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Tanti punti ancora da chiarire sul decesso del giovane tunisino “deportato” nel Cpr alle porte di Roma e morto in un ospedale della Capitale

Stefano Galieni

Tanti punti ancora da chiarire sul decesso del giovane tunisino “deportato” nel Cpr alle porte di Roma e morto in un ospedale della Capitale

Delle 67.040 persone sbarcate in Italia nel 2021, 15.671 provengono dalla Tunisia, la cui crisi economica e politica non conosce tregua. Dai porti, così vicini a Lampedusa, i migranti arrivano con i propri mezzi, finiscono nelle “navi quarantena” per poi essere o rimpatriati, distribuiti nei centri di accoglienza prefettizi o finire nei Cpr (Centri permanenti per il rimpatrio). La vicenda di uno di loro, Wissem Ben Abdel Latif, è ancora lontana dall’essere chiusa. Wissem, un ragazzo di 26 anni dal fisico sportivo, era arrivato nei primi giorni di ottobre a Lampedusa e, seguendo la trafila, si era ritrovato nel Cpr romano di Ponte Galeria, in attesa del rimpatrio. 

Da quei giorni in poi le voci divergono: chi parla di stress psichico, chi di violenza subita dagli agenti di sorveglianza, fatto sta che l’ordine di rimpatrio di Wissem, mentre si trovava il 24 novembre all’ospedale Grassi di Ostia, era stato annullato. Invece il 25 è stato trasferito ad un altro ospedale romano, il S. Camillo, nel reparto psichiatrico, e trattenuto in un letto di contenzione. Il 28 novembre, alle 4,30 del mattino è stato trovato morto, per un arresto cardiaco le cui cause non sono state accertate. La famiglia è stata informata del decesso solo il 2 dicembre, l’autopsia eseguita senza neanche avvisare i genitori e, pochi giorni dopo il corpo è stato riportato in Tunisia. Mentre i parenti continuano a chiedere verità e giustizia, alcuni parlamentari, legali ed attivisti esperti in materia immigrazione cercano la risposta ad alcune domande. 

Perché il ragazzo non è stato rilasciato il 24 novembre? Corrisponde al vero che una parte della sua cartella clinica al San Camillo e relativa al monitoraggio della contenzione, sia andata persa? Durante la detenzione nel Cpr Wissem è stato sottoposto, come hanno affermato alcuni suoi connazionali, ad un vero e proprio pestaggio? Ha ricevuto farmaci che non doveva ricevere? Tanto il Cpr quanto l’ospedale si confermano buchi neri quando ci sono morti inspiegabili. La vicenda assume aspetti più inquietanti perché si lega al divieto di accesso che si continua ad applicare in alcuni Centri in cui vige una discrezionalità extra legem. 

Ai parlamentari è possibile entrare in qualsiasi momento invocando il proprio mandato ispettivo. Un tempo tale normativa, che permette loro di farsi accompagnare, valeva solo per gli istituti penitenziari ma con…

Nella foto: sit-in di verità e giustizia per Wissem Ben Abdel Latif, Roma, 18 dicembre 2021

Mia A. ad esempio è una giovane insegnante romana inserita nelle graduatorie che servono proprio per le sostituzioni per malattia, maternità o congedo. Per pagare l’affitto e le bollette è costretta a…

L’articolo prosegue su Left del 14-20 gennaio 2022

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Sorgente: Cpr di Ponte Galeria, come e perché Wissem è morto? | Left

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