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L’ultima corsa di Valentino Rossi, The Last Dance di una delle più grandi leggende dello sport mondiale, finisce con un decimo posto al circuito di Valencia davanti a 70mila tifosi tutti impazziti solo per lui. Dopo 25 anni di carriera,9 titoli mondiali (7 in 500/MotoGp, uno in 125, uno in 250), 371 corse, 115 Gp vinti (89 in top class), un ruolo fondamentale in pista e fuori, dove è stato uno dei più grandi «divulgatori» della disciplina, il Dottore corre una buonissima gara e a 42 anni saluta per sempre il Motomondiale che lo ha visto protagonista fin dal 1996.

Alla fine della corsa i piloti lo salutano e lo abbracciano, mentre sugli schermi del circuito vanno in onda i ringraziamenti a Vale di tifosi come Tom Cruise, Roger Federer, Lewis Hamilton, Rafa Nadal, Gigi Buffon, Keanu Reeves. Poi l’ultimo giro in passerella e l’arrivo ai box, dove tutti lo aspettano per applaudirlo mentre lui, in piedi sulla sua M1, saluta col sorriso, come aveva promesso e chiesto. La leggerezza prevale sulla malinconia, lo champagne sulla tristezza, in puro Valentino style. Al box si intona «Vale, uno di noi», e non è solo un coro, ma una grande verità. È una festa «come voleva Valentino», dice l’amico di sempre Uccio, e allora parte il coro maradoniano per eccellenza: «O mamma mamma mamma, sai perché mi batte il corazon? Ho visto Valentino!». Poi uno «stage diving» da rockstar, con un tuffo fra i tifosi. «Come Jim Morrison a Los Angeles nel 68! È sempre stato il mio sogno, anche se avevo paura che poi non mi ritrovassero più…». Se non sapessimo che si è appena ritirato, sembrerebbe la festa per la vittoria di un Gran premio.

Le parole di Valentino

«Ero preoccupato per questo weekend, invece ho ricevuto tante sorprese e alla fine ci siamo divertiti — ha raccontato Rossi —. È stato un addio nel mio stile, abbiamo bevuto, saltato… E comunque non dimentichiamo che ho fatto una bella gara e sono arrivato decimo, questa è la cosa che mi ha fatto godere di più. Sono fiero di essere andato forte oggi: stamane mi sono svegliato pensando solo ad andare forte e non che stavo smettendo. Ero ispirato, e mi piace avere lasciato così. Adesso potrò dire che all’ultima gara ho fatto decimo, mica ultimo. Questa me la rivendo almeno per un cinque-sei anni…». Smettere insomma, dice ridendosela, «era una scusa per fare casino. Mi sono divertito molto. Magari smetto anche l’anno prossimo…».

Ronaldo al box

Prima, a Valencia, l’onda gialla aveva cominciato a muoversi sugli spalti già durante le gare della Moto 3 e della Moto2: anche se è Spagna — e se contro gli spagnoli qui nel 2015 Valentino ha vissuto uno dei momenti più tristi e controversi della sua carriera con il decimo titolo mondiale volato via per un presunto «biscotto» Marquez-Lorenzo — il popolo della moto sa riconoscere il suo eroe e decide di omaggiarlo al meglio. E al meglio lo omaggia anche Ronaldo il Fenomeno, uno dei suoi grandi idoli sportivi, ex campione della sua Inter, che passa dal box Yamaha e regala a Vale una maglia con il numero 46 e il nome Rossi. «Ho voluto dargli l’addio dopo una carriera meravigliosa, ci ha fatto sognare tutti — dice Ronaldo emozionato —. E poi abbiamo in comune la passione comune per l’Inter che ci fece conoscere alla Pinetina nel 1999. Da allora lui ha fatto la storia».

L’omaggio dei colleghi

La preparazione alla gara di Valentino è la consueta, la routine che abbiamo imparato a conoscere in 25 anni di carriera. La breve camminata dal box verso la pista in quarta fila è una passerella fra gli applausi e gli abbracci dei tifosi, dei colleghi piloti, di Loris Capirossi che lavora in direzione corsa, dei meccanici, di amici e avversari. Dal Brasile, dove a Interlagos sono in attesa di correre il Gp di F1 alle 18 italiane, i colleghi piloti seguono la corsa in tv, perché sanno che il momento è storico. Stoner dal box Ducati intanto racconta: «Il mare giallo per Rossi è un segnale bellissimo, immagino come sarà la sua ultima gara, negli ultimi giri penserà a tutta la sua carriera». Rossi riesce a mantenere la concentrazione. Serio come sempre, tappi nelle orecchie, sguardo fisso avanti, poi casco in testa; il solito rituale accucciato a fianco della sua M1; Francesca Sofia, la mamma della loro bambina che nascerà, lì con lui, ombrellina speciale per un giorno speciale. «Parlano i miei occhi, sono crollata dal terzo giro», dirà alla fine commossa, fra lacrime, sorrisi e gli scherzi degli amici di Vale, fra i quali Cesare Cremonini.

La corsa

Poi il via. Martin scatta primo, Valentino, decimo in griglia, guadagna subito una posizione che riperde al 4° giro, sorpassato da Zarco. Il serpentone sull’asfalto nello stadio di Valencia — una pista che Rossi non ha mai amato troppo — si allunga, Rossi cede un’altra posizione a Bastianini, uno dei giovani rampanti che proveranno a non farlo rimpiangere, ma poco dopo torna decimo per la caduta di Rins. Al 16° giro l’amico e allievo Bagnaia passa in testa, Vale intanto tiene, lasciandosi dietro l’altro amico Morbidelli e Dovizioso. A 5 giri dalla fine un’inquadratura mostra Francesca Sofia in lacrime e Uccio, l’amico storico di Rossi, visibilmente emozionato: «Lì, lo confesso, mi è venuto un bel magone». In pista Franky si avvicina, sembra uno di quei duelli che infiammano ogni settimana il Ranch di Tavullia, ma in realtà la battaglia non decolla. «Ho dato l’anima per stargli davanti — dirà Vale alla fine —. È stato bello correre con lui». Poi Bagnaia — che indossa il casco «Che spettacolo» di Rossi — vince la corsa davanti a Martin e Miller. Valentino invece chiude una carriera, un ‘era, una storia d’amore collettivo che non dimenticheremo mai.

Sorgente: Grazie Vale! Rossi chiude decimo nella sua ultima gara: «Mica male, ho fatto proprio una bella corsa»

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