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Quello che è accaduto oggi a Udine e Trieste è qualcosa di difficile da spiegare con i canoni ordinari della comunicazione politica. Se a Trieste la determinazione pura dei portuali aveva commosso tutta l’Italia e quindi l’adesione di oggi era prevista, non lo era affatto la risposta che hanno saputo dare Udine e il Friuli. Da piazza Medaglie D’Oro fino in piazza Libertà un corteo imponente di 5000 cittadini ha risposto all’appello di Trieste. Autoferrotranvieri, metalmeccanici, studenti, professori, docenti universitari, partite Iva, un popolo composito, trasversale alle tradizionali etichettature politiche.Il Comitato spontaneo “Costituzione in Azione” che ha saputo coagulare, in questi lunghi mesi di pandemia, la protesta contro la narrazione mainstream, è guidato da Alessandro Gallo che già aveva animato la protesta del Nove Dicembre.Notizie ancora frammentarie confermano che anche nel resto della Nazione la resistenza all’imposizione del lasciapassare verde sia molto forte. Ovviamente l’informazione “ufficiale” tenta in tutti i modi di nascondere la reale entità della protesta o di manipolarla.A Ponente sembra che anche Genova con i suoi portuali abbia risposto con forza alla protesta.Ogni giorno che passa il fiume della protesta si ingrossa, si scolora la distinzione tra “no-vax” e “pro-vax” e sempre più il denominatore comune della battaglia diventa la difesa delle libertà e della democrazia. Il grido “libertà” urlato nelle piazze comincia ad essere contagioso anche verso quelli che avevano guardato con sarcasmo al movimento dei “No Pass”. Gli elementi culturali e psicologici che alimentano il movimento libertario sono moltissimi, ma tutti ricondicibili al desiderio inconscio di “rivoluzione”. Una rivoluzione che restituisca libertà, democrazia e lavoro al popolo minuto, saccheggiato dall’oligarchia economica che ormai domina la nostra vita.La maggioranza silenziosa che ha accettato obtorto collo vaccino e lasciapassare, sente d’istinto di essere stata troppe volte ingannata e rimane fredda agli inviti del sistema di schierarsi contro i libertari.I portuali di Trieste che hanno deciso saggiamente di non bloccare gli accessi, sfidano Draghi (e quello che rappresenta) e annunciano battaglia ad oltranza fino al 31 di dicembre.Quello che accadrà nei prossimi giorni, nelle prossime settimane, non è prevedibile. La forza del sistema è grande, ma gli italiani stanno dimostrando di avere ancora tutti gli attributi. Nei giorni scorsi un certo tipico autolesionismo nazionale aveva indotto molti a paragoni negativi verso altri paesi europei. Oggi invece, il resto d’Europa, tifa Italia.Dott. Stefano Salmè

Sorgente: Trieste chiama, Udine risponde. La piazza sogna la “rivoluzione” – Il Giornale di Udine

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