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23 April 2024
0 3 minuti 3 anni

Ecco quali sono i fascicoli più celebri che si sarebbero estinti con l’improcedibilità, se fosse stata in vigore la riforma penale immaginata dalla Guardasigilli: due anni al massimo per concludere il giudizio d’Appello, uno per quello di Cassazione. Un giorno in più e si butta tutto al macero: il processo sulla Trattativa Stato-mafia, ancora in corso, ha già superato i termini

Il processo Cusani e quello sulla strage di Viareggio. Il maxi-processo a Cosa nostra, quello sulla Trattativa Stato-mafia, quelli sulle violenze alla Diaz e a Bolzaneto nei giorni del G8 di Genova. Tutti questi procedimenti – e infiniti altri – si sarebbero conclusi con l’improcedibilità: processo chiuso, morto in via definitiva, se la riforma penale immaginata dalla ministra Marta Cartabia fosse stata già in vigore mentre si svolgevano. Un rischio che nel caso del processo sulla Trattativa è ancora incombente. Per superare la blocca-prescrizione dell’ex ministro Alfonso Bonafede – che sospende del tutto il meccanismo estintivo dopo la sentenza di primo grado – la Guardasigilli scelta da Draghi ha in mente una soluzione priva di sfumature: due anni al massimo per concludere il giudizio d’Appello, uno per quello di Cassazione, esclusi i reati puniti con l’ergastolo. Un giorno in più e si butta tutto al macero. In sostanza un’ecatombe generalizzata, anche perché secondo i dati del ministero relativi al 2019 un processo di Appello dura in media in Italia 759 giorni, 29 in più del limite dei due anni entro il quale Cartabia vorrebbe far morire i procedimenti.

Eppure, come ha ricordato anche l’Associazione nazionale magistratinon tutti i processi sono uguali per importanza, numero di imputati, quantità di accuse e complessità del dibattimento. Per questo motivo alla riforma, dopo una complessa mediazione con il Movimento 5 Stelle, sono stati posti dei paletti: i due anni in Appello possono diventare tre (e l’anno in Cassazione salire a 18 mesi) a discrezione del giudice, per i più gravi reati contro la pubblica amministrazione (corruzione, concussione, induzione indebita a dare o promettere utilità) e per quelli di mafia, terrorismo, eversione e strage. Anche così, però, basta guardare gli ultimi decenni per capire che la tagliola allo studio del governo rischierebbe di fare vittime più che illustri. Anche perché la scarsità di personale (magistrati, ma anche cancellieri e ausiliari) unita all’enorme quantità di fascicoli e all’inadeguatezza delle strutture, è una malattia atavica del sistema giudiziario del nostro Paese, ricordata nelle ultime ore anche dal Commissario Ue alla giustizia Didier Reynders.

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Sorgente: Dalla strage di Viareggio a Bolzaneto, dal processo Cusani a quello sulla Trattativa: nessun colpevole con la riforma Cartabia – Il Fatto Quotidiano

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