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Nell’ultimo aggiornamento sulla sicurezza vaccinale del 6 ottobre scorso, l’EMA ha riferito tra le reazioni avverse per il vaccino Comirnaty di Pfizer anche i casi di parestesie. In particolare, come scritto nella scheda redatta dal Comitato di valutazione rischi per la farmacovigilanza (PRAC) sono stati segnalati quasi 22mila casi di parestesie e ipoestesie su circa 1 miliardo e 220mila dosi somministrate nel mondo del vaccino Pfizer. La scheda riferisce che si tratta di casi segnalati spontaneamente che riguardano sospetti effetti correlati anche se «non necessariamente relativi o causati dal vaccino».

Il 75% di queste segnalazioni, però, riferiscono di una comparsa dei sintomi il giorno dopo la vaccinazione. In ragione di questo, il PRAC ha detto che le parestesie «dovrebbero essere aggiunte alle informazioni sul prodotto come effetti collaterali di Comirnaty».

Si tratta di un’informazione che apre uno squarcio importante sulla condizione di tante persone che da mesi lamentano reazioni avverse e dolorose al vaccino e non diagnosticate: bruciori, sensibilità alterata dei nervi, degli arti, dolori diffusi. In questi mesi la Bussola ha raccontato le storie delle tante – soprattutto donne – le quali, dopo aver fatto il vaccino, si sono ritrovate la vita sconvolta da questo tipo di sintomi invalidanti, col timore che siano permanenti.

Oggi le loro storie sono diventate il Comitato Ascoltami (QUI la pagina Facebook), che chiede di essere preso sul serio dai medici ai fini anzitutto di ottenere una diagnosi sul loro disturbo. Per la verità, un grosso ascolto non l’hanno ancora ottenuto, salvo alcuni servizi televisivi di Marianna Canè della trasmissione Fuori dal Coro condotta da Mario Giordano, che ha dato loro voce cercando di rompere quel muro di omertà che impedisce a questi malati speciali di essere considerati tali, diagnosticati e curati.

Fino a ieri l’assenza di un qualunque riferimento negli atti degli enti regolatori, Aifa e Ema in primis, ha sempre inibito, infatti, qualunque iniziativa medica per arrivare a una diagnosi vaccino-correlata. Come a dire: questi sintomi non sono riportati in letteratura, dunque scordatevi qualunque tipo di riferimento al vaccino. Il refrain che molte si sono sentite ripetere è stato «esclusa correlazione» o al massimo, «non posso escluderla, ma non mi azzardo a dirlo».

Ebbene: pur trattandosi di “appena” 22mila pazienti nel mondo su più di un miliardo, e per giunta su segnalazioni spontanee quindi sottostimate, questi casi oggi esistono, sono segnalati e sono riferiti. È un segnale inequivocabile che ogni medico che visita questi pazienti, ora può basarsi su una “pezza d’appoggio” per poter ricondurre una diagnosi al vaccino.

Sorgente: Parestesie, tabù infranto: Ema riconosce i bruciori da vaccino – La Nuova Bussola Quotidiana

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