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La Procura di Mantova ha aperto un’inchiesta sulla morte del professor Giuseppe De Donno, ex primario di pneumologia dell’ospedale “Carlo Poma” e padre della terapia anti Covid con il plasma iperimmune. L’ipotesi di reato è quella di omicidio colposo.

 

Pare che De Donno  si sarebbe suicidato impiccandosi nella sua casa di Eremo di Curtatone, senza lasciare alcun messaggio ai familiari e, anzi, felice di intraprendere questa nuova sfida professionale come medico territoriale che gli permettesse di “seguire da vicino uno per uno ogni paziente”, come lui stesso ha recentemente dichiarato.

Certamente la diffamazione, il mobbing, gli insulti di cui è stato vittima possono aver influito sul suo stato di depressione ed è quello che vogliono appurare gli inquirenti, approfondendo le circostanze che hanno portato alla sua morte.

Dopo aver ascoltato le testimonianze dei familiari, hanno già sequestrato personal computer e cellulari dell’ex primario.

Ma De Donno non si era arreso: la sua cura funziona e pare stesse pensando ad una raccolta fondi per continuare le ricerche e assicurare le cure col plasma.
“La terapia con il plasma costa poco, funziona benissimo non fa miliardari. E io sono un medico di campagna, non un azionista di Big Pharma”.

La terapia, che costa solo ottanta euro per ogni vita umana salvata, funziona talmente bene che l’Istituto Superiore di Sanità fa partire una sperimentazione nazionale. Ma viene sottratta a De Donno e affidata a quattro regioni, tutte a guida PD.

«Non hanno nemmeno atteso i miei risultati» disse De Donno, che non fu mai chiamato a fare parte del CTS.

Ma non finisce qui, la lunghissima serie di chi ha volutamente escluso De Donno, che si opponeva a qualsiasi speculazione finanziaria sulla salute e la cura.

[continua…]

Sorgente: A Mantova aperta inchiesta sulla morte del prof. De Donno – Emergenza Covid – L’Antidiplomatico

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