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di Riccardo Lo Verso

Disposto l’esame del Dna per capire se il cadavere ritrovato durante un’esercitazione, sia quello del giornalista scomparso nel 1970. È stata la figlia Franca a chiedere le analisi. «Anche lui aveva quelle malformazioni al naso». Ma ci sono anche elementi non coincidenti

È stata la figlia di Mauro De Mauro, Franca, a chiedere alla Guardia di finanza di Catania di valutare se il corpo ritrovato all’interno di una grotta, lungo la strada che conduce sull’Etna, sia quello del padre. La Procura di Catania ha disposto l’esame del Dna, l’unico accertamento che può dare risposte definitive. Il giornalista del quotidiano L’Oradi Palermo scomparve la sera del 16 settembre 1970. La figlia fu l’ultima persona a vederlo vivo. Era affacciata alla finestra della loro casa, in via delle Magnolie. Tre uomini si avvicinarono al giornalista. Lo fecero risalire sulla sua Bmw e si allontanarono in fretta. L’auto sarebbe stata ritrovata all’indomani in una strada del centro città.

Il ritrovamento

Ieri era stata resa nota la notizia del ritrovamento del corpo di un uomo all’interno di una grotta lavica, in territorio di Zafferana Etnea, nel corso di un’attività di addestramento dei finanzieri del Soccorso alpino di Nicolosi. Il decesso risalirebbe tra la fine degli anni ‘70 e gli anni ‘90. A richiamare l’attenzione della figlia di De Mauro è stato il particolare che l’uomo presenta, come il padre, segni di una malformazioni al naso e alla bocca. La donna non ha memoria che il padre possedesse uno degli indumenti trovati addosso all’uomo e neppure l’orologio di marca Omega che aveva al polso. Tenderebbe, invece, ad escludere che il giornalista avesse l’abitudine di portare con sé un pettine come quello rinvenuto nella grotta.

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L’orologio da polso trovato al braccio del cadavere nella grotta

Dettagli non coincidenti

Ci sono, però, dei dettagli che allontanerebbero l’ipotesi che si tratti di De Mauro. Accanto al corpo è stata trovata una pagina del quotidiano La Sicilia del 1978 e alcune monete del 1977, date che non coincidono temporalmente con la scomparsa del giornalista avvenuta nel 1970. Una scomparsa che resta avvolta nel mistero. L’unico imputato per l’omicidio è stato Totò Riina, assolto con sentenza definitiva. Alcuni pentiti si erano contraddetti, ad altri la memoria su particolari importanti era tornata fuori tempo massimo. I giudici, nella sentenza che scagionò il capo dei capi corleonese, ipotizzarono che dietro la scomparsa di De Mauro ci fosse la morte di Enrico Mattei . «Si era spinto troppo oltre nella sua ricerca sulle ultime ore del presidente dell’Eni in Sicilia», scrisse la Corte d’assise.

 

Le indagini di De Mauro su Mattei

Il cronista, che stava partecipando alla stesura della sceneggiatura del film del regista Francesco Rosi, Il caso Mattei, sarebbe giunto a scoprire la verità non soltanto sul sabotaggio dell’aereo, ma anche sull’identità dei possibili mandanti e cioè Stefano Bontade, Giuseppe Di Gristina e don Tano Badalamenti, il boss di Cinisi che fece uccidere Peppino Impastato. Ancora una volta saltò fuori un collaboratore di giustizia, Francesco Di Carlo, oggi deceduto, che raccontò di avere origliato una discussione fra Bontade e Riina in cui dicevano che l’ordine di eliminare De Mauro fosse giunto da Roma. Di Carlo non ne aveva mai parlato prima nei tanti processi dove avrebbe potuto farlo. Perché? Perché non gli era mai stata posta la domanda, disse. Secondo i giudici, dietro quei ricordi improvvisi potevano esserci interessi personali che ne picconavano la credibilità. E così quello di De Mauro è ancora oggi un delitto senza colpevoli. I parenti, una volta appreso del giallo della grotta, si aggrappano alla speranza di potere piangere e pregare su una tomba. E non sono gli unici. In tanti hanno iniziato a telefonare ai finanzieri di Catania per avere informazioni. Di persone scomparse o vittime della lupara bianca sono purtroppo piene le cronache.

Sorgente: È di Mauro De Mauro il corpo nella grotta sull’Etna? La procura indaga su richiesta della figlia

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