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Trasporto pubblico degli studenti tra i 12 e i 18 anni, cresce il pressing dei presidenti delle Regioni

La prova del debutto può dirsi superata, non ci sono stati gli incidenti tanto temuti e i cittadini hanno mostrato di accogliere con senso di responsabilità la novità del green pass rafforzato. Una ragione in più per non cambiare la strategia di contrasto al Covid e non modificare il nuovo decreto che sarà in vigore fino al 15 gennaio. Mario Draghi non esulta, non elogia il governo e tiene il profilo basso per non enfatizzare la divisione tra la grande maggioranza di italiani vaccinati e la minoranza di persone senza certificato verde. Ma tira dritto e non apre ad alcuna deroga, nemmeno per gli studenti.

 

La soddisfazione del governo sta tutta nelle parole della ministra Luciana Lamorgese, che guida la complessa macchina del ministero dell’Interno e che ha messo in campo il massimo impiego di forze per garantire i controlli. Sollievo comprensibile, dopo che Draghi in Consiglio dei ministri aveva spronato il Viminale a mobilitare tutte le prefetture sul fronte green pass: «Non mi vengano a dire che i controlli sui mezzi pubblici non si possono fare…». È andata bene. I dati del primo giorno di monitoraggio arriveranno oggi e il bilancio si annuncia positivo, l’incolumità dei passeggeri è stata garantita e non ci sono state interruzioni di servizio.

Resta il problema degli studenti tra i 12 e i 18 anni, ai quali è richiesto almeno il green pass base e quindi un tampone negativo. Il pressing dei presidenti delle Regioni — che da giorni triangolano con i ministri Speranza e Gelmini perché i ragazzi abbiano una deroga per salire anche senza certificato su bus, metropolitane e treni regionali — continua, ma la linea di Chigi è che sarebbe sbagliato modificare un decreto appena entrato in vigore e che sta già dando risultati. Draghi non vuole fare retromarce su un provvedimento cruciale per la difesa dal Covid e anche il fatto che il primo giorno sia filato via liscio suggerisce di aspettare prima di prendere decisioni.

Il ministro Brunetta aveva parlato dell’ipotesi di tamponi gratis per gli studenti di medie e superiori, almeno per i 15 giorni che intercorrono tra prima dose e invio del green pass. Ma il premier è contrario, anche perché un via libera riaprirebbe la polemica con i sindacati, che chiedevano lo stesso trattamento per i lavoratori. Il governo sembra orientato piuttosto a lasciare che siano i presidenti delle Regioni a rafforzare la protezione dei passeggeri, ad esempio imponendo a tutti la mascherina FFP2 a bordo di autobus e treni regionali.

Anche dall’entourage del generale Figliuolo filtra soddisfazione per l’accelerazione della campagna. È aumentato il trend dei nuovi vaccinati, il numero di terze dosi è molto alto e i green pass scaricati nelle ultime 24 ore sono un milione e 310 mila. Intanto però in Italia l’indice di contagio Rt è balzato dal 2,9 al 3,1 e alla luce della situazione epidemiologica in Europa, che resta molto grave, Draghi non toglie dal tavolo l’ipotesi più estrema: il vaccino obbligatorio per tutti se la curva epidemiologica dovesse impennarsi. «Da qui a un paio di settimane non credo che decideremo niente del genere», frena un esponente del governo. Il quale però non esclude che, di fronte a un peggioramento ulteriore dell’indice di contagio, il governo si veda costretto a imporre nuove restrizioni per le feste di Natale, quando alcune regioni saranno in arancione. Poiché il vaccino obbligatorio impiegherebbe troppo tempo a dispiegare i suoi effetti, l’unica via sarebbe quella di tornare a divieti generalizzati e chiusure di alcune attività. Scenario doloroso che Draghi vuole evitare, ma che non si può escludere: il premier, con gli scienziati del Cts e il ministro della Salute, monitorano di continuo la curva e a fine settimana faranno un bilancio, con la speranza che il virus consenta di arrivare a gennaio senza altre restrizioni.

Sorgente: Il governo frena sulle deroghe al super green pass. E se l’Rt cresce ancora possibili nuove misure

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