0 4 minuti 2 anni

di Federica Iezzi

Roma, 20 novembre 2021, Nena News – Secondo il recente Food Systems Summit delle Nazioni Unite, il progetto di modernizzazione agricola che molti Paesi occidentali hanno sostenuto per decenni oggi sembra stia solo peggiorando l’insicurezza alimentare soprattutto in Africa.

Dalla crisi dei prezzi alimentari del 2007 e 2008, i governi occidentali, guidati dagli Stati Uniti, hanno sostenuto una moltitudine di programmi in tutto il continente africano, per aumentare la produttività degli agricoltori e collegarli alle catene di approvvigionamento commerciali.

Al centro di questa massiccia impresa filantropica e governativa scompare il beneficio ai piccoli agricoltori africani, e si collocano in prima linea i forti vantaggi agli agricoltori-imprenditori con grandi proprietà terriere. Esempio lampante è il Ghana, Paese che negli ultimi anni ha registrato un’impennata degli aiuti esteri all’agricoltura.

Come hanno menzionato i ricercatori statunitensi Hanson Nyantakyi-Frimpong e Rachel Bezner Kerr, nel loro articolo del 2015 ‘A political ecology of high-input agriculture in northern Ghana’, i colonialisti britannici hanno sviluppato in Ghana sistemi di produzione per estrarre il cacao, una coltura non ampiamente consumata nel Paese ma che attrae investimenti e sussidi significativi. Inoltre, nel periodo post-coloniale, le autorità ghanesi, con il sostegno del governo occidentale, introdussero varietà ad alto rendimento di riso e mais, insieme a massicci fertilizzanti chimici. E ancora la Sasakawa Global 2000, organizzazione di sviluppo fondata dall’industriale giapponese Ryoichi Sasakawa e dal guru dell’Asian Green Revolution, Norman Borlaug, ha condotto una distribuzione a tappeto di pacchetti di crediti a basso interesse ai piccoli proprietari terrieri, per l’acquisto di semi ibridi, fertilizzanti chimici e altri prodotti agrochimici.

Molti degli agricoltori ghanesi che inizialmente avevano adottato le nuove tecnologie, presto sono tornati alle pratiche tradizionali e all’utilizzo delle varietà di semi locali. Anche dopo anni di lavoro nelle zone rurali del Ghana, la stessa Sasakawa Global 2000 ha rilevato un recupero del solo 45% negli investimenti nelle colture. I piccoli agricoltori ancora oggi preferiscono usare le proprie varietà di mais, anche quando le organizzazioni non governative rendono disponibili ibridi più avanzati. Questo perché le varietà locali di mais, più rustiche, sono maggiormente resistenti alla siccità, costano meno, richiedono meno manodopera e pochi fertilizzanti chimici. Inoltre, a differenza degli ibridi, le cui larghe foglie impediscono il passaggio di luce solare sul terreno, il mais locale viene piantato in stretta connessione a arachidi e fagioli, tutte colture nutrienti ben adattate all’ecologia locale.

I semi ibridi diventano soluzioni agli enormi problemi derivanti dal cambiamento climatico accorciando le stagioni di crescita, in un disperato tentativo di adattarsi a piogge sempre più irregolari e a terreni più secchi e meno fertili.

L’enfasi sulla lussuosa tecnologia e il conseguente accesso commerciale, ha reso più difficile per i piccoli agricoltori sopravvivere nelle loro terre natali, aprendo la porta a uomini d’affari locali che vedono nell’African Green Revolution la propria opportunità di investimento.

Anche su scala ridotta, l’agricoltura rimane più di un mezzo di sussistenza. Gli studi dimostrano che una quota importante del cibo mondiale è coltivata da piccoli agricoltori.

I fautori dell’African Green Revolution non hanno riconosciuto alcune delle conseguenze più cupe di questo cambiamento: la crescita di slums e di disoccupazione nelle città africane, l’aumento dell’insicurezza alimentare e una crescente dipendenza dalle monocolture e da altre tecniche agricole distruttive per l’ambiente nelle aree rurali.

Dal 2003 al 2018 la popolazione dell’Africa subsahariana è aumentata da 700 milioni a oltre un miliardo di persone, mentre la quota di lavoro impiegato in agricoltura nel continente è scesa dal 65% al ​​57%. Nena News

Sorgente: FOCUS ON AFRICA. L’Occidente e il peggioramento dell’insicurezza alimentare in Africa

Please follow and like us:
0
fb-share-icon0
Tweet 20
Pin Share20