto sia da Washington che da Mosca (e Kiev) era Angela Merkel. I tempi di questa crisi sono stati scanditi da Putin e da Biden sul suo passo d’addiom

L’Ultima

Lo sgombero invisibile del Negev non è mai finito

Chiara Cruciati

Nel 1951, in tempo di pace, lo Stato di Israele ordinò un’operazione militare contro propri cittadini, i beduini palestinesi del deserto meridionale. Poi con una legge «a tempo» gli prese le terre. Lo storico israeliano Gadi Algazi racconta la sua scoperta, che ora entra di prepotenza nelle aule di tribunale chiamate a decidere il destino dei villaggi beduini

Sorgente: il manifesto del 18.03.2022 – il manifesto

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