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La crisi della democrazia statunitense. Non solo l’assalto a Capitol Hill, da marzo 2020 raddoppiati i casi indagati dall’FBI. I timori per un deragliamento violento della “guerra” per l’anima degli Usa. Per la maggior parte dei democratici, i partecipanti erano degli insorti colpevoli di eversione, se non addirittura dei terroristi interni. In copertina la foto dei Members of Proud Boys, parafascismo violento.

L’antiterrorismo di casa

La decisione del Dipartimento di Giustizia americano di istituire una nuova unità per contrastare il terrorismo interno dopo l’attacco del 6 gennaio 2021 a Capitol Hill. Martedì l’annuncio ufficiale al Senato: «È stata creata un’unità per il terrorismo interno per aumentare gli sforzi esistenti», rispetto alle inchieste sia su quello internazionale. «La nuova unità si concentrerà sulla minaccia del terrorismo interno, aiutando a garantire che questi casi siano gestiti in modo appropriato e con un coordinamento efficace su tutto il territorio nazionale». L’ammissione esplicita che esiste una minaccia diffusa rappresentata dagli estremisti interni, ormai considerata pari – se non superiore – a quella posta da gruppi terroristici stranieri come lo Stato Islamico.

L’FBI e il raddoppio degli episodi

«La separazione degli uffici si è resa necessaria a fronte del vertiginoso aumento del numero di casi di terrorismo interno indagati dall’FBI, che è raddoppiato dal marzo del 2020» La crescente minaccia da parte di gruppi di ultradestra e suprematisti bianchi, dall’altra dalle frange più estreme dei movimenti antigovernativi e autiautorità.

Suprematisti bianchi e razzismo

Dai dati investigativi emerge un aumento delle attività sulle piattaforme online usate dagli estremisti. «Stiamo assistendo a un aumento delle minacce provenienti da persone animate da risentimento razzista», denuncia il capo della divisione per la Sicurezza nazionale del Dipartimento di Giustizia, nelle stesse ore in cui, ad Atlanta, il presidente Joe Biden e la sua vice Kamala Harris mettevano in guardia sui rischi che ancora corre la democrazia americana.

«Il futuro dell’America non è al sicuro, la battaglia per la democrazia e per l’anima dell’America non è finita. Ci sono ancora quelli che hanno cercato di rubare le elezioni con la violenza, che vogliono il caos. Ma devono essere i cittadini a scegliere il futuro», ha dichiarato il presidente nella sua difesa del diritto di voto.

Clima politico esasperato dal trumpismo

«In un clima politico sempre più esasperato, sono i numeri delle indagini a dare le dimensioni del fenomeno». Accuse penali contro più di 725 persone per la rivolta del 6 gennaio 2021 in cui i sostenitori di Trump cercarono di impedire al Congresso di certificare la vittoria di Biden alle elezioni del 2020. Alcuni degli imputati sono membri o associati a gruppi di estrema destra tra cui i ‘Proud Boys’, gli ‘Oath Keepers’ e i ‘Three Percenters’.

‘Matastatizzazione eversiva’

A marzo il direttore dell’FBI Christopher Wray aveva usato l’aggettivo – “metastatizzante” – per definire il moltiplicarsi delle minacce interne, segnala Giulia Belardelli sull’HuppPost. Il timore è che nei prossimi mesi, con l’avvicinarsi delle elezioni di medio termine, lo scontro politico diventi sempre più feroce, «in un Paese dove la pandemia ha combaciato con un aumento nell’acquisto di armi».

Estremismi a mano armata

Dati della Northeastern University, gli acquisti di armi negli Stati Uniti sono aumentati nel periodo 2020-2021 rispetto al 2019. E ben 5 milioni di adulti sono diventati proprietari di armi per la prima volta tra gennaio 2020 e aprile 2021 rispetto ai 2,4 milioni di adulti nel 2019. La coincidenza con la tensioni post elettorali alimentate da Trump non può essere casuale.

Il fascismo all’americana

Ma secondo Bhaskar Sunkara, direttore di Jacobin, non siamo ancora ad una minaccia fascista organizzata. «Donald Trump, naturalmente, ha qualcosa in comune coi fascisti. Ha usato i mezzi di comunicazione di massa per attizzare risentimenti già diffusi, dirigendo la rabbia non contro i detentori del potere economico ma contro le minoranze e quanti vengono percepiti come un’élite culturale. Ha inoltre incoraggiato la violenza e le minacce contro i suoi nemici, culminate nella mobilitazione di un anno fa», rilancia Internazionale (https://www.internazionale.it/opinione/bhaskar-sunkara/2022/01/06/stati-uniti-crisi-democrazia)

Alle élite economiche ancora non conviene

«All’indomani dei disordini del Campidoglio, l’Associazione nazionale dei produttori, sostenitrice di Trump, ha chiesto che il presidente fosse messo in stato d’accusa. L’influentissima Business Roundtable, che rappresenta le più grandi aziende del paese, ha diffuso una condanna dell’azione quasi altrettanto potente. E gli ambienti del capitalismo finanziario, il principale alleato del fascismo nella sua versione iniziale, si sono espressi in termini simili».

La lenta regressione democratica

«Perché arrischiarsi in una rivolta quando la loro lenta corrosione della democrazia dall’interno sta proteggendo i loro profitti meglio di quanto farebbero delle truppe d’assalto? In altri termini la politica statunitense è effettivamente in crisi. Ma una crisi al rallentatore. Non è eclatante come l’assalto al Campidoglio o una presa del potere militare. Ma a lungo termine infligge alla democrazia lo stesso danno».

Conclusione possibile

«Per ora, comunque, il problema non è che la democrazia statunitense stia per essere rovesciata. Bensì che gli Stati Uniti non sono, tanto per cominciare, una grande democrazia. Abbiamo bisogno di crearne una in cui la gente possa credere».

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AVEVAMO DETTO

«Politica americana incrinata, Trump e dittatura di destra», allarme dal Canada

Gli Stati Uniti stanno diventando sempre più ingovernabili e diversi temono che potrebbero precipitare nella guerra civile. L’allarme sul ‘Globe and Mail’ canadese, dell’accademico e ricercatore Thomas Homer-Dixon, ex consigliere di Al Gore. «Gli Stati Uniti, potrebbero essere governati entro il 2030 da un dittatore di destra». Secondo Homer-Dixon tutti i movimenti fascisti sono nati … Leggi tutto

Sorgente: L’America ha paura di se stessa: squadra anti terrorismo interno –

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