0 4 minuti 2 anni

ANNA E GIOVANNI DE SIMONE AVEVANO 9 E 4 ANNI QUANDO, IL 23 DICEMBRE 1984, UNA BOMBA SUL RAPIDO 904’ LI UCCIDE INSIEME AD ALTRE 15 PERSONE.
UNA STRAGE TRA CRIMINALITÁ ORGANIZZATA ED EVERSIONE NERA

Si respira aria di festa sul Rapido 904 Napoli-Milano il 23 dicembre 1984.
Il treno è pieno di meridionali che vanno a trovare i partenti nel settentrione per festeggiare insieme il Natale. Tra di loro c’è la famiglia De Simone: Nicola, il padre, fa l’operaio, Angela, la madre, è un’insegnante. Hanno due bambini, Anna e Giovanni, rispettivamente di 9 e 4 anni. Sono tutti nella nona carrozza, in seconda classe.
I bambini probabilmente giocano, Anna si è portata dietro una delle sue bambole, mentre i genitori pensano ai parenti di Milano che finalmente rivedranno dopo tanto tempo. Sono felici e spensierati e non si accorgono che sulla griglia tra gli scompartimenti undici e dodici, insieme ai bagagli, al cibo portato “da giù” e ai regali ci sono anche due strane borse. Contengono 14 chili di pentrite, T4, nitroglicerina e tritolo. Una combinazione micidiale.
Quando il convoglio transita in mezzo agli Appennini, nella galleria di San Benedetto Val di Sambro che collega Firenze a Bologna, un’esplosione terribile sconvolge la carrozza numero 9.
Sono le 19,06 e il treno si trova esattamente a metà dei tredici chilometri della cosiddetta Direttissima quando lo scoppio gonfia e lacera la vettura dilaniando i suoi passeggeri. Muore l’intera famiglia De Simone. La bambola di Anna spicca tra le lamiere contorte ed incandescenti quando arrivano i soccorsi.
Il bilancio definitivo sarà di 17 decessi e oltre 260 feriti.
Le indagini si occuperanno di due piste e altrettante città. A Roma durante una perquisizione nel covo di Guido Cercola e Pippo Calò, il “cassiere della mafia”, viene ritrovato materiale esplosivo ed elettronico compatibile con quello usato per la strage.
Nel frattempo però a Napoli si scopre che un ex poliziotto, Carmine Esposito, aveva preannuciato la strage. Ad imbeccarlo sono i camorristi del Rione Sanità, capeggiati da Giuseppe Missi, rapinatore con ambizioni eversive e amicizie nel mondo neofascista. Seguono gli arresti di vari soggetti vicini a Missi, tra cui Luongo e Ferraiuolo che, messi alle strette, parleranno di una strage organizzata insieme da mafiosi e camorristi e della collaborazione ex-deputato del MSI Massimo Abbatangelo che avrebbe fornito l’esplosivo.
I due poi ritratteranno.
Una lunghissima serie di processi che si concluderà con la condanna di Cercola, Franco di Agostino, Calò e Friedrich Schaudinn, il fabbricatore dell’ordigno. Massimo Abbatangelo, dopo una condanna e una definitiva assoluzione per strage, sarà condannato a 6 anni per aver consegnato l’esplosivo a Misso, condannato a sua volta a 3 anni per detenzione dello stesso.
I familiari delle vittime saranno costretti a pagare le spese processuali e non riceveranno alcun risarcimento.

Sorgente: Cannibali e Re – Facebook

Please follow and like us:
0
fb-share-icon0
Tweet 20
Pin Share20