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La disastrata azienda municipalizzata per la raccolta dei rifiuti a Roma ha siglato un patto coi sindacati: chi non prenderà giorni di ferie o malattia avrà 360 euro lordi in più in busta paga. Invece di aumentare controlli e visite mediche, Ama cede al ricatto dei fancazzisti. Che dicono Landini e Gualtieri?

di Mario Lavia – fotografia LaPress

Ve lo meritate Alberto Sordi, diceva Nanni Moretti in Ecce Bombo. A Roma siamo in pieno albertosordismo in effetti: si è deciso di pagare di più chi va a lavorare rinunciando a darsi malato. Cioè, una cosa normale – lavorare – viene di fatto considerata straordinaria, e dunque i netturbini che eviteranno di buttarsi malati, come si dice a Roma, o non si prenderanno il giorno di ferie, avranno fino a 360 lordi in più (garantendo una presenza ininterrotta dal 22 novembre al 9 gennaio) di chi per esempio è malato veramente.

Lo chiamano «incentivo» perché fa tanto modernità ma è il pagamento di un pizzo ai netturbini che la mattina chiamano e dicono «oggi nun me sento bene», e stanno a casa (se non vanno a fare qualche lavoretto in nero da un’altra parte) ma se rinunciano al trucchetto ecco i soldi cash. Uno dei tanti premi di produzione, come si fanno ovunque, si dirà. Il problema è che stavolta, in un accordo pubblico, il criterio fondamentale per accedere al premio è che il tasso di malattia cali, cioè, in altre parole, si sancisce che esiste un problema-furbetti pensando di risolverlo pronta cassa. Una furbata pro-furbetti siglata dall’Ama, la disastrata azienda municipalizzata per la raccolta dei rifiuti e i sindacati. Il testo è chiarissimo, si paga la presenza al lavoro.

Pare una capitolazione alla disonestà degli assenteisti o come si dice oggi dei fancazzisti. Invece di reprimere questa pessima abitudine, ben radicata nel settore pubblico, con gli strumenti normali – i controlli, le visite mediche – si preferisce monetizzare la furbizia e mettersi in ginocchio, mano al portafogli, per evitare abusi. È un cedimento al ricatto, o mi dai i soldi in più o non vengo a lavorare. Se non fosse esagerato ricorrere a certe parole, ci sarebbe da dire che alla fermezza questi preferiscono la trattativa. È come se lo Stato pagasse i rapinatori perché non freghino i portafogli alle persone.

È da non credere che il nuovo amministratore dell’Ama, l’ex ministro Angelo Piazza, abbia stretto questo patto scellerato con il peggiore sindacato che esiste, quello del pubblico impiego, almeno a Roma, impegnato soprattutto su un fronte: far lavorare i dipendenti pubblici il meno possibile a parità di salario o addirittura con qualche incentivo.

Che dice Maurizio Landini? I sindacati dovrebbero essere i primi a scoprire e denunciare gli abusi, perché essi sono non solo contro la città ma contro i lavoratori onesti. Ed è una pratica di destra. Invece coprono il tutto con l’arma dell’assenteismo tra le mani. Il settore è peraltro in piena vertenza nazionale, Ama è altro, più politica locale corporativa e aziendalista: lo dimostrano i tassi di adesione agli scioperi per il contratto Nazionale, l’85% medio, il 25% in Ama. Guai fare paralleli pubblico-privato: ma allora facciamo Ama (Roma) con A2a (Milano), ma anche Atac e Atm: numero dipendenti per abitanti, assenteismo, salari, soddisfazione dei cittadini. Le città sono sempre più sporche in periferia e avere una città efficiente dovrebbe essere un valore di sinistra.

E soprattutto che dice Roberto Gualtieri? Il nuovo sindaco di Roma, a un mese dalla sua elezione salutata con comprensibile sollievo da una città piegata da cinque anni di Virginia Raggi, si è lanciato in una proposta ardita: ripulire la Capitale per Natale. Lo sforzo è immane e le forze sono esigue, non essendoci mezzi sufficiente né personale adeguato. Molti cittadini già si lamentano che sinora non si è visto assolutamente nulla ma in un mese non si ha nemmeno il tempo di capire come funziona, se funziona, la macchina amministrativa, dunque diamogli tempo.

Gualtieri sa che deve correre. Va capito. Sa che i lavoratori dell’Ama vanno incentivati: ma di certo non può instillare nei giovani l’idea che se sei furbo ci guadagni due volte, questo con la storia della sinistra che il sindaco conosce benissimo non c’entra proprio niente. Anzi è la sua negazione.

Sorgente: L’umiliante accordo sindacale per premiare chi lavora anziché darsi malato – Linkiesta.it

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