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È sciopero generale in tutta la provincia di Mangistau nel sud-est del Kazachstan che si affaccia sul Caspio. Le proteste sono dirette contro il raddoppio del prezzo del gas liquido del 100% da 60 a 120 tenghe (la valua kazaka).

Da oggi i lavoratori delle principali imprese di produzione e di servizi in tutti i settori della regione di Mangistau hanno annunciato di aver aderito alle manifestazioni a tempo indeterminato che si stanno svolgendo contemporaneamente a Zhanaozen e nel centro regionale di Aktau. Nel frattempo, azioni di protesta sono in corso anche in tutti i centri regionali della provincia da questo pomeriggio.


I lavoratori della Ozenmunaigas hanno annunciato per primi che si sarebbero uniti alla protesta. Ci sono notizie di interruzioni del lavoro anche in altre miniere come alla North Buzachi, a
lla Karazhanbas e altri campi. Proteste sono in corso anche al porto del Mar Caspio di Kuryk, dove i lavoratori hanno incrociato le braccia, informa il sito del Centro Euroasiatico del movimento operaio.
Gli scioperanti si sono diretti in autobus e 
in alcuni casi persino a piedi a Zhanaozen e Aktau per unirsi agli scioperanti. I lavoratori delle società di servizi Burgylau LLP, Kalamkas LLP, Kezbi LLP e i dipendenti di Zhetybai e altri villaggi hanno anche espresso il loro sostegno. Anche i lavoratori dei servizi e di imprese ausiliarie, che sono concentrati nella stazione di Mangistau, sono in sciopero.

 

Sciopero alla Tengizchevroil oggi

Il lavoro si è fermato anche in un certo numero di imprese e di lavoratori del petrolio come alla Tengizchevroil, già una società con il 75% di capitale statunitense. I lavoratori dopo aver annunciato sciopero e hanno organizzato una manifestazione di solidarietà con i loro fratelli di Zhanaozen e Aktau. Così anche la geografia delle proteste si sta espandendo, ma la cosa più importante è che i collettivi di lavoro vi si sono uniti in massa, dando immediatamente peso politico alla rivoltaLa richiesta sta ora diventando la richiesta di dimisssioni del governo.Il Kazachstan ha una grande tradizione di lotte sindacali e operaie nell’era post-sovietica, assieme all’Ucraina.
Il numero dei manifestanti 
starebbe aumentando ora dopo ora.
La miccia era stata accesa con manifestazioni non già a capodonno nella cittadina di Zhanaozen. Le manifestazioni di piazza si sarebbero ora allargate in molte città, non solo nella capitale di Aktau. Già ieri le dimostrazioni si sono allargate in altre città e villaggi della regione, così come in altre città, tra cui Aktobe, Almaty e la capitale Nur-Sultan. Ad Aktau, da oggi anche gli autisti degli autobus sono entrati in agitazione e si sono uniti alla manifestazione non autorizzata in città contro l’aumento del prezzo del gas liquefatto, riferisce un corrispondente di Interfax-Kazakistan.
“Noi, gli autisti e i conduttori del Caspian Autopark, da oggi, 4 gennaio, non andremo al lavoro. Siamo con il popolo, e ora ci uniremo ai manifestanti”, hanno detto i dipendenti dei depositi

Secondo Radio Azattyk, a Zhanaozen alcuni manifestanti non sono neppure tornati a casa per la notte, e il giorno dopo ancora più gente si sarebbe riunita nella piazza della città.I partecipanti gridano“Gas 50”, ovvero chiedono addirittura una riduzione del prezzo del gas per il riscaldamento delle abitazioni da 60 a 50 tenghe. Ieri il governo per tentare di fare rientrare le manifestazioni la popolazione aveva proposto non un aumento del 100% ma “solo” del 50-60% ma i manifestazanti hanno immediatamente rigettato la proposta.

Manifestazione la scorsa notte a Aktau

Il Kazachstan è uno dei più grandi produttori al mondo e ha enormi riserve di gas e quindi potrebbe – se non aderisse alle logiche del mercato mondiale – fornire il gas a prezzi calmierati o addirittura gratuitamente come avveniva di fatto in Urss.

Dopo il primo giorno di proteste, le autorità regionali e il ministero dell’Energia del Kazakistan hanno cercato di spiegare gli aumenti dei prezzi proprio seguendo questa logica.Hanno sostenuto che il 1° gennaio tutto il gas liquefatto sarà scambiato in borsa, “bilanciando i prezzi del gas sulla base della domanda e dell’offerta” e “attirando investimenti” per nuove capacità di produzione. Il consumo di gas liquefatto aumenta ogni giorno nel paese, ma il volume ristagna, quindi prima del passaggio, il gas veniva venduto a meno del costo di produzione, facendo perdere soldi ai produttori», ha dichiarato il ministero.

Il governo sta velatamente minacciando la chiusura dell’impianto che fornisce il gas nella regione potrebbe essere perfino chiuso nel prossimo futuro.

“Se non si prendono misure urgenti, la regione è minacciata dalla chiusura dell’impianto in futuro e, di conseguenza, da una carenza di gas liquefatto. Ci sono piani per costruire un nuovo impianto, che sarà possibile, in parte, vendendo il gas liquefatto a prezzo di mercato”, ha detto Kartbayev. Dopo che le proteste nel Kazakistan occidentale non si sono fermate, il presidente Kassym-Zhomart Tokayev ha incaricato il governo di rivedere urgentemente la situazione a Zhanaozen, “tenendo conto della convenienza economica e dello stato di diritto”.

D‘altra parte – segnalano alcuni sindacalisti russi – l’aumento del prezzo del gas stesso è stato solo il fattore scatenante di un clima di malcontento generalizzatoe le sue cause principali affondano nella svalutazione del tenga che ha condotto all’ aumento dei prezzi di molti generi alimentari. Nella regione del Mangistau, come in altre regioni petrolifere del paese, il problema principale per i lavoratori è il basso livello dei salari, così come le difficili condizioni di lavoro.

Pertanto, il discorso legato all’aumento del prezzo del gas si configura sempre di più come una mobilitazione contro tutta la politica socio-economica, “condotta dal governo nell’interesse delle compagnie estrattive straniere e degli oligarchi locali, che si arricchiscono solo con la svalutazione strisciante”, come ha notato uno dei portali del movimento sindacale kazakoNon è un caso che il volume della produzione di petrolio e di altri minerali è solo aumentato nell’ultimo anno, mentre il livello dei salari è rimasto in gran parte invariato mentre il potere d’acquisto della popolazione è sceso inesorabilmente.

Sorgente: Esplodono le proteste operaie e popolari in Kazachstan dopo l’aumento dei prezzi del gas – Matrioska

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