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Oggi i ragazzi del prestigioso liceo classico portano in classe la protesta del dress code. «Iniziativa nata in Spagna e Scozia contro la sessualizzazione del corpo femminile»

Federico Berni

Pantaloni nell’armadio, almeno per un giorno. In classe con la gonna, ragazze e ragazzi. Studenti contro la «sessualizzazione del corpo femminile» e la «mascolinità tossica». La protesta del dress code va in scena mercoledì 10 novembre, per il secondo anno consecutivo, tra gli studenti dello Zucchi, il liceo classico d’eccellenza di Monza e Brianza. «Zucchingonna» nasce dall’idea di alcuni alunni dell’ultimo anno, sulla scorta di esperienze simili, diffuse sopratutto all’estero.

«Le gonne sono considerate un indumento tipicamente femminile, spesso al centro di scambi di idee riguardo al loro essere appropriate rispetto al contesto, in particolare quello scolastico. Se è un uomo a portare la gonna la cosa è spesso considerata riprovevole, poiché considerato abbigliamento “poco mascolino” e “da donna”». Così, sui social, viene spiegato il senso dell’iniziativa. «Abbiamo deciso di indossare la gonna a scuola, ragazze e ragazzi, per manifestare il desiderio di vivere in un luogo in cui sentirsi liberi di essere ciò che si è, e di non essere definiti dai vestiti che si indossano». In Italia l’iniziativa sarebbe dunque «partita dal liceo Zucchi», e supporta «un’idea che parla di inclusività e libertà», ossia «andare a scuola in gonna».

Una forma di sensibilizzazione sui temi del sessismo e della parità di genere, che gode di una certa popolarità all’estero, sopratutto di recente, grazie ai megafoni social. Per esempio a Valladolid, nord ovest della Spagna, dove il professore di matematica Josè Pinas ha deciso di postare una sua foto mentre fa lezione indossando una gonna, in solidarietà a un alunno espulso da scuola e inviato dallo psicologo per essersi abbigliato allo stesso modo. Gesto che, grazie a Twitter, ha riscosso l’adesione di altri colleghi. In Scozia, a Edimburgo, e in altri paesi anglosassoni dove è più comunemente diffuso l’uso dell divisa scolastica, sono stati i responsabili di un istituto elementare a inviare una mail ai genitori degli alunni maschi e ai docenti uomini, chiedendo loro di presentarsi in aula con la gonna.

 

La preside dello Zucchi di Monza, Rosalia Natalizi Baldi, mette al primo posto il dialogo con gli studenti: «È un’iniziativa che già presero lo scorso anno. Allora non decisi certo di limitare la loro libertà, e non ho certo intenzione di farlo oggi. Mi chiesero la mia opinione e, dopo aver ragionato insieme, espressi loro il mio pensiero, che non è mutato». L’auspicio della dirigente è che, su questi temi, si vada oltre la mera «manifestazione plateale», a favore di un atteggiamento concreto, nella via di tutti i giorni: «Quello che mi preme è che queste idee di rispetto e di condanna verso la disparità di genere vengano mantenute e applicate sempre, nella loro quotidianità e in futuro, in tutte le occasioni della vita. La vera lotta, secondo me, è per esempio rivolgersi alle compagne guardando al loro volto, alla loro intelligenza, alla loro sensibilità. Sempre». Gli studenti, o almeno una buona parte di loro, sembrano apprezzare: «Speriamo diventi una tradizione».

Sorgente: «Basta differenze e sessismo». Gli studenti dello Zucchi di Monza oggi vanno a scuola in gonna

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