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Mediterraneo. Messi al sicuro 369 migranti in un singolo intervento, da un barcone stracarico. Adesso a bordo 572 naufraghi. La Ong: «Chiediamo un porto sicuro di sbarco»

La nave Ocean Viking di Sos Mediterranée ha compiuto uno dei più grandi soccorsi realizzati negli ultimi anni dalle organizzazioni della società civile. In un colpo solo, nella notte tra domenica e lunedì, ha messo al sicuro 369 persone che viaggiavano su una grande barca di legno, di quelle che negli ultimi due mesi hanno ripreso a solcare con maggiore frequenza la rotta centrale verso Lampedusa. Anche stavolta la città di partenza è Zuara, 116 chilometri a ovest di Tripoli. A bordo migranti provenienti da molti paesi, su tutti: Egitto, Bangladesh, Eritrea, Libia, Siria, Gambia e Sudan (del Nord e del Sud).

«È stata un’operazione particolarmente difficile. Il mezzo era stracarico e si sarebbe potuto capovolgere in qualsiasi momento. Era buio. Abbiamo stabilizzato il barcone attraverso alcune zattere, poi distribuito i giubbotti di salvataggio e infine trasbordato le persone. Alcuni viaggiavano in un doppio fondo, diversi sono stati evacuati in barella perché faticavano a muoversi per la disidratazione o i fumi inalati», racconta Francesco Creazzo, addetto stampa di Sos Mediterranée Italia.

Il barcone era stato avvistato intorno alle 18 dall’aereo Colibrì, dell’Ong Pilotes Volontaires, che insieme ai due di Sea-Watch pattuglia il Mediterraneo centrale alla ricerca di imbarcazioni in pericolo. In quel momento la Ocean Viking si trovava a una sessantina di miglia di distanza dal punto indicato. Ha impiegato poco più di 4 ore per raggiungerlo. L’intervento di soccorso è durato a lungo, fino alle 3.30 di notte. A bordo della nave le attività di distribuzione di acqua, cibo e vestiti per i nuovi arrivati sono andate avanti fino alle 7.30 di ieri mattina.

A bordo della Ocean Viking, foto di Flavio Gasperini / Sos Mediterranée 

Il capitano ha poi rivolto la prua verso nord, rinnovando la richiesta di un Place of safety per lo sbarco (la prima era stata avanzata il 2 luglio) alle autorità italiane e maltesi. Queste ultime come al solito hanno rifiutato e poi evitato di rispondere. Al momento sulla nave umanitaria viaggiano 572 persone tratte in salvo in sei diversi interventi tra il primo luglio e ieri. È il numero complessivo più alto degli ultimi due anni per una Ong (il 3 maggio la Sea-Watch 4 è arrivata a Trapani con 456 naufraghi). Un record favorito da due condizioni: l’arrivo dell’estate, con il consueto aumento delle partenze; il fatto che la Ocean Viking fosse sola in zona Sar. La maggior parte delle altre navi Ong, infatti, sono bloccate in porto dai fermi amministrativi disposti dalla Guardia costiera italiana.

Intanto ieri a Lampedusa c’è stato un nuovo sbarco: 24 tunisini con un barchino. Dopo gli ultimi trasferimenti sulla nave quarantena Atlas e in Sicilia con il traghetto di linea Sansovino, nell’hotspot di contrada Imbriacola, nascosto nella pancia dell’isola, sono rimaste 331 persone (la capienza è di 250). Alcune decine di chilometri a sud-ovest, invece, davanti alle coste tunisine di Sfax sono stati recuperati i cadaveri di 49 migranti di origine subsahriana. Secondo il portavoce della Guardia costiera tunisina Houssam Eddine Jebabli apparterrebbero alle persone naufragate la scorsa settimana.

Sempre ieri l’Oim ha comunicato i nuovi dati sulle persone intercettate dalla sedicente «guardia costiera» libica e riportate indietro: nei primi sei mesi del 2021 sono 15.700 (in tutto il 2020: 11.891).

Sorgente: Il grande salvataggio della nave Ocean Viking | il manifesto

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