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CORRISPONDENTE DA CATANIA. Un porto di destinazione, ma non un «Pos», per la Mare Jonio; l’attesa della concessione di un «Pos», un porto sicuro, per la Louise Michel all’ancora al di sotto di Lampedusa; il continuo pattugliamento del tratto di mare tra Libia e Tunisia della ormai stracarica di migranti nave Geo Barents. Mentre a Lampedusa proseguono gli sbarchi «autonomi» o quelli avvenuti grazie ai salvataggi della Guardia costiera che solo la notte scorsa ha soccorso 109 persone su due barche, le tre navi umanitarie delle Ong seguono al momento destini diversi.

La Mare Jonio di Mediterranea saving humans ieri pomeriggio aveva ricevuto dalla sala operativa delle Capitanerie di porto di Roma il «porto di destinazione» di Pozzallo. Una differenza, quella tra «Pos» e porto di destinazione, che dal punto di vista legale consente all’Italia di non assumere ufficialmente la responsabilità del caso Sar ma che sembra sempre più un artificio burocratico nei confronti della comunità internazionale. In Italia sono approdate così, negli ultimi mesi, tutte le navi Ong con a bordo migranti.

La Mare Jonio aveva a bordo 214 persone partite probabilmente dalla città libica di Zuwara e recuperate giovedì scorso con due operazioni, nel tratto di mare tra le zone Sar di Libia e Malta e le acque della Tunisia. Dalla Mare Jonio, che dallo stesso giovedì pomeriggio era in attesa del «Pos» poco sotto Lampedusa, hanno fatto presente che con le condizioni attuali del mare un trasferimento così lungo e di così tanta gente assiepata sui ponti della loro piccola nave sarebbe stato rischioso. Così, in nottata è arrivata la disposizione di sbarcare a Lampedusa 142 migranti (per altri due c’era stata una evacuazione medica nelle ore precedenti) e di trasferire a Pozzallo gli altri 70. Stamattina, con le motovedette della Guardia costiera, è stato effettuato il trasbordo a Lampedusa dei 142 migranti, tra loro anche un bambino di appena 2 mesi; sono persone che arrivano da molte parti dell’Africa subsahariana e che hanno addosso i segni delle gravi sofferenze subite in Libia, come raccontato dal medico di bordo Michele Usuelli a Radio Radicale. Molti hanno pure la scabbia, altri ustioni da carburante, recenti fratture, cicatrici. La partenza per Pozzallo della Mare Jonio, attualmente all’ancora davanti al porto di Lampedusa, è prevista per il tardo pomeriggio; l’arrivo nella città portuale ragusana è previsto per domattina.

La Louise Michel, la piccola ma veloce nave finanziata dall’artista inglese Banksy, dopo aver effettuato due evacuazioni mediche di migranti ammalati con i familiari a Lampedusa, ha ancora a bordo 58 persone e attende a Sud dell’isola un segnale da Roma per poterle sbarcare. La Geo Barents invece, che è la grande nave umanitaria gestita da Medici senza frontiere, con i suoi 439 migranti a bordo recuperati in sei diverse operazioni tra Libia e Tunisia, resta ancora in quel tratto di mare alla ricerca di altre imbarcazioni di migranti in difficoltà: «Abbiamo avuto casi di ipotermia, persone con ustioni e altre con ossa rotte – dice da bordo il capo missione Riccardo Gatti – li stiamo curando e non solo dal punto di vista fisico. Speriamo di poterle presto sbarcare in un porto».

Da giorni si segnalano continue partenze da Libia e Tunisia. E anche naufragi, come quello di venerdì davanti alle isole Kerkennah in cui risultano tra morti e dispersi 11 persone. Molte partenze sono state «sventate» dalle guardie costiere di quei due Paesi ma molte tra barche e gommoni in precaria e pericolosa navigazione sono riuscite ad eludere i controlli e puntano verso Nord, l’Italia, l’Europa.

Sorgente: Mare Jonio sbarca i migranti a Lampedusa e Pozzallo. Ancora in attesa le altre navi Ong con quasi 500 persone a bordo – La Stampa

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