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Don Paolo Zambaldi. «Sabato e domenica esporrò la bandiera arcobaleno a sostegno del disegno di legge e nell’omelia sottolineerò l’assurdità della posizione vaticana».

di Alan Conti

(fotografia: Don Paolo Zambaldi e la sua campagna a favore del ddl Zan)

La lettera che monsignor Paul Richard Gallagher ha consegnato informalmente all’ambasciatore italiano in Vaticano Pietro Sebastiani ha portato con sé una scia di discussioni anche in Alto Adige. I dubbi che il disegno di legge proposto da Alessandro Zan (Pd) violi l’accordo di revisione del Concordato in alcuni passaggi ha da una parte indignato e dall’altra trovato condivisione. Anche all’interno della stessa Chiesa. Don Paolo Zambaldi, che non ha mai nascosto la sua linea progressista, è forse il più risoluto nel prendere posizione lanciando anche a Bolzano un’iniziativa nazionale colorata e simbolica.«Sabato 26 e domenica 27 giugno proviamo a superare l’indignazione andando a messa con una mascherina e una borsa colore arcobaleno. A chi provoca con le minacce diplomatiche, rispondiamo con il sorriso». Rappresenta, nella Chiesa, la base che non condivide l’impostazione rigida delle alte istituzioni. «Ho semplicemente riportato sul mio blog il pensiero di Massimo Battaglio di Progetto Giornata (gruppo omosessuali cattolici). Si sottolinea come ci sia una concezione malintesa della libertà d’espressione. I cittadini italiani che non si riconoscono nella religione cattolica hanno gli stessi identici diritti di quelli che obbediscono ai dettati di Oltre Tevere. Così abbiamo fatto questa proposta rivolta ad ogni credente (etero o omosessuale) che voglia prendere posizione». Sabato sera, dunque, anche don Zambaldi aderirà dalla chiesa della Visitazione. «Esporrò una bandiera arcobaleno e durante l’omelia della messa sottolineerò sicuramente l’assurdità della recente presa di posizione vaticana».

Serena Cavada
Serena Cavada

Pro Vaticano

Diametralmente opposta la lettura che arriva da Serena Cavada, oggi referente del comitato «Difendiamo i nostri figli». con un passato di forte impegno nell’associazione Pro Vita. «Il Vaticano si è mosso nell’ambito del rispetto della laicità delle regole. Anzi — sostiene —, era ora lo facesse. Meglio tardi che mai. D’altronde cosa si pretende faccia la Chiesa quando si vuole imporre di riferire ai bambini delle scuole che è normale crescere in una famiglia anche con quattro uomini purché ci sia una forma d’amore? E perché la stessa Chiesa non dovrebbe sentirsi nel diritto di difendere la possibilità, nelle scuole cattoliche e non solo, di portare l’esempio della bellezza di un matrimonio cristiano senza che le venga impedito per legge? Ritengo ci siano assolutamente i margini per leggerci una messa in discussione del Concordato». Cavada, dunque, si schiera apertamente contro il disegno di legge. «La ritengo una legge ingiusta così come è ingiusto etichettare chi si oppone come un intollerante o irrispettoso delle diversità. Chiunque è libero di amare chiunque. ma qui si dice qualcos’altro. L’articolo 4 apre alla possibilità di condannare qualcuno a livello penale nell’esercizio dell’espressione di un pensiero mentre l’articolo 7 sancisce la libertà di confondere i bambini già alla scuola dell’infanzia dicendo che potranno cambiare identità. Inutile, comunque, girarci intorno: si tratta solo di un primo grimaldello per andare verso il riconoscimento dei matrimoni omosessuali, l’adozione e l’utero in affitto».

Movimento femminista

Favorevole al disegno di legge Zan, invece, è Marina Manganaro, rappresentante storica del movimento femminista (dove pure si è levata qualche voce critica): «Nella sua ratio più profonda sostengo assolutamente questa proposta anche se non sempre è espressa in modo molto diretto». L’ingerenza del Vaticano non è piaciuta a Manganaro: «Sembra di tornare ai tempi del cardinale Camillo Ruini. Papa Francesco si espresse in modo chiaro sulla liceità di giudicare e non credo condivida questo gesto. Ricordiamo che il peccato non è legge altrimenti non siamo tanto distanti dai Paesi islamici che spesso contestiamo e da cui pretendiamo di essere diversi».

Volkspartei divisa

Intanto il disegno di legge Zan sta facendo discutere anche i parlamentari altoatesini, in particolare quelli della Volkspartei. E più in generale si preparano le strategie d’aula tra timori e incertezze. Il senatore Dieter Steger sostiene che «se il Vaticano vede i trattati internazionali violati dalla legge, allora è suo diritto esprimerlo anche allo Stato italiano». Per la portavoce del gruppo Autonomie Julia Unterberger, al contrario, «si tratta di un’interferenza storica della Chiesa e di un superamento del limite».

Sorgente: Corriere del Veneto

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