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Malta ha finalmente  dato il via libera all’estradizione in Italia di Paul Attard, suo controverso uomo d’affari accusato di essere coinvolto in un gigantesco traffico di idrocarburi in collegamento con Cosa Nostra. Il triangolo criminale che muove tutte le pedine nel Mediterraneo. L’inchiesta di Lorenzo Bagnoli, IrpiMedia, e di Nello Scavo, su Avvenire.

10 tonnellate di hashish per gradire

«Il Tribunale di Malta ha disposto l’estradizione in Italia di Paul Attard, controverso uomo d’affari accusato fra l’altro della spedizione di 10 tonnellate di hashish con uno dei suoi pescherecci». Attard è uno dei nomi chiave del ‘Libyagate’, l’inchiesta di IrpiMedia con Avvenire che il  27 novembre aveva documentato il ruolo di Attard, figura chiave del cartello che agisce prevalentemente tra Libia, Malta e Sicilia. I processi a carico di Attard in Italia sono tuttora in corso, e lui tra tentando tutte le scappatoie legali per evitare che l’estrazione diventi esecutiva.

Triangolo Libia, Malta, Sicilia

Nel 2016 un rimorchiatore dell’imprenditore maltese, era stato utilizzato per trainare la petroliera “Transnav Hazel” nelle acque contigue maltesi. Il sistema che gli investigatori ritengono sia stato adottato in questi anni per aggirare i controlli in mare utilizzando rimorchiatori per trascinare navi cariche di prodotti da contrabbandare, con la copertura di una normale operazione di assistenza a una nave in difficoltà. Quasi degli eroi.

Malta 2015- 2016, alleanza criminale

E’ allora che nasce la micidiale alleanza. Alcune delle milizie dell’ovest della Libia, compresi gli uomini della fazione della Guardia costiera libica comandata da Abelrahman al-Milad, detto Bija, trafficante di uomini secondo le Nazioni Unite, o comandante dell’accademia navale di Zawiyah, secondo il governo libico, forte dei guardacoste forniti dall’Italia. Cooperazione per fermare l’immigrazione irregolare. Di altro contrabbando non si parlò allora.

Entra in scena Cosa nostra siciliana

A due ore di navigazione, in Sicilia, agiscono i clienti dei contrabbandieri, coloro che secondo le indagini di diverse procure distribuiscono il carburante esentasse in tutta Europa. Un anello fondamentale perché le autorità maltesi possono lasciar perdere e chiudere occhi e radar , solo se il traffico porta lontano e non ruba a loro. Molte le accuse di complicità nei confronti dell’ex primo ministro maltese Joseph Muscat, dimessosi nel gennaio del 2020.

Mazara, feudo di Matteo Messina Denaro

Le mosse di alcuni acquirenti del gruppo di contrabbandieri conducono fino a Mazara del Vallo, non solo capitale della pesca siciliana  feudo mafioso storico di Matteo Messina Denaro. Sergio Leonardi, imprenditore, genero del boss catanese Pippo Sciuto Tigna e altri familiari di Angelo Privitera, esponente del clan Mazzei, nel 2016 arrivano ai titolari del deposito fiscale di idrocarburi Pinta Zottolo.

Deposito fiscale, miniera d’oro

Il deposito fiscale è autorizzato a ricevere o spedire prodotti il sospensione dei diritti di accise e di Iva. Solo deposito temporaneo, in attesa  che lo Stato tassi gli idrocarburi a seconda del loro uso. Leonardi, hanno scoperto gli inquirenti, comprava gasolio verde, cioè destinato a uso agricolo e sottoposto a un regime fiscale agevolato, con l’Iva dal 22 al 10 per cento, e lo vendeva per automobili e camion. Non male come ruberia di partenza.

Mafia catanese e loggia ‘Iside 2’

Tutore sul posto, Francesco Burzotta, legato al boss di Cosa nostra Mariano Agate, morto nel 2013, noto esponente della loggia massonica “Iside 2” di Trapani, considerato l’uomo di riferimento di Totò Riina. Nel 2004 Agate venne intercettato mentre, dal carcere al 41 bis, ordinava al figlio Epifanio di comunicare gli sviluppi dei traffici illeciti (forse il rendiconto di quota parte), al superlatitante Matteo Messina Denaro, capo latitante di Cosa nostra.

La mafia maltese

I legami di Malta con uomini di Cosa nostra erano emersi fin dai tempi dell’indagine ‘Dirty Oil’. -Darren Debono, broker maltese di trading petrolifero e di pesce, è ritenuto dagli investigatori il contatto con la famiglia mafiosa Santapaola–Ercolano. Ipotesi, in attesa di sentenza. un pronunciamento dei tribunali, sempre respinta dall’interessato. Debono ha viaggiato molto in Libia, sia in Italia, tra fornitori e acquirenti.

Malta omertosa e complice

«A Malta molti sapevano e tanti tacevano. Eppure la guerra per bande dei trafficanti di gasolio aveva provocato una lunga scia di sangue: sette autobombe esplose in 24 mesi (a partire dal 2014), che hanno provocato quattro morti, riportano i media maltesi», sottolinea Nello Scavo su Avvenire. Ripescando un doloroso ricordo.

Daphne Caruana Galizia

«Questa mattina quando mi sono svegliata con la notizia di un altro uomo fatto saltare in aria con un ordigno piazzato nella sua auto, ho scritto di una pista che sta emergendo in cui i trafficanti di diesel vengono fatti esplodere con le loro auto, a differenza dei trafficanti di droga a cui viene sparato», scriveva Daphne Caruana Galizia. Un anno dopo toccó a lei.

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PUNTATE PRECEDENTI DELL’INCHIESTA

Tripoli, Malta e Cosa nostra: le rotte del ‘Libyagate’. Così i pirati del petrolio fanno affari con i guardacoste

L’inchiesta di Irpi (Investigative Reporting Project Italy) con Avvenire. Le indagini sul cartello dell’oro nero in affari coi trafficanti di uomini e armi. Sintesi dell’inchiesta di Lorenzo Bagnoli (Irpi Media) e Nello Scavo (Avvenire), sulle connessioni criminali nel Mediterraneo. Rivelazioni sulla faida tra clan libici d’intesa con faccendieri maltesi e mafiosi siciliani.Dalle raffinerie libiche fino … Leggi tutto Tripoli, Malta e Cosa nostra: le rotte del ‘Libyagate’. Così i pirati del petrolio fanno affari con i guardacoste

Sorgente: Libyagate, triangolo criminale con Malta e Cosa Nostra nel contrabbando di petrolio e droga –

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