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È il risultato di una indagine congiunta dell’Onu e dell’Ethiopian Human Rights Commission (Ehrc). Ma proprio il coinvolgimento dell’Ehrc pone seri dubbi sull’integrità dell’inchiesta e dei suoi risultati

ETHIOPIA-UNREST

di Federica Iezzi

Roma, 11 dicembre 2021, Nena News – Date le lacune nell’approccio e nella metodologia, le indagini congiunte dell’Office of the United Nations High Commissioner for Human Rights (OHCHR) e dell’Ethiopian Human Rights Commission (EHRC) potrebbero non fornire un quadro accurato delle violazioni dei diritti umani perpetrati nella regione del Tigray.

Il Tigray Human Rights Forum (THRF), organizzazione che si impegna a promuovere i diritti umani nel Tigray, ha seguito da vicino gli sviluppi riguardanti l’indagine congiunta.

I risultati dell’indagine, inclusi nel rapporto congiunto, sono gravi e vi sono fondati motivi per ritenere che abusi e violazioni dei diritti umani e violazioni del diritto internazionale umanitario, possano costituire crimini contro l’umanità e crimini di guerra. Sotto inchiesta: attacchi diretti a civili e postazioni civili, omicidi, esecuzioni giudiziarie, torture e altre forme di maltrattamento, detenzioni arbitrarie, rapimenti, sparizioni forzate e violenze di genere.

Il Joint Investigation Team evidenzia una diffusa impunità per i responsabili di violazioni e abusi. Il THRF appare preoccupato che l’indagine possa essere utilizzata per rivendicare le violazioni commesse e possa sostenere attivamente il conflitto.

Il coinvolgimento dell’EHRC pone seri dubbi sull’integrità dell’indagine complessiva e dei suoi risultati. La Commissione risponde alla Camera dei rappresentanti del popolo, organo che ha designato il Tigray People’s Liberation Front (TPLF), anch’esso oggetto di indagine. E ciò solleva direttamente questioni di indipendenza e imparzialità. Numerosi rapporti pubblicati dalla Commissione mostrano un’evidente parzialità a favore del governo federale. La Commissione ha anche scelto di tacere di fronte a evidenti violazioni, ampiamente reiterate in Tigray, comprese le pesanti barriere all’accesso umanitario in corso.

Sebbene sia importante indagare su tutte le forme di violazione dei diritti umani, indipendentemente dall’identità delle vittime e degli autori, la denuncia unilaterale dell’EHRC rafforza ulteriormente gli interrogativi sull’imparzialità del processo di indagine. I termini di riferimento per l’analisi non sono mai stati resi pubblici. E questo riserbo ha consentito all’indagine di continuare senza controllo. Chiara violazione del principio di trasparenza.

Come ha confermato lo stesso OHCHR, tralasciare siti chiave del massacro come le aree di Axum, Edaga Berhe, Dengelat, Mahbere Dego, Togoga e Tembien, avrà un impatto negativo sul quadro generale dell’indagine.

L’indagine è stata condotta quasi esclusivamente in luoghi sotto il controllo del governo federale. Sono stati dichiarati cambiamenti improvvisi nella situazione della sicurezza e nelle dinamiche del conflitto, come spiegazione all’interruzione dell’indagine in aree del Tigray.

I risultati del rapporto rendono ampiamente chiaro che, mentre infuria la guerra nel nord dell’Etiopia, il bilancio umano del conflitto continuerà a crescere. Il proclama dell’emergenza si estende a tutto il Paese limitando di fatto i diritti umani, secondo Amnesty International. Ad esempio, consente alle autorità federali di arrestare chiunque senza mandato, di fronte ad un ‘ragionevole sospetto’ di cooperazione con gruppi terroristici, e di detenerlo senza controllo giurisdizionale. E’ allarmante l’impatto su attivisti dei diritti umani, giornalisti, minoranze e critici del governo.

La proclamazione dello stato di emergenza, inoltre, consente la sospensione o la definitiva cancellazione delle licenze delle organizzazioni non governative e dei media, se sospettate di fornire supporto materiale o morale a organizzazioni terroristiche, termini aperti a un’ampia interpretazione. Nena News

Sorgente: FOCUS ON AFRICA. “Possibili crimini contro l’umanità in Etiopia”

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