0 6 minuti 2 anni

Divide l’articolo della delega fiscale che prevede la mappatura degli immobili: Fi e Lega vogliono lo stralcio con FdI. La sottosegretaria Guerra: “Se non è approvato si ritiene conclusa l’esperienza di governo”. Slitta a domani il voto in commissione Finanze

ROMA – Se non passa la riforma del catasto “si ritiene conclusa l’esperienza di governo”. E’ la mite sottosegretaria all’Economia Maria Cecilia Guerra a mettere a verbale la linea della fermezza di Mario Draghi. Il centrodestra vorrebbe cancellare la norma che dà il via a una mappatura di tutti gli immobili in Italia, stralciare l’articolo 6 della delega fiscale. Ma per il premier quella norma è imprescindibile, nell’ambito di una riforma centrale nell’agenda del governo. E respinge il tentativo di stralciarla.

In commissione alla Camera si arriva a un passo dalla spaccatura e dall’incidente parlamentare. Ma di fronte al rischio di una crisi di governo, si decide di fermare le lancette. La Lega tiene il punto: l’aut aut dell’esecutivo “è gravissimo”, protesta. Ma Noi con l’Italia toglie la firma dall’emendamento soppressivo della delega sul catasto e Forza Italia tenta una mediazione. L’ufficio di presidenza della commissione dà tempo agli azzurri di proporre una modifica al testo che vada bene a tutti, senza stralciare la norma. Il voto in commissione viene rinviato di un giorno, la riforma è attesa in Aula alla Camera il 28 marzo. Il governo non accetterà altri rinvii.

La delega fiscale, che interviene sulle imposte dirette e indirette, ridisegna Irpef e Irap, è ferma da mesi in commissione Finanze alla Camera. A bloccare tutto c’è l’articolo sul catasto, che portò già al non voto della Lega in Consiglio dei ministri. Non bastano settimane di contatti informali e due riunioni di maggioranza, l’ultima la scorsa notte, presente anche, per Palazzo Chigi, il consigliere economico Francesco Giavazzi. Il muro della Lega non si infrange e il centrodestra compatto (Lega, Fi, Coraggio Italia, Noi con l’Italia, Fratelli d’Italia) presenta emendamenti per cancellare quella norma. Quando Guerra, a nome dell’esecutivo, rifiuta per l’ennesima volta lo stralcio e anzi, annuncia che sarà votata per prima, Barelli sbotta: “Ci state sbattendo la porta in faccia”. Ma la linea di Draghi è chiara. E a favore della riforma ci sono Pd, M5s, Leu e Iv.

Ci pensa il ministro ai Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà a ricordare informalmente i rischi di una mancata mediazione: con un altro incidente parlamentare, dopo quelli sul Milleproroghe, si mette a repentaglio la vita stessa del governo. Poi Guerra lo mette a verbale in commissione: approvare la mappatura degli immobili è prerequisito della riforma fiscale e della stessa azione del governo. Tra i deputati di maggioranza scoppia la bagarre, i toni in commissione si alzano e la seduta viene sospesa: si convoca un ufficio di presidenza che rinvia di ventiquattro ore le votazioni, per permettere a Forza Italia di trovare un punto di caduta. Senza mediazione, ogni partito – avverte una fonte di governo – si assumerà le proprie responsabilità.

“Minacciare la crisi di governo è da irresponsabili: il Parlamento ha tutto il diritto a discutere. Mentre c’è il conflitto in Ucraina e il costo dell’energia alle stelle, non ci sembra il momento di ricorrere alle maniere forti”, affermano i leghisti Massimo Bitonci, Giulio Centemero e Alberto Gusmeroli, esprimendo una linea di Matteo Salvini. “Peraltro lo stesso governo e diversi gruppi hanno riconosciuto l’inutilità di un intervento solo statistico per scovare immobili-fantasma. Il ricatto conferma il dubbio che ci siano altre logiche dietro, come tassare la casa”, aggiungono. Ma il Dem Gian Mario Fragomeli dissente: “La delega fiscale sta in piedi se organica: se ognuno vuol mettere la sua bandierina il Pd non ci sta, anche perché così un pezzo dopo l’altro si rischia di smontare l’intera riforma, anche nella parte di revisione delle imposte”.

“Dobbiamo trovare un accordo che ci consenta di proseguire con il percorso della riforma, che contiene molte cose utili per imprese e famiglie, evitando che una questione poco più che simbolica ci impedisca di concentrarci sulle vere sfide del nostro fisco”, dichiara Luigi Marattin, di Iv, presidente della commissione Finanze e relatore della riforma. In commissione ci sono 467 emendamenti, Leu ne ha presentato uno per anticipare il termine della mappatura del catasto dal 2026, com’è nel testo, al 2023. “E’ grave – dice Stefano Fassina – l’ostilità del centro destra ad una norma esclusivamente ricognitiva dei valori catastali, senza alcuna modifica della tassazione: difendono un quadro totalmente iniquo a danno delle famiglie meno abbienti. Vogliono evitare di far sapere agli italiani la profonda ingiustizia sociale determinata dalle norme vigenti”.

Sorgente: Fisco, la riforma del catasto spacca la maggioranza. Rinviato il voto sugli emendamenti. Governo: “Ok o l’esecutivo cade” – la Repubblica

Please follow and like us:
0
fb-share-icon0
Tweet 20
Pin Share20