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Portogallo. Se ne va a 84 anni Otelo, stratega del movimento che nel 1974 liberò il paese dal fascismo. Ha vissuto mille vite: da ufficiale dell’esercito coloniale alla Cuba di Fidel. Fino al carcere e alle proteste del 2015

Goffredo Adinolfi

Il colonnello Otelo Saraiva de Carvalho, l’eroe indubbiamente più controverso tra i protagonisti della Rivoluzione dei Garofani, è morto lo scorso 25 luglio all’età di 84 anni. Quella di Otelo non è una di quelle vite lineari, facili, coerenti senza intoppi o ripensamenti.

Anzi, è proprio nei cambiamenti di percorso che occorre inquadrare la vita di un ufficiale rivoluzionario malgré lui. Intanto perché Otelo fu protagonista indiscusso di un evento i cui tratti hanno del paradossale: militari che marciano contro un regime autoritario per portare libertà, democrazia e diritti sociali.

Saraiva de Carvalho nasce nel 1936 a Maputo in Mozambico quando ancora si chiamava Lourenço Marques ed era una delle tante terre d’oltremare che componevano il vasto impero coloniale lusitano. Dopo la seconda guerra mondiale il Portogallo era rimasto insieme alla Spagna l’unico paese europeo nel quale un regime di tipo fascista, l’Estado Novo (1933-1974), guidato da António Oliveira Salazar e poi da Marcelo Caetano era sopravvissuto.

Nel 1955 a vent’anni Otelo entra nell’esercito e diventa ufficiale del quadro permanente. Sono gli anni ’60, quelli della contestazione, della conferenza di Bandung (1955) e del terzo mondo che si ribella contro il primo lottando per la propria liberazione. Salazar prova a bloccare le lancette del tempo ma l’appuntamento con i movimenti di liberazione è solo rimandato di qualche mese e durerà per ben 14 sanguinosissimi anni. Questo è il contesto dentro cui anche Otelo si trova a vivere, in incarichi che lo portano ora in Africa – Angola e Guinea Bissau – ora a Lisbona.

Un ufficiale che ha modo, insieme agli altri ufficiali che confluiranno nel 1973 nel Movimento dos Capitães, di prendere coscienza di cosa davvero significasse una guerra coloniale, proprio perché si è trovato a doverla combattere sì dalla parte degli oppressori, ma a stretto contatto con gli oppressi.

È in questo percorso che Otelo Saraiva de Carvalho diventa lo stratega del golpe contro l’Estado Novo. Nel novembre 1973 è promosso Maggiore e trasferito definitivamente a Lisbona. Due gli obiettivi del neonato Movimento das Forças Armadas (Mfa): mettere fine alla guerra coloniale e democratizzare il paese. Nel marzo 1974 il primo tentativo di golpe, disarticolato dalle truppe fedeli a Marcelo Caetano. Poi il 23 aprile.

Otelo racconta in una intervista che quella sera uscendo di casa salutava la moglie dicendo: «Vado a fare una rivoluzione». Va a dormire al Quartel di Pontinha dove nella notte tra il 24 e il 25 aprile guiderà la Rivoluzione dei Garofani. Il golpe militare del 25 aprile 1974 segna l’inizio della rivoluzione – Processo Revolucionário em Curso (Prec) – che tra il 1974 e il 1976 pone le basi per lo stato sociale.

Per capire gli avvenimenti di quegli anni occorre tenere distaccati due momenti: quello del golpe – Operação Fim-Regime – e quello successivo del consolidamento democratico. Sulla stessa linea del 25 aprile italiano, quello portoghese non ha semplicemente chiuso con la lunga pagina autoritaria, ma ha contribuito a costruire un’idea di democrazia basata oltre che sui suoi elementi formali – elezioni libere e plurali – anche su elementi sostanziali.

Comandante della Regione militare di Lisbona e del Comando operativo del Continente (Copcon), Otelo radicalizza le sue posizioni durante la rivoluzione. Nel luglio 1975 parte per un viaggio a Cuba di nove giorni, accompagnato dal Líder Máximo Fidel Castro. Il 25 novembre 1975 un gruppo di paracadutisti di sinistra occupa alcuni punti nevralgici del paese, secondo alcuni per introdurre un regime socialista, per altri per evitare la fine del Prec. Otelo, già dimesso dal ruolo di Comandante della regione militare di Lisbona, è accusato di avere fatto parte del gruppo dei golpisti, è arrestato e allontanato dal Copcon.

Così, con il 25 de Novembro, che segue il biennio 1974-1976, inizia la fase della normalizzazione. Otelo è candidato alla presidenza della repubblica da un cartello di partiti della sinistra al di fuori del Ps (Partido Socialista) e Pcp (Partido Comunista Português), prende quasi 800mila voti, il 16%.

Si candida ancora alle presidenziali del 1980 (1,5%) e nel 1984 è nuovamente arrestato. L’accusa è essere il leader delle Forças Populares 25 de Abril (FP-25) un gruppo terrorista di estrema sinistra responsabile di 17 omicidi. Condannato in primo grado nel 1985, Otelo sconta 5 anni di prigione preventiva, esce e nel 2004 l’Assembleia da Republica approva prima l’indulto e poi l’amnistia. Gli ultimi anni lo hanno visto come il protagonista deluso di una stagione importante.

Saraiva de Carvalho torna a essere un punto di riferimento cruciale per i movimenti di protesta tra il 2011 e il 2015, quando cioè le conquistas de abril erano state messe in discussione dall’intervento congiunto di Fmi, Ue e Bce.

Sorgente: «Vado a fare la rivoluzione». Addio a Saraiva de Carvalho | il manifesto

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