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Carlo Rovelli, fisico teorico e formidabile divulgatore, scrive
quanto segue:
Se prepari la guerra, avrai la guerra
Siamo invasi dall’orrore di fronte alla tragedia in corso in Ucraina. Condanniamo l’aggressione, condanniamo la guerra. Una condanna sincera della guerra è una condanna di tutte le guerre. Non possiamo essere pacifisti solo per le guerre che non iniziamo noi.
Ricordiamo che da poco è terminata la carneficina in Afghanistan (più di duecentomila morti), dove la guerra l’abbiamo iniziata noi e i nostri alleati (senza ottenere nulla). Ricordiamo che è incorso lo stesso orrore in Yemen, dove ci sono già oltre trecentomila morti, molti dei quali uccisi con armi fabbricate da noi. Per difenderci dalle guerre, ricordiamone un’altra recente in Europa: su Belgrado sono cadute altrettante bombe; la differenza era che erano lanciate da noi.
Se non vogliamo la guerra, non entriamo nella logica della guerra: demonizzare i nemici, e pensare che noi siamo quelli perfetti, loro quelli da abbattere. Questa logica è quella che fomenta la guerra.
Più ci armiamo, più cerchiamo di imporre il nostro dominio, più facciamo guerre, più ci prepariamo alla guerra, più abbiamo guerra. Più una parte si arma, più l’altra si arma. Poi tutte queste armi vengono usate. Nell’ultimo decennio, la Russia ha drasticamente aumentato le spese militari, mentre l’America ha aumentato le sue e l’Italia le sue. La Nato si è avvicinata ai confini Russi. Se la Nato è solo un’alleanza difensiva, come oggi si ama ripetere, perché bombe Nato sono cadute su Belgrado, su Tripoli, su Baghdad, sull’Afghanistan, sulla Siria…? Nessuno di questi paesi aveva attaccato un paese Nato. Strano che la Russia non voglia missili americani suoi suoi confini? L’America ha sfiorato la guerra nucleare per impedire missili russi a Cuba. La Russia pensa in termini di zone di influenza? Sul suo intero continente l’America non ha ripetutamente esitato a rovesciare ogni governo non sia abbastanza filo-Americano. Ha persino invaso l’isola di Granada per cambiarle il governo.
E ora che la guerra c’è in Europa cosa fare? Alziamo ancora il livello di violenza? Aumentiamo le spese militari? Rafforziamo la Nato? Ammassiamo truppe al confine orientale? Schiacciamo di sanzioni la Russia, sperando si arrenda a una supremazia economica? Non solo l’Iran non si è arreso alle sanzioni, ma neppure la piccola Cuba, sotto sanzioni da più di mezzo secolo.
Se invece di farci la guerra, armarci sempre di più ferocemente uno contro l’altro, provassimo a tenere conto dei timori altrui e riducessimo il livello dello scontro, invece di aumentarlo? Se ci sedessimo intorno a un tavolo, invece di fare i gorilla dove ciascuno deve mostrare che è il più tosto e non cede un millimetro, e cercassimo di risolvere insieme i veri problemi seri che abbiamo, il clima che impazzisce, il covid, la disuguaglianza, la povertà?
Se invece di armarci ancora di più, negoziassimo un disarmo bilanciato, come hanno fatto per le armi nucleari USA e URSS al tempo di leaders in fondo un po’ più saggi? Se uscissimo dalla logica di “o con me o contro di me”? Dalla logica stupida della demonizzazione reciproca? Io vorrei che l’Europa proponesse alla Russia un patto serio per lavorare insieme. Dove russi, ucraini, polacchi e francesi possano sorridere delle passate violenze, come sanno fare oggi i francesi e tedeschi. Sono convinto che sia esattamente questo che vorrebbero a Mosca, dove pensano di averci provato, ed essersi invece trovati con nemici alla porta.
Non chiediamo se gli altri vogliono la guerra o la pace. Chiediamoci se noi vogliamo la guerra o la pace. Chiediamoci cosa siamo disposti a fare. Gli altri, vogliono la pace quanto noi
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