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Dopo le proteste. Del resto, se Cuba ha nemici potenti, può contare anche su moltissimi amici, e non solo tra i governi non allineati agli Usa, ma anche tra le forze popolari e gli intellettuali del mondo intero, la cui visione della realtà cubana non potrebbe essere più distante da quella della stampa mainstream

Claudia Fanti

Se gli Usa hanno a cuore le sorti del popolo cubano, aveva dichiarato il presidente Díaz-Canel, rimuovano l’embargo contro l’isola. Nulla di più lontano, tuttavia, dalle intenzioni di Biden, il quale, per tutta risposta – e rimangiandosi la promessa fatta in campagna elettorale -, ha annunciato che non toglierà le restrizioni sulle rimesse a Cuba, imposte da Trump allo scopo di impedire ai cubani residenti negli Usa di inviare soldi alle loro famiglie nell’isola in mezzo alle difficoltà economiche aggravate dalla pandemia. «Non lo farò – ha spiegato – per il fatto che è altamente probabile che il regime confischerebbe gran parte di queste rimesse».

Ci sono «diverse cose», ha aggiunto Biden, che la sua amministrazione sta «valutando per aiutare il popolo cubano, ma richiederebbero altre circostanze o la garanzia che queste non andranno a vantaggio del governo». Perché, ha sentenziato, «Cuba è, purtroppo, uno stato in fallimento e sta reprimendo i propri cittadini». Tuttavia, ha proseguito, gli Usa sono pronti a inviare all’isola «una quantità significativa» di vaccini anti Covid, purché sia «un’organizzazione internazionale», e non il governo, a gestirne la distribuzione. Dimenticando che non sono i vaccini ciò di cui ha bisogno Cuba, avendone prodotti localmente almeno due – Soberana 2 e Abdala – e della massima efficacia, ma il libero accesso alle materie prime e alle siringhe.

Anche se, riguardo a queste ultime, un prezioso aiuto è venuto dalla campagna internazionale «una siringa per Cuba», lanciata proprio per permettere una vaccinazione estesa a tutta la popolazione.

Del resto, se Cuba ha nemici potenti, può contare anche su moltissimi amici, e non solo tra i governi non allineati agli Usa, ma anche tra le forze popolari e gli intellettuali del mondo intero, la cui visione della realtà cubana non potrebbe essere più distante da quella della stampa mainstream. «Sono stato felice che il presidente sia andato a parlare con le persone a San Antonio de los Baños, dove sono iniziate le proteste, perché questo non avviene in nessun altro paese, in particolare in America latina», ha dichiarato per esempio il giornalista e docente della Sorbona franco-spagnolo Ignacio Ramonet, attaccando le «persone senz’anima dentro e fuori Cuba che approfittano delle circostanze create dal nemico per più di 60 anni per gettarsi al collo di un paese esemplare».

Sorgente: Su Cuba Biden è come Trump e tutti gli altri: «L’embargo non si toglie» | il manifesto

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