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RETE – I CONTATTI CON IL LEGHISTA E RENZI INIZIANO BEN PRIMA DEGLI “AUTOGRILL”

Nello strano caso di Marco Mancini, il dirigente dei servizi segreti che ambiva a una promozione nell’ultimo giro di nomine, c’è per il momento un punto fermo: nel periodo più buio per il governo Conte-2, quello a cavallo tra dicembre 2020 e gennaio 2021, Mancini ha incontrato Matteo Renzi e Matteo Salvini, come rivelato in due diverte inchieste di Report.

Il contenuto di quei colloqui non è chiaro, nonostante Renzi abbia giurato di aver visto lo 007 all’autogrill di Fiano Romano – era il 23 dicembre 2020 – per un semplice scambio di auguri (e degli ormai famosi babbi di cioccolato). La faccenda non può però essere sminuita, come dimostra il fatto che nei giorni scorsi il governo sia corso ai ripari con una direttiva che imporrà un’autorizzazione preventiva per gli incontri “politici” dei funzionari dei servizi. Ma cosa sappiamo finora sulle trame intorno a Mancini?

L’agente, salvato in Cassazione dalle accuse sul sequestro di Abu Omar, nel 2014 torna operativo nel Dipartimento informazioni per la sicurezza (Dis, una delle tre agenzie dell’intelligence), quando a Palazzo Chigi c’è Matteo Renzi e la delega ai Servizi è in mano a Marco Minniti. Passa qualche anno e il suo nome torna di moda all’epoca del primo governo Conte. Nel novembre del 2018 l’avvocato sceglie Gennaro Vecchione come capo del Dis, mentre manda Luciano Carta all’Aise (i Servizi per la sicurezza esterna). Nel maggio del 2019 – al governo ci sono ancora la Lega e il Movimento 5 Stelle – Repubblica riporta le prime voci che vorrebbero Mancini coinvolto nel giro di poltrone delle vicedirezioni delle Agenzie. Secondo il quotidiano, lo 007 “si accredita coi 5 Stelle attraverso il sottosegretario Angelo Tofalo” ma “si offre anche a Matteo Salvini, il padrone della nuova maggioranza in cerca di fedeltà all’interno degli apparati”. E qui tornano in mente le parole di Salvini a Report, con il leghista che ammette di aver incontrato “più volte” Mancini quando era ministro dell’Interno: “L’ho incontrato in ufficio, l’ho incontrato al ministero”. E forse pure a Cervia e persino in autogrill, come confermano a Report fonti autorevoli e come non smentisce Salvini.

In ogni caso, Mancini rimane al suo posto e il Papeete travolge il Conte-1. Di Mancini si torna a parlare dunque a settembre 2020, quando l’agente ambisce a una vicedirezione approfittando anche della scandenza di alcuni incarichi. Diversi giornali lo indicano come uomo di Conte, che starebbe facendo di tutto per promuoverlo. Altre testate raccontano i 5 Stelle come i suoi principali sponsor. In realtà Mancini non è amatissimo all’Aise e all’Aisi (i Servizi interni), anche per il rigore che dal Dis ha imposto alle finanze e alle procedure delle due Agenzie.

A novembre 2020 Conte conferma Vecchione a capo del Dis, ma Mancini capisce che per lui non è aria: difficilmente rientrerà nel giro di nomine. E allora inizia a cercare sponde che possano tornargli utili, viste anche le nuvole all’orizzonte del governo giallorosa. E qui arriviamo all’autogrill e ai nuovi incontri con i due Matteo, con cui i rapporti – abbiamo visto – sono più che oliati da anni di conoscenza, come peraltro ammesso dai due leader politici. Tanto è vero che non serve alcuna intermediazione del pm Nicola Gratteri, due giorni fa indicato da Repubblica come collegamento tra il leader di Italia Viva e Mancini, prima che lo stesso magistrato smentisse con forza sulle colonne del Fatto.

Sono i giorni in cui Renzi insiste col premier affinché non tenga per sé la delega ai Servizi, minacciando di continuo la caduta dell’esecutivo. Che infatti arriva un mese più tardi, appena dopo la nomina dei nuovi vicedirettori delle Agenzie da parte di Conte: è il 22 gennaio e il nome di Mancini, tra i promossi, non c’è.

(di Lorenzo Giarelli – Il Fatto Quotidiano)

Sorgente: Lo 007 deluso da Conte e le sponde coi due Matteo – infosannio

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