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di Marco Mologni

Fabio Meroni, consigliere provinciale della Lega, è stato due volte sindaco di Lissone e parlamentare del Carroccio. Su Facebook l’attacco alla senatrice, deportata a 13 anni ad Auschwitz (75190 era il suo numero), che ha ribadito l’importanza della vaccinazione. Il Pd: siamo inorriditi, chieda subito scusa. Lui: sui social scrivo quello che voglio

«Mancava lei, 75190». Si è scagliato contro Liliana Segre perché la senatrice a vita ha sostenuto che la vaccinazione contro il Covid è un «dovere morale». Non citandola mai con il suo nome. Indicandola con il codice numerico che i nazisti le avevano stampigliato sul braccio quando — a 13 anni — era stata internata nel campo di concentramento di Auschwitz: 75190. «Per chi nega il Covid, per chi usa il nazismo, per chi fa quella mascherata di vestirsi da prigionieri dei lager c’è una sola parola: silenzio», ha ribadito Segre in questi giorni (e oggi a Milano si svolge il 18esimo corteo No green pass e no vax).

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Il post rimosso dal profilo Facebook

Ha suscitato la reazione forte del Pd di Monza e Brianza il post che Fabio Meroni ha postato su Facebook contro Segre: «Siamo inorriditi — scrive il sindaco di Lissone, Concetta Monguzzi, in una nota ufficiale —. Le considerazioni volgari di chi come il consigliere Fabio Meroni equipara le vaccinazioni al nazifascismo offendono tutte le persone dotate di consapevolezza storica e di un senso di umanità e in particolar modo i cittadini e il Consiglio Comunale di Lissone. Le forze di maggioranza chiedono al consigliere Meroni pubbliche scuse come unica via per presentarsi con un residuo di dignità di fronte al Consiglio Comunale e a tutti i cittadini».

Il consigliere no vax ed ex sindaco

Fabio Meroni, due volte sindaco, parlamentare e ora consigliere provinciale leghista, ha pubblicato quel commento giovedì 18 novembre e l’ha rimosso sabato mattina, solo dopo la pubblicazione di questo articolo (post rimasto senza nessun like). Volto storico della politica brianzola, in questo periodo è noto per le sue posizioni no vax e difende la sua libertà di non vaccinarsi: «Non è stata una scelta facile e la mia libertà di non sottopormi al vaccino anti-Covid mi sta provocando numerosi disagi. Ogni volta, per accedere in comune e in provincia devo sottopormi a tampone».

Niente scuse: «Scrivo quello che voglio»

Meroni non si è scusato e ha detto di non aver apprezzato la presa di posizione di Liliana Segre che negli ultimi giorni ha richiamato l’importanza della vaccinazione, unica via di uscita contro la pandemia: «Ho il massimo rispetto di Liliana Segre e mio papà ha fatto il partigiano e mio nonno un cavaliere di Vittorio Veneto. Però non ho apprezzato la sua uscita sul dovere morale di vaccinarsi. Chi è lei per dirlo? Il mondo scientifico è diviso e lo sa lei? Resto della mia idea, solo con l’obbligo vaccinale e se sarò costretto fatò l’iniezione come ho fatto quella per il militare». Quanto alla richiesta di scuse del Pd, è rinviata al mittente: «Imparino a guardare a casa loro, non sul mio profilo Facebook, dove scrivo quello che voglio». No vax irriducibile.

Sorgente: Meroni, il leghista no vax e la frase oscena su Segre. Lui: «Sui social scrivo quello che voglio»

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