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La Lega: se Draghi lo vorrà, lo sosterremo per il Quirinale

di Giuseppe Alberto Falci

ROMA — Non si placano le tensioni dentro la maggioranza che sostiene Mario Draghi. Seppur a distanza si scontrano Matteo Salvini ed Enrico Letta, segno che emerge sempre più l’eterogeneità della coalizione e ci si avvicina all’inizio del semestre bianco, nel corso del quale il presidente della Repubblica non potrà sciogliere le Camere. A sera il segretario della Lega assicura: «Gli alleati più fedeli di Draghi siamo e saremo noi».

Dunque, Salvini versus Letta.

Ieri sfida a distanza sul ddl Zan, con il leghista in piazza a Milano per dire «no». Ed è Salvini a lanciare messaggi a Mario Draghi perché il Pd intenda: «Siamo realisti, non sarà questa maggioranza a fare la riforma della giustizia e del fisco». E ancora, sostiene che se il premier vorrà succedere a Sergio Mattarella «avrà nella Lega un sostegno totale: non lo stesso appoggio, credo, troverà da parte del Pd, che ha dieci candidati al Colle».

Parole che innescano la risposta immediata del segretario del Pd. Solo venerdì Letta si era detto convinto che la maggioranza di governo dovesse avere «una missione più larga», oltre l’emergenza sanitaria.

Una mossa, quella di Letta, utile anche a ridare centralità al Pd in una fase in cui sembra incidere più l’ala destra dell’esecutivo. In questo contesto, nel corso dell’Assemblea di Articolo 1, Letta risponde piccato all’ex ministro dell’Interno: «Se quella è l’intenzione con cui egli sta al governo credo che le nostre strade debbano rapidamente divergere. Abbiamo un approccio completamente diverso». Cui poi segue una postilla che lascia presagire settimane infuocate nel cammino del governo: «Se Salvini dice che non si fanno le riforme, Salvini tragga le conseguenze ed esca da questo governo, che è fatto per fare le riforme». Sulle stessa scia anche Francesco Boccia, responsabile enti locali del Pd, che bacchetta il segretario della Lega: «Serve una missione chiara e condivisa e una seria unità di tutte le forze politiche su queste priorità, necessarie per la ripartenza economica del Paese. Salvini se ne faccia una ragione, le riforme servono al Paese e non possono essere ostaggio dei suoi giochi politici».

Quanto al centrosinistra, Giuseppe Conte, ancora sospeso come leader del M5S, interviene all’Assemblea di Articolo 1 e ritorna sullo schema di coalizione del campo progressista: «Abbiamo alle spalle — osserva — un cammino comune con il Pd e Leu fatto di franco e continuo scambio e arricchimento reciproco che non parte dall’arrogante posizione di chi vuole affermare solo il proprio punto di vista. Una collaborazione salda. Questa esperienza non può essere accantonata: dobbiamo continuare a lavorare insieme e dobbiamo darci un orizzonte».

Un ragionamento apprezzato da Letta: «Sono d’accordo con il principio di realismo di Giuseppe Conte. Credo che questo percorso lo dobbiamo fare insieme». Eppure diverse sono le incognite: i malumori dentro i pentastellati, i mugugni dei democrat e le candidature delle prossime Amministrative.

Sorgente: Letta a Salvini: “Esca dal governo se pensa che non faremo le riforme”

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