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Forza Nuova e il contratto con Aler. L’Anpi ha inviato molte richieste formali di chiarimento sull’uso dei locali, spesso in seguito ad aggressioni, violenze ed episodi di razzismo avvenuti a Milano Sud

Forza Nuova a Milano risiede in una casa popolare. E da otto anni. Mentre a Roma si discute della mozione del Pd per il suo scioglimento, a Milano ci si chiede se non sia arrivato il momento di annullare il contratto d’affitto che il partito neofascista ha sottoscritto con l’ente regionale Aler, per un immobile popolare, sotto le mentite spoglie di «associazione per i cittadini»: Upiq (Uniti per il quartiere – uniti per gli italiani). Al civico 1 di via Palmieri, nel quartiere Gratosoglio-Stadera, c’è però una delle due sedi milanesi del gruppo guidato da Roberto Fiore. Il contratto con Aler risale al 2013 e nel 2019, nonostante le proteste, è stato rinnovato per altri dieci anni con il placet di Palazzo Lombardia.

In questi otto anni, Aler ha ricevuto da parte dell’Anpi numerose richieste formali di chiarimento sull’utilizzo dei locali, spesso in seguito ad aggressioni, violenze ed episodi di razzismo avvenuti a Milano Sud. Quando, due anni fa, l’amministrazione a guida Sala chiese spiegazioni al governatore Fontana, l’assessore leghista Stefano Bolognini rispose che «tutti i partiti hanno diritto a chiedere l’assegnazione di uno spazio». E le interrogazioni presentate dall’opposizione in Regione avevano ottenuto solo raccomandazioni agli inquilini di astenersi dallo svolgimento di attività diverse da quelle previste nell’atto di concessione, cioè favorire «nei quartieri popolari momenti di aggregazione positiva».

Dopo quanto accaduto sabato a Roma il tema è tornato caldo e alcune associazioni si stanno muovendo per chiedere formalmente a Aler la rescissione del contratto. La nuova giunta comunale, insediatasi solo qualche giorno fa, non si è ancora pronunciata.
Ma «finché Forza Nuova sarà un partito al quale è concesso presentarsi alle elezioni, non si potrà considerarlo fuorilegge. Ecco perché scioglierlo è necessario», dice Michela Fiore, presidente della sezione Anpi di Milano Stadera-Gratosoglio. «Sono anni che a Milano subiamo i loro atti vandalici e le loto provocazioni: il 25 aprile del primo anno in cui erano nella sede di via Palmieri si è quasi arrivati alle mani: striscioni e cartelli ‘Meglio morto che traditore’, ‘Partigiano assassino e stupratore’.

Da allora, per la Liberazione – spiega Michela Fiore – la Questura blinda il civico 1». Negli anni, l’Anpi provinciale ha chiesto diverse volte alle istituzioni di risolvere definitivamente la questione ma «il discorso è sempre stato rinviato a data da destinarsi». Fingendo di credere che in via Palmieri 1 ci sia davvero – e soltanto – un’associazione di quartiere: è cosa nota che ad aggregarsi in quegli spazi sono una ventina di neofascisti di diversa provenienza, ex An, ex Fiamma, ex Cuore Nero, raccoltisi attorno a Forza Nuova. «Capita che distribuiscano pacchi alimentari, ma solo per gettare fumo negli occhi dei residenti che spesso non vogliono problemi», continua Fiore.

Nel corso degli anni l’appartamento di via Palmieri ha ospitato il leader nazionale Roberto Fiore in trasferta a Milano e la presentazione di libri editi da Altaforte, casa editrice fondata da Francesco Polacchi, dirigente di CasaPound condannato per lesioni nel 2015.
«Sciogliere Forza Nuova non è che il primo passo – continua Michela Fiore – poi basterà applicare la legge e fare un lungo lavoro sulle persone. Non è un processo che si realizza in 5 minuti ma va fatto perché non è più accettabile che ci sia ancora chi fa il saluto romano per strada. O in consiglio comunale».

Sorgente: A Milano i neofascisti da 8 anni in una casa popolare, nonostante le proteste | il manifesto

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