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Appello nazionale per l’unificazione del fronte di lotta contro i licenziamenti, a partire dalle vicende GKN e Whirlpool. L’appello è promosso da lavoratori e lavoratrici di diversa appartenenza sindacale: RLS, RSU, con ruoli sindacali e/o rappresentativi/e di realtà di lotta importanti nella propria azienda, settore, territorio. Attorno a questo appello, che qui pubblichiamo con la prima rosa di firmatari, si svilupperà una campagna nazionale di adesioni e iniziative di supporto, di cui verrà data periodica informazione.

I compagni e le compagne che intendono aderire possono scrivere a [email protected]

UNIRE LE LOTTE CONTRO I LICENZIAMENTI!

Lo sblocco dei licenziamenti ha moltiplicato l’offensiva padronale contro i lavoratori e le lavoratrici. Le vicende Whirlpool, GKN, Giannetti, Timken, sono emblematiche. I licenziamenti si concentrano nel settore automotive, dove Stellantis già dichiara ufficiosamente 12000 “esuberi”. Ma coinvolgono anche il settore dei trasporti (Alitalia), colpiscono la logistica (FedEx), si estenderanno all’industria tessile e alle piccole imprese quando diverrà operativo lo sblocco anche in questi settori. Nel complesso un salto nell’attacco al lavoro, che si aggiunge al mancato rinnovo nel primo anno della pandemia di un milione di contratti precari.

Spesso, padroni italiani o stranieri che hanno mercato e commesse e che hanno incassato complessivamente miliardi di soldi pubblici pagati dai lavoratori, decidono di trasferire altrove la produzione per beneficiare o di salari ancor più miserabili, o di ulteriori esenzioni fiscali, o di puri vantaggi speculativi di carattere finanziario. In altri casi, in cui la crisi di settore è reale (auto, siderurgia, trasporti) la si scarica sui salariati a protezione degli azionisti. A pagare sono sempre i produttori della ricchezza, a vantaggio di chi la intasca.Ad oggi questa offensiva generale non trova una risposta generale unitaria del movimento operaio. Dal 2008 si moltiplicano vertenze su vertenze a difesa del lavoro, che coinvolgono centinaia di migliaia di lavoratori e lavoratrici, la loro generosità, la loro tenacia. Ma sono tutte vertenze in ordine sparso, in un quadro di grande frammentazione. Manca una risposta unificante. Ogni vertenza è ripiegata su sé stessa, sulla propria specifica situazione, in una giostra interminabile di contatti istituzionali, annunci elettorali, promesse di futuri acquirenti: che o sono fantasmi, o sono faccendieri, o pongono come condizione d’acquisto la cancellazione di posti di lavoro e/o di diritti acquisiti. È il calvario degli ultimi 15 anni (Alitalia, Termini Imerese, Alcoa, Eutelia, Acciaierie di Piombino, etc.). Un lungo elenco di croci. Ora è la volta di Whirlpool, Giannetti, Timken, GKN.La legge sulle delocalizzazioni annunciata dal governo Draghi, su modello della legge francese Florange del 2014, non offre alcuna risposta ai lavoratori. Non riguarda né le chiusure legate a crisi economico-finanziarie, né le delocalizzazioni interne alla UE (GKN). Si limita a un piano di cosiddetta “mitigazione delle ricadute occupazionali”: preavviso dei licenziamenti, generici impegni che non valgono nulla per il futuro occupazionale dei licenziati, una multa irrisoria in caso di inadempienze. Per di più oggi, su richiesta di Confindustria, si sono cancellate dal testo di legge persino queste sanzioni simboliche. Nei fatti è una legge che prescrive come licenziare educatamente e monetizzare il licenziamento. Proprio come avviene in Francia. Una truffa presentata come “soluzione”. Inaccettabile.È necessario voltare pagina. Non pioveranno concessioni dall’alto senza una svolta di lotta dal basso: una svolta di lotta radicale quanto radicale è l’offensiva del padronato. Una svolta che finalmente unifichi le centinaia di vertenze presenti e future, sottraendole all’isolamento, all’abbandono, alla sconfitta. Non si tratta di ignorare le specificità di ogni vertenza, che è sempre un terreno d’azione importante. Si tratta di unire le vertenze al di là della loro specificità. Di individuare comuni forme di lotta e comuni rivendicazioni, che possano trasformare tante vertenze in ordine sparso in una grande vertenza nazionale a difesa del lavoro, capace di mettere la lotta di ognuno al servizio di tutti, e la lotta di tutti al servizio di ognuno. È l’unica via per cambiare i rapporti di forza e strappare risultati.Per questo proponiamo a tutte le organizzazioni del movimento operaio di unire nell’azione le proprie forze attorno a misure e rivendicazioni di svolta.OCCUPARE LE AZIENDE CHE LICENZIANO. FARE COME ALLA GKNSe il padrone licenzia deve incontrare ovunque una risposta uguale e contraria. A partire dalla occupazione dello stabilimento interessato. Dalla fabbrica non deve uscire neppure un bullone. L’occupazione è una prima forma di requisizione. È ciò che hanno fatto i lavoratori di GKN, con una scelta esemp

Sorgente: Facebook

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