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Prima del dibattito hanno parlato la presidente della Commissione e Morawiecki. Varsavia è contestata per le violazioni dello stato di diritto e per la sentenza della Corte costituzionale che assegna ai trattati nazionali la priorità su quelli europei. Weber (Ppe): “Anche la Germania ha cambiato la Carta”. La socialista Iratxe García Pérez: “La Polonia non è solo il suo governo”

STRASBURGO – “La Commissione di Bruxelles agirà e le opzioni sono note” ha detto la presidente Ursula von der Leyen. E il premier polacco Mateusz Morawiecki ha replicato che non accetta minacce e anche se il posto di Varsavia è l’Ue, quest’ultima non è uno Stato e le Costituzioni nazionali vanno rispettate. Alla plenaria dell’Europarlamento a Strasburgo è andato in scena questa mattina lo scontro tra Polonia e istituzioni dell’Ue. Morawiecki ha risposto agli attacchi contro la sentenza della Corte costituzionale polacca che ha stabilito il primato del diritto polacco sul diritto europeo.

 

 

Von der Leyen: “Sono molto preoccupata”

“Quasi 40 anni fa il regime comunista impose la legge marziale. Gli attivisti di Solidarnosc furono messi in galera solo perché si battevano per i propri diritti. La gente della Polonia voleva la democrazia, la libertà di scegliere il loro governo. E hanno voluto unirsi alla famiglia europea per la libertà. La recente sentenza mette tutto questo in discussione, siamo preoccupati per il sistema giudiziario. Sono molto preoccupata, perché mette in discussione le basi dell’Unione europea”.

“Con l’adesione all’Unione europea”, ha aggiunto, “i polacchi hanno messo la loro fiducia in questo progetto, pensando e aspettandosi che essa avrebbe giustamente difeso i loro diritti. La Commissione è guardiano del trattato ed è pertanto mio dovere tutelare i diritti dei cittadini dell’Ue, ovunque vivano sul territorio dell’Unione”.

 

 

Le opzioni sul tavolo di Bruxelles

“La Commissione agirà. E le opzioni sono tutte note. La prima opzione sono le violazioni, in cui impugniamo legalmente la sentenza della Corte costituzionale polacca”. Lo ha detto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. “Un’altra opzione è il meccanismo di condizionalità e altri strumenti finanziari. Il governo polacco deve ora spiegarci come intende proteggere il denaro europeo, vista questa sentenza della sua Corte costituzionale. Perché nei prossimi anni investiremo 2.100 miliardi di euro con il Bilancio Pluriennale e il programma di ripresa NextGenerationEu. Questi sono i soldi dei contribuenti europei. E se la nostra Unione sta investendo più che mai per far avanzare la nostra ripresa collettiva, dobbiamo proteggere il bilancio dell’Unione dalle violazioni dello Stato di diritto. La terza opzione è la procedura dell’articolo 7. Questo è il potente strumento del Trattato. E dobbiamo tornarci. Perché permettetemi di ricordarvi: la Corte costituzionale polacca che oggi ha messo in dubbio la validità del nostro Trattato è la stessa corte che ai sensi dell’articolo 7 consideriamo non indipendente e legittima. Questo arriva in molti modi al punto di partenza”.

La presidente della Commissione europea ha concluso il suo intervento al Parlamento europeo sullo Stato di diritto in Polonia citando anche papa Wojtyla, Lech Walesa e Lech Kaczynski: “Il popolo polacco ha avuto un ruolo fondamentale per la tenuta della nostra Unione, consentendo al suo Paese di prosperare come parte viva della nostra Unione. E così sarà sempre. Polonia, sei parte dell’Europea e sempre sarai cuore dell’Europa. Viva la Polonia, viva l’Europa”.

La replica di Morawiecki

Il premier polacco ha elencato i problemi del suo Paese, dall’immigrazione alla minaccia russa alla crisi energetica, e ammesso che vanno affrontati tutti insieme: “Non vogliamo andare altrove, l’Europa è il nostro posto, ma questo non vuol dire che i cittadini polacchi non siano preoccupati per il loro futuro. L’Unione europea non è uno Stato, come i 27 Stati membri dell’Unione europea che rimangono sovrani, al di sopra dei Trattati, e sono gli Stati membri che decidono quali competenze vengono trasferite all’Ue. Le competenze della Ue hanno dei limiti, non si può più tacere, diciamo no al centralismo europeo. Se volete uno superstato europeo dovete chiederlo agli Stati e alle popolazioni europee. Il diritto primario è incarnato nella costituzione polacca e viene prima di qualunque altra fonte di diritto, questo elemento non può essere aggirato. In ogni caso la corte polacca non ha mai affermato che le norme del trattato Ue sono in toto inconciliabili con la costituzione nazionale”.

Poi ha detto di non accettare ricatti (“Abbiamo combattuto il Terzo Reich”) e ha citato la Corte tedesca, quella francese e quella italiana per dimostrare l’importanza delle Corti nazionali: “La Costituzione è la legge suprema del nostro Paese che ha la priorità sull’Unione europea”.

Il tono del premier nei suoi 35 minuti sul podio si è fatto alterato verso la fine, dopo l’avvertimento che il suo tempo era ampiamente scaduto. Ha parlato di clima di contrapposizione con la Polonia nutrito da minacce e ricatti, “anche in questa Aula”.

E in chiusura ha detto: “Desidero un’Europa che resta ai regimi autoritari rispettando le diverse culture e tradizioni. Lunga vita all’Europa e alla Polonia sotto il sole”.

Weber (Ppe): “Anche la Germania ha cambiato la Costituzione per l’Ue”

“Il problema non è la Polonia ma è piuttosto la politica polacca, il governo polacco. L’Europa non è uno Stato, è una comunità di Stati, però questa comunità di Stati implica il mantenimento di regole comuni, di un regolamento interno che dev’essere osservato”. Lo ha dichiarato il presidente del Gruppo del Ppe, Manfred Weber, nel suo intervento al dibattito al Parlamento europeo sullo Stato di diritto in Polonia. “La Costituzione degli Stati è fondamentale, certo, tuttavia anche il regolamento di questa comunità è importante. Anzi, è più importante: il mio Paese (la Germania, ndr) ha accettato il trattato di Maastricht e ha dovuto cambiare la sua Costituzione per metterla in conformità al nuovo ordinamento europeo”, ha aggiunto. “I nuovi Paesi candidati di oggi, la Macedonia del Nord, devono modificare l’ordinamento e questo costituisce una forte ingerenza, se vogliamo, in questi Paesi che vogliono entrare in Europa. Insomma, le Costituzioni sono fondamentali, descrivono il nostro modo di vita però, ripeto, l’ordinamento dell’Unione europea è superiore, è più importante”, ha insistito Weber.

Iratxe García Pérez (S&D): “La Polonia non è solo il partito di governo”

“In questo parlamento non possiamo stare zitti, in questa crisi sfortunata c’è però una cosa positiva, l’Unione è una famiglia e lo vediamo nelle strade. La Polonia è molto più del Pis”, il partito al governo, “come l’Ungheria è molto più di Orban, o la Slovenia è molto più di Jansa, sono i cittadini di quei Paesi che soffrono per le derive autoritarie di quei Paesi”. Lo ha detto la presidente del gruppo dei socialisti e democratici, Iratxe García Pérez, al dibattito al Parlamento europeo sulla crisi dello stato di diritto in Polonia. “E noi non lasceremo soli quei cittadini”, ha aggiunto Garcia.

La lettera del premier polacco

Il premier polacco aveva scritto ieri ai colleghi leader dell’Unione, avvertendo che l’Ue rischia di diventare un “organismo guidato a livello centrale, gestito da istituzioni prive di controllo democratico”. Morawiecki vi ha affermato che si tratta di “un fenomeno pericoloso che minaccia il futuro della nostra unione”, ma ha aggiunto che la Polonia rimarrà un “membro leale” e ha fatto appello ai leader dell’Ue affinché siano “aperti al dialogo” sulla riforma dell’Ue.

 

Sorgente: Strasburgo, il premier polacco: “L’Ue è il nostro posto, ma non è uno Stato”. Von der Leyen: “Non tollereremo che i nostri valori siano messi a rischio” – la Repubblica

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