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Può essere interessante provare a grattare sotto lo “sdegno” con cui l’Italia respinge le “accuse della Russia” al ministro Guerini. Un’ipotesi per unire i puntini passa attraverso i biolab finanziati dagli Stati Uniti in Ucraina. E’ per quel che hanno visto a Bergamo che i russi li temono così tanto?

Tutto nasce dall’intervista rilasciata sabato 19 un diplomatico russo non di primissimo piano e fino a qualche settimana fa considerato dall’Italia un amico. Aleksej Paramonov ha parlato di sanzioni e di atteggiamento ostile alla Russia da parte di vari Governi europei. Ha citato espressamente l’Italia e il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, che due anni fa chiese aiuto alla Russia per fronteggiare la disperata situazione di Bergamo.

A proposito dell’intervento russo nella Bergamo martoriata dal Covid, il Corriere della Sera ora adombra l’esistenza di accordi segreti con l’Italia, che la Russia potrebbe rendere pubblici per ripicca. Adombra soprattutto un secondo fine della missione russa: propaganda o magari spionaggio, dal momento che a Bergamo, scrive, arrivarono più generali che medici.

Questo è vero. Erano 104 militari, di cui 35 medici. Spiccava la presenza di alti graduati esperti nella guerra biologica e chimica.

Però è bene ricordare che del Covid allora nessuno sapeva nulla. Era un terrore mortale che neanche i migliori medici erano in grado di fronteggiare. Sarebbe stato un filino avventato mandare dalla Russia a Bergamo l’equivalente di dottorini della mutua freschi di laurea. Meglio scegliere gente in grado di difendersi da tutte le minacce, note e ignote: come appunto i militari esperti in guerra biologica.

I militari russi volevano “acchiappare” il virus, adombra ancora il Corriere della Sera. Ricorda inoltre che hanno ottenuto il vaccino Sputnik a partire da un russo ammalatosi in Italia. Come se il poveretto, oltretutto, avesse fatto apposta ad ammalarsi di una malattia ignota e potenzialmente letale.

Però, certo. La spedizione russa a Bergamo ha avuto a che fare con la forma originaria, o quasi, del SARS-CoV-2 che si è diffuso nel mondo a partire da Wuhan. Se volevano studiarlo, hanno potuto farlo prima che arrivasse un gran numero di varianti. [continua dalla sorgente…]

Sorgente: I russi a Bergamo, Wuhan e l’Ucraina. Un’ipotesi per unire i puntini – Visione TV

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