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Pubblicato il decimo rapporto dell’Aifa in merito agli effetti avversi da vaccino. Gli esiti della farmacovigilanza passiva non venivano comunicati da oltre quattro mesi. La lunga attesa non sembra tuttavia corrispondere a un lavoro meticoloso.

Erano trascorsi oltre quattro mesi dall’ultima volta che l’Agenzia italiana del farmaco (AIFA) aveva pubblicato il rapporto sugli effetti avversi dati dal vaccino anti-Covid. Da quel 26 settembre 2021, l’ente regolatore del farmaco aveva annunciato che i rapporti seguenti sarebbero stati pubblicati a cadenza trimestrale. Nella giornata di mercoledì 9 febbraio, è stato infine presentato il decimo rapporto nel corso di una conferenza stampa durata circa due ore mezza. Presenti il direttore generale dell’AIFA Nicolò Magrini e il coordinatore del CTS, Franco Locatelli.

La conferenza è stata trasmessa in streaming su YouTube, non occupando naturalmente il palinsesto dei canali televisivi mainstream. Ulteriore coincidenza, il fatto che il rapporto sia uscito in contemporanea alla conferenza stampa tenutasi in mattinata. Quasi in modo da evitare che i giornalisti potessero porre domande riguardo a un documento che non è stato possibile consultare in precedenza. Ma passiamo ai numeri che vengono riportati dall’AIFA e che presto invaderanno i titoloni dei media di mass, pronti a cantare il successo della vaccinazione infinita.

EFFETTI AVVERSI: COSA DICE L’AIFA?

AIFA riporta 117.947 effetti avversi su 108.530.987 dosi di vaccino somministrate. La maggior parte delle segnalazioni (80.249) riguarda il vaccino Comirnaty, ovvero quello prodotto da Pfizer-BioNTech. Si tratta del vaccino anti-Covid maggiormente somministrato in Italia (74.989.124 dosi). Il tasso di segnalazione risulta essere di 109 per 100.000 dosi inoculate.

Stranamente, l’Italia ha uno dei tassi di segnalazione più basso tra tutti i Paesi europei. Soltanto per fare un esempio, l’Islanda ha un tasso di 1.402 segnalazioni ogni 100.000 dosi, mentre l’Olanda 1.089. Come si spiega questo divario? Gli italiani sono forse più resistenti? Oppure si cerca in tutti i modi di sottostimare il dato reale delle conseguenze causate dal vaccino? Certo la “farmacosonnolenza” italiana nella raccolta dei dati, oltre alla mancata trasparenza nella comunicazione di quest’ultimi, non lascia intendere niente di buono. Anche perché con la farmacovigilanza passiva parliamo di numeri di molto sottostimati. I dati resi disponibili consisterebbero nell’1-10% di quelli totali.

Casi “gravi” e decessi?

Per quanto riguarda le fasce d’età più colpite dagli effetti avversi, si tratta della popolazione di età compresa tra i 20 e i 49 anni. Gli effetti avversi vengono suddivisi tra “non gravi”, l’83,7% dei casi e “gravi”, 16,2%. Proprio il numero di casi gravi è in continuo aumento dall’inizio della campagna vaccinale. Un dato che è passato dal 7% del primo report AIFA uscito a marzo 2021 e arrivato ora a 16,2%. Insomma, un effetto avverso grave ogni 10.000 inoculazioni. I decessi riportati da AIFA in seguito alla somministrazione sono invece 758, equivalente a un tasso pari allo 0,70 ogni 100.000 dosi somministrate. La correlazione viene tuttavia stabilita su 22 soggetti, sulla base dell’algoritmo dell’Oms. Il fatto che i decessi vengano calcolati sulla base di un algoritmo, non privo di criticità, la dice lunga sull’affidabilità di questi dati.

L’efficacia terza dose basata su un ceppo non più prevalente?

Per quanto riguarda la popolazione pediatrica AIFA dice che “Il 69% delle reazioni avverse si sono risolte completamente o erano in miglioramento al momento della segnalazione”. E l’altro 31%? Curioso anche uno studio interno di Pfizer-BioNTech, menzionato nel rapporto, in merito all’efficacia della terza dose. Secondo questo studio sarebbe al 95,6%. Tuttavia, lo studio effettuato in un periodo in cui la variante Delta era il ceppo prevalente. Insomma, un dato irrilevante ora che la variante più diffusa è Omicron. In tutto ciò, sulla base dei dati ISS la terza dose sembra addirittura avere effetti negativi. Gli autori dell’analisi aspettano ancora una risposta da parte dei regolatori. Tra condizionali prevalenti e dati degni di dubbio, studieremo con peculiare attenzione le 110 pagine di rapporto pubblicate dall’AIFA.

Sorgente: AIFA, PUBBLICATO RAPPORTO EFFETTI AVVERSI: COSA EMERGE?

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